La Juventus non è in uno dei suoi periodi storici migliori, questo mi sembra evidente. Parlare di banter era ovviamente non è appropriato nei suoi confronti, poiché per diverse e note ragioni sappiamo benissimo che il suo processo di ricostruzione sarà molto più agevole e rapido rispetto al normale, tuttavia si può certamente dire che il club — di conseguenza la squadra — sta vivendo un periodo abbastanza lungo di difficoltà. Ciò premesso, la squadra che ieri ha incontrato il Milan era comunque un avversario temibile, motivato, convinto. Temibile, perché si trattava pur sempre della Juventus. Motivato, perché affamato di punti e desideroso di toglierne ai campioni d’Italia. Convinto, perché affrontava una squadra rimaneggiata e teoricamente frastornata dai tre sonori schiaffoni incassati nei pressi del Tamigi. E’ stata quindi una vittoria molto importante quella del Milan. Per motivi aritmetici, essendo questi tre punti non decisivi ma pesanti. Psicologici, appunto per l’orrendo mercoledì di coppa. Propagandistici, essendo questo un messaggio per tutti gli altri naviganti avversari, che dopo la trasferta di Londra già si stavano leccando i baffi.
La partita è iniziata male, a dire il vero. Per i primi venti minuti siamo stati imprecisi e abbastanza scollegati fra i reparti, tanto è vero che la Juventus ci ha presi almeno un paio di volte d’infilata arrivando pericolosamente al tiro. Poi però in campo, oggettivamente, c’è stata soltanto una squadra, per lo meno fino ai minuti finali, durante i quali gli ospiti hanno avuto ancora qualche possibilità di riaprire la gara. Vittoria strameritata quindi, non credo ci possano essere discussioni in merito.
Prestazione notevole di tutta la squadra, ma qualche singolo è stato veramente devastante per gli avversari: Bennacer ha letteralmente dominato a centrocampo, Kalulu ha annullato chiunque passasse dalle sue parti, e nel finale ha praticamente segnato un gol intercettando un tiro ravvicinato di Kean. Un poco sotto, ma proprio poco, il solito Leao: due pali, avversari saltati come birilli, un tiro da fuori uscito di un pelo e una splendida chiusura in copertura. Poi gli altri, che come ho detto hanno comunque offerto una prestazione di alto livello: Tonali, Diaz (bel gol), Tomori (finalmente quello originale), Theo (prudente per ovvi motivi, ma bravo). Complimenti a parte per Gabbia e Pobega, sono sempre molto contento quando i prodotti del vivaio si comportano bene.
Orsato ha condotto in linea di massima la gara come al solito, molto all’europea, e questo mi è piaciuto. Però non una grande prestazione, la sua. Bisogna ammettere che il corner da cui è scaturito il nostro primo gol è stato concesso dopo un chiaro contrasto falloso di Theo su Quadrado, il quale forse paga anni e anni di carpiati che ne hanno minato la credibilità presso i fischietti. Sullo zero a zero però l’arbitro non ha concesso un rigore a noi per fallo di mano di Vlahovic su tiro di Rafa. C’è inoltre un giallo a Tonali che, onestamente, ancora stento a comprendere.
Pioli decisamente on fire. Al di là dei vari 3-4-2-1, 4-3-3 o 5-5-5 alla Oronzo Canà su cui francamente un po’ mi perdo sempre, ho gradito molto la scelta del centrocampista in più (che Pobega stesse più avanti è solo un dettaglio) e la scelta di Diaz attaccante di destra. Non mi è dispiaciuto neanche CDK a destra, anche se il mister ha già dichiarato che non sarà quello il suo ruolo — e a questo punto mi inchino e non insisto.
E ora sotto col Chelsea, c’è un’onta da lavare.
54 commenti su “MILAN-JUVENTUS 2-0”
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Il giornalista Antonio Damascelli, nel suo intervento su Radio Radio, è tornato su Milan-Juventus, soffermandosi sui “motivatori” che hanno a disposizione le due squadre: “Il Milan, fuori dal campo, ha un personaggio enorme come Ibrahimovic che fa la differenza. La Juve, invece, ha Pinsoglio”
:)))))
Ho visto una Lazio molto molto forte. Qua il quarto posto, anche solo il quarto posto, va sudato quest’anno. Per questo fare 18 punti nelle prossime 6 è fondamentale, devi battere quelle meno forti. È decisivo.
Lazio molto sottovalutata. È in lotta Scudetto. Non è prima solo per la sconfitta nello scontro diretto (perso immeritatamente con torti arbitrali) contro il Napoli. La Lazio, oltre tutto, come il Napoli e a differenza di Atalanta e Udinese, è storicamente più abituata a lottare per i titoli (recentemente ha vinto Coppe Italia e Supercoppe). Anche la Roma, è lì. Prima o poi risaliranno anche Inter e Juve. Questa stagione per noi sarà particolare: la differenza tra SECONDA STELLA e SETTIMO POSTO CON SCIVOLATA IN CONFERENCE LEAGUE potrebbe farla una decina scarsa di punti.
Ma perché la Juve fa terza? Ma quando mai.