Viene un po’ strano considerare il fatto che, a inizio stagione, avremmo molto probabilmente messo tutti la firma per arrivare a giocarci il primo posto in classifica nel derby di ritorno, e allo stesso tempo pensare che questo incontro arriva dopo un mese e mezzo di fatica per i nostri rossoneri. Questa discrepanza tra la realtà, che anche nei momenti meno positivi continua a superare le aspettative, e queste ultime sta creando, a mio avviso, degli errori di giudizio in alcuni tifosi rossoneri e anche in qualche commentatore sportivo. Spero non nella squadra, perché sarebbe un problema.
Intendiamoci, partendo dalle basi: sarebbe fighissimo vincere lo scudetto così come ogni possibile trofeo, domani all’Inter bisogna fare un sedere grande così, e forza Milan sempre. Detto ciò, non è eresia dire che bisogna continuare a volare bassi, ricordare da dove veniamo e quello che ci è successo nell’ultimo decennio, non dimenticare che l’obiettivo è il quarto posto con il conseguente ritorno in Champions League. Non è bislacco nemmeno sostenere altrimenti che, dopo tante giornate passate in testa, bisogna essere più ambiziosi, sapere che in fondo siamo il Milan, tornare alle vecchie abitudini di una volta e, in fondo, riesumare quello che diceva spesso (e giustamente) un nostro ex presidente, cioè che il Milan deve essere sempre protagonista in Italia, in Europa e nel mondo. Penso però che questo secondo approccio abbia delle pecche. Innanzitutto, manca di realismo. In secondo luogo, corre il rischio di portarci a essere un po’ delusi nel caso in cui il Milan non si riveli competitivo fino alla fine. Infine, rischia, forse, di far perdere all’ambiente e alla squadra stessa quella mentalità che ha contribuito ai risultati dell’altrimenti disgraziato 2020.
Credo che per vincere il derby di domani serva il Milan dell’andata, quello che stava viaggiando sulle ali dell’entusiasmo dovuti a un impensabile, fino a pochi mesi prima, filotto di risultati utili consecutivi, senza pensare a obiettivi momentaneamente più grandi di sé ma solo a dare il massimo. In quel turno di campionato conquistammo la testa della Serie A. Un Milan che si atteggia a essere diventato (o tornato) grande e fortissimo senza ancora esserlo potrebbe non darci le stesse soddisfazioni.
IL PROGRAMMA DELLA 23a GIORNATA
Venerdì 19 febbraio 2021
ore 18:30 – Fiorentina-Spezia 3-0
ore 20:45 – Cagliari-Torino 0-1
Sabato 20 febbraio 2021
ore 15:00 – Lazio-Sampdoria
ore 18:00 – Genoa-Verona
ore 20:45 – Sassuolo-Bologna
Domenica 21 febbraio 2021
ore 12:30 – Parma-Udinese
ore 15:00 – Milan-Inter
ore 18:00 – Atalanta-Napoli
ore 20:45 – Benevento-Roma
Lunedì 22 febbraio 2021
ore 20:45 – Juventus-Crotone
12 commenti su “Serie A 2020/2021 – 23a giornata”
I commenti sono chiusi.
Io credo che a questo punto sia più l’Inter ad avere tutto da perdere. Sono loro che hanno fatto la squadra per vincere lo scudetto e fuori dalle coppe non hanno che questo obiettivo, il quale se non dovesse arrivare (vulesse la madonne…), sarebbe un vero e proprio fallimento per “Cesare Ragazzi” …ops Conte.
In ogni caso non è mai bello perdere un derby, neanche se fossimo distanti 30 punti.
Certo che anch’io stavo facendo un pensierino allo “scudo”, non è mai detto, ma lo ritengo abbastanza difficile. Ma io sarei già contento e tantissimo se arrivassimo tra le prime quattro.
Detto questo perdere domani sarebbe un colpo durissimo per la truppa, considerando che domenica prossima ci sarà la Roma in trasferta, ad essere pessimisti ci ritroveremmo risucchiati dalle inseguitrici e con il morale sotto i tacchi.
Pensiamo positivo e soprattutto pensiamo per una volta a non far segnare quel cazzo di Lukaku che ci punisce sempre…
Forza ragazzi, animo!!!!
Oggi sono 42 anni che el paron ci ha lasciato. Sono nato e cresciuto milanista con lui e rimane una specie di padre come tifoso. Quindi, alla vigilia di un derby molto importante, ripeto quello che scaramanticamente soleva rispondere lui a all’augurio “vinca il migliore”: “SPEREMO DE NO”.
Mandzukic salta il derby per risentimento muscolare… Speriamo che non sia la maledizione del “9” e del fatto che quando compriamo degli ex-gobbi escono tutte delle ciofeche.
Mi sa che a milanello abbiamo un virus tutto nostro che colpisce i muscoli.
Un saluto a un grandissimo e simpatico avversario penso sia un atto dovuto: addio Mauro.
Un saluto doveroso ad un calciatore della mia infanzia, anche se giocava con i nemici di sempre. Mauro Bellugi.
Grande difensore centrale (all’epoca stopper) della nazionale del ’78, una delle più belle da me viste. Un saluto.
L’Inter è favorita, non c’è dubbio. Sta bene, è riposata, già era più attrezzata di suo, almeno secondo i pronostici all’inizio del campionato. Però noi non siamo quelli di La Spezia (neppure lo Spezia lo era, lo ha dimostrato ieri sera) e non siamo neanche quelli di Belgrado. Potremo perdere ovviamente, non sarebbe sorprendente, ma non credo faremo figuracce.
Quindi non dovremo farne un dramma, se accadrà. Leggo già scenari apocalittici. Se domani perderemo sarà brutto, deludente, doloroso, ma alla fin fine ci allontaneremo dalla vetta di quattro punti, non venti come accadeva gli anni scorsi di questi tempi. E il quarto posto, pur da sudare, sarà ampiamente ancora alla portata. Capisco che si tema il contraccolpo psicologico, ma di fieno in cascina ne abbiamo messo molto, finora: basterà qualche risultato positivo e la nostra marcia riprenderà. Forse non come prima, ma sarà sufficiente per lottare tranquillamente per gli obbiettivi. Che saranno ancora tre, comunque vada.
Dai rossoneri, proviamo a ritrovare fiducia per domani. La positività corre su binari strani, a volte anche indefinibili, e non è vero che il nostro contributo non agisca anche in maniera esoterica in una sorta di telepatia.
Guardatevi, guardiamoci questo video che ha pubblicato oggi l’A.C.Milan e facciamo battere i nostri cuori all’unisono.
MILAN ON FIRE!
ohhhh là!!! Finalmente leggo ciò che penso da settimane!! Giusto così!
Non credo nel fato, nel karma o nella scaramanzia, sono però certo che ci sono situazioni che sfuggono alla ratio, come giustamente deve essere per creare il giusto mistero, e che possono funzionare anche a distanza per induzione, irraggiamento o quel che deve essere oppure solo perché devono accadere.
Oggi è un giorno molto importante per me e la mia famiglia, spero ci sia anche la ciliegina sulla torta.
Io ci credo, sempre.
Uno dei nostri più prestigiosi tifosi, Novak Dokovic, ha distrutto in finale negli open di Australia Medvedev. Proviamo a imitarlo.
Partenza e quasi un tempo regalato.
Dopo gli episodi contano e non c’è ne andato bene uno. La conseguenza era pressoché inevitabile.
In molti dicono che la partita doveva essere impostata diversamente, a me il catenaccio non piace, ma neppure farmi infilzare come un tordo, perchè questa è stata la sensazione.
Pensare che se guardassi le statistiche senza avere visto la partita ti meraviglieresti del risultato. Considerato che Handanovic sarà uno con il voto più alto.
È dura dura come i più pessimisti tra noi avevano previsto. Si deve sbollire in fretta l’ebrezza del vertice, del successo, dei facili complimenti, dei record fini a se stessi. Lo devono fare quelli più scafati, lo deve fare Pioli (ma è un anima troppo sensibile), lo deve fare Ibra (Sanremo adesso è una bella palla al piede), lo deve fare Maldini per il carisma che si porta addosso.
Dobbiamo fare un review e un reset a dodici mesi fa. Non è semplice, però è l’unico mezzo per lottare per il quarto posto. C’è fretta però.
Naturalmente “non ce n’è andato bene uno”.
Tutto di sopra (se avete voglia ed energie per farlo)…