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Innanzi tutto, festeggio. Festeggio anche se questi tre punti sono giunti dopo l’ennesima prestazione surreale, di una squadra che ha evidenziato le medesime lacune di sempre. A me piace, anzi, piacerebbe, vincere sempre, anche le amichevoli, ovvero ciò che più o meno saranno le prossime dieci partite di campionato, almeno per me. Non tiferò mai contro, né assisterò alle gare del Milan senza almeno un briciolo di tensione. Sarebbe contro la mia natura.

Lacune, dicevo. Le stiamo elencando a cadenza settimanale da tre anni, ormai; siamo certamente noiosi, ripetitivi, ma non è colpa nostra se non si è fatto nulla in questo lungo lasso di tempo per colmarle, queste lacune. Con il Lecce si sono ripresentati i soliti “amichetti” nostri: la sfiga, lo squilibrio tattico, la miracolosa resurrezione dell’avversario, l’assenza di gioco corale, sia offensivo sia difensivo, e la nostra stramaledetta, pessima abitudine di volere entrare in porta con la palla. A dire il vero, in questa partita qualche abituale amichetto è venuto a mancare: l’arbitro, che tutto sommato ha diretto bene l’incontro, anche se vorrei rivedere un intervento in area su Theo lanciato a rete che in diretta non mi aveva molto convinto. L’espulsione stupida, che però è spesso legata all’arbitraggio, quindi all’amichetto mancante precedente.

Di sfiga ce n’è stata: due gol annullati per fuorigioco millimetrico, un palo di Gimenez con la G, un gol incassato in avvio, proprio poco dopo l’annullamento del primo gol. Lo squilibrio tattico è stato il solito, cioè quello che a ogni errore in fase d’attacco garantisce ampi spazi all’avversario per creare palle gol senza troppa fatica. Da ciò sono scaturiti i gol del doppio vantaggio leccese, ossia la miracolosa resurrezione di un avversario che non segnava in casa da tempo immemore. L’assenza di gioco corale è stata quella di sempre, ognuno è andato per i cazzi propri, sia in difesa sia in attacco. In ultimo, l’abitudine di volere entrare in porta con la palla: ormai lo sanno anche i sassi che non tiriamo da fuori area (per scelta, incapacità o mancanza di caratteristiche), ed è per questo motivo che anche stasera abbiamo trovato l’area intasata per una settantina di minuti, prima che il talento individuale dei soliti noti, Capitan America e il grimaldello spacciato per problema, decidessero di ribaltare una situazione che stava diventando grottesca.

I due sopra citati, Rafa Leao e Pulisic, sono stati i migliori, coloro che praticamente hanno vinto la gara. Non mi ha fatto totalmente schifo Bondo. A molti non è piaciuto Gimenez con la G, bollandolo già come pippa: può darsi lo sia, ma io attenderei ancora un po’; stasera aveva segnato, dopotutto, e ha colto sfortunatamente un palo dopo un’azione caparbia. Jimenez con la J invece mi sta deludendo da un po’ di tempo. Della difesa salvo solo Theo, gli altri hanno ballato molto, Walker compreso.

Conceicao è un dead man walking, reduce peraltro dalla bizzarra faccenda del suo portavoce (o ex) che ha sparato a zero sull’organizzazione rossonera, collaboratore (o ex) poi smentito dallo stesso allenatore. Non voglio infierire, diciamo che Sergio stasera ha azzeccato i cambi della rimonta, e la finiamo qui.

2 commenti su “LECCE-MILAN 2-3

  1. Iniziando a leggere il post ho avuto il dubbio che l’avessi scritto io…
    Mi rispecchio totalmente in quello che ha scritto il boss.
    Mi sono seduto e subito esultato per il gol di Gimenez, salvo poi essere deluso per il giusto annullamento. Al gol del Lecce sono ripiombato nello sconforto, al secondo sono scoppiato a ridere. Alla fine ero felice per la vittoria, che non servirà a nulla, ma io quando mi siedo a vedere il Milan, fosse anche la squadretta della scuola calcio di mio nipote, VOGLIO VINCERE.
    PULISIC – non solo i gol, tra cui un rigore tirato con la giusta potenza e non come quello di Torino anche se M.S. si allungò bene, ma anche passaggi smarcanti tra i quali quello del primo gol annullato.
    LEAO – non so se è un caso, ma quando entra nella ripresa ha disputato sempre ottime partite. Io però lo vorrei vedere sempre in campo per tutta la partita perché è forse l’unico che in qualsiasi momento può tirare fuori il coniglio dal cilindro.
    THEO – non ai suoi livelli, ma neanche a quelli visti di recente.
    Jimenez – stravedevo per questo ragazzo, ma di recente non ne sta azzeccando molte.
    Reijnders – ieri l’ho sfanculato più volte in diretta. Capisco però che sta tirando la carretta da tanto e non possiamo pretendere sia sempre lucidissimo.
    Gimenez – per carità è un giocatore sul quale puntare forte, ma ieri ha fatto qualche errorino non da lui, anche se un gol (annullato) ed un palo alla fine è riuscito a portare a casa.
    Coincecao – s.v. oramai sta lì senza capire bene il perché, oramai non riesce più a trasmettere nulla a i ragazzi, almeno questa è l’impressione. Ieri sul 2-0 ero pronto a salutarlo e dare il benvenuto a Tassotti. Peccato quel “ballo col sigaro” mi aveva illuso di aver trovato un allenatore duro ma apprezzato dai ragazzi. È uno dei colpevoli, ma i veri colpevoli stanno nella stanza dei bottoni.

  2. È evidente che se anche sono in questo stato d’animo non riuscirei mai e poi mai a tifare contro questi colori. È già una cosa enorme l’indifferenza che mi attanaglia, ma il cuore è sempre e solo rossonero e una qualunque vittoria è un elisir di piacere.
    “Surreale” è il termine giusto che ha scelto marcovan per iniziare a raccontare la partita di ieri. Così l’ho vissuta anch’io, qualcosa che non ha un senso, una logica e che sembrava fatta di una serie di pezzi di gare diverse assemblati alla meno peggio.
    Come avevo scritto ieri sera a un certo punto (sul 2-0) ho provato a vederla in un modo nuovo, ascoltando la cronaca in live di Morelli per condividere per lo meno lo stato d’animo di un milanista appassionato, ma pacato e abbastanza competente.
    Alla fine è finita come la logica e soprattutto le statistiche e la differenza tecnica suggerivano: gol previsti 0.86 – 3.19, possesso palla 29 – 71, tiri in porta 3 -9, parate 6 – 1. Evidentemente Lecce è una piazza dove ci piace fare rimonte.
    Fuori dal risultato non resta niente che non conoscessimo da parecchio tempo. Interessante il debutto di Bondo, da rivedere meglio. Confermata la pochezza nel contesto Milan di Felix che era anche riuscito a ciccare una palla clamorosa innescando con il suo errore l’autogol di Gallo. Impalpabile Jimenez (ma le varie rotazioni per come viene usato non gli danno certamente sicurezza) e male anche Walker e Reijnders, ma anche lui è sballottato a centrocampo da ruoli sempre un po’ diversi).
    Patetico ritrovare il Gianmaestro in questo contesto.

    Non ho visto niente e letto poco delle merde che si sono trovate nella nostra situazione, che per noi è una cosa normale, ma per loro suona come un campanellino d’allarme, vista anche la scialba prova a Napoli.

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