Qualcuno mi ha domandato se mi sia bruciata di più la manita atalantina di domenica scorsa o il set tennistico gobbo a San Siro di ventitrè anni or sono. La risposta che ho fornito è stata immediata: il secondo. Perché quello che ne beccò sei (a uno) prima di allora era stato uno squadrone, buona parte di quei giocatori era stata in cima al mondo per diverso tempo pochi anni prima, e mi si strinse il cuore nel vederla umiliata così; quel Baresi in evidente declino, irriso più volte in velocità da Vieri (avete capito bene: in velocità, da Vieri) , fa tuttora parte dei miei incubi rossoneri e mi mette ancora molta, molta tristezza. Quel risultato mi ferì profondamente, mi dispiacque per me stesso, per tutti i tifosi milanisti, ma soprattutto per quegli straordinari giocatori. Stavolta è diverso. Stavolta dispiace sì per me stesso, per noi tutti che tifiamo Milan, per noi che ancora ci ostiniamo a seguire questa squadra e a perdere del tempo scrivendo articoli e commenti in questo meraviglioso ma spossato blog, ma per nessun altro. Non c’è nessuno che scenda in campo per il quale valga la pena dispiacersi nel Milan odierno, ecco perché questa manita brucia leggermente meno rispetto a quel datato disastro casalingo contro quella Juventus lippiana.
Anzi, sbollita la naturale ira per una sconfitta di queste dimensioni, sotto sotto subentra inevitabilmente anche un briciolo di soddisfazione. Non c’è nulla di male ad ammetterlo: vedere certi personaggi, di cui è nota la tendenza a mandare il procuratore a bussar quattrini dopo una striminzita vittoria contro il Pizzighettone, a recarsi in discoteca a festeggiare o a mettere like agli avversari dopo un umiliante 0 a 5, presi a schiaffoni, umiliati nella loro professione da colleghi che guadagnano la metà, un po’ fa godere. Di un godimento amaro, ma autentico. Quando in tre anni ti rendi conto che un gruppo non fa il benché minimo miglioramento e che anzi, peggiora, lo molli. E lo deridi. Quando sei ripetutamente costretto a vedere gente — sempre la stessa — che passeggia per il campo qualsiasi sia il risultato, nel momento in cui essa viene ripetutamente umiliata un po’ ci godi, anche se indossa i colori da te tanto amati. E’ umano, anche per il più duro e puro dei tifosi.
Sono tuttavia convinto che non tutti i calciatori di questo Milan siano il poco che sembrano. Le squadre di calcio sono meccanismi complessi, sono sufficienti pochi ingranaggi difettosi per far sembrare l’intera macchina un catorcio. E talvolta, anche degli ingranaggi perfettamente integri possono sembrare difettosi se montati nel posto sbagliato. Francamente non saprei quale giocatore del Milan sia sbagliato o difettoso. O meglio, ho le mie opinioni in merito, non le ho mai nascoste, ma anche in questi momenti difficili voglio mantenere la buona abitudine di non vendere le mie opinioni come certezze. Può sempre succedere che un domani, tanto per fare un esempio a caso, un Suso venga ceduto alla Juventus e lì faccia sfracelli, con tanti saluti alle mie opinioni. Dubito fortemente che possa succedere una cosa del genere a Suso (De Sciglio tanto per fare un altro esempio sta continuando a far cagare anche a Torino), ma potrebbe, è già accaduto. Il punto è che i giocatori sono importanti, in campo ci vanno loro. Ma prima di loro, in ordine d’importanza c’è chi crea loro attorno l’ambiente giusto per dare il meglio di se stessi. Non è il caso del Milan da diversi anni.
Il Milan è in vendita da troppo tempo, una decina d’anni forse più. Impensabile che i calciatori questo non lo sappiano: se non ci arrivano da soli, ci pensano i procuratori a informarli sul quadro d’insieme, a riportare loro eventuali spifferi di corridoio e quant’altro. E’ estremamente complicato sentirsi parte di un progetto, sputare sangue per esso quando sai che tale progetto potrebbe cambiare radicalmente da un momento all’altro. Pensare principalmente allo stipendio in una realtà del genere diventa umano, specie se stiamo parlando di giovani strapagati, immaturi e caratterialmente fragili; anche se questo ovviamente è sbagliato trattandosi comunque di professionisti, e sbagliato soprattutto per l’insieme di sentimenti che la maglia di un club sportivo si porta appresso. Non sto giustificando nessuno, ce l’ho a morte con i giocatori del Milan ormai da due lustri — e confesso che pur sforzandomi non riesco a ricordare una rosa che mi stia più sul cazzo di questa —, ma è ormai fin troppo evidente quanto sia inutile colpevolizzare i singoli calciatori o i mille allenatori che si sono avvicendati sulla nostra panchina.
Saranno sempre stagioni mediocri finché non avremo stabilità ai massimi vertici. Non sto affermando che il disastro di domenica o l’andamento deludente in generale sia colpa del fondo Elliott, e a cascata dei vari dirigenti da esso scelti. Ciascuno nel proprio ambito avrebbe dovuto fare meglio, su questo non ci piove, tuttavia il supporto finanziario c’è sempre stato e l’impegno da parte della dirigenza non è mai mancato; contestualmente, purtroppo, non è mai mancata anche questa lunga e perniciosa atmosfera di provvisorietà che ci avvolge e ci inquieta. Sto dicendo che finché non verremo acquisiti da un proprietario determinato e ambizioso di farsi conoscere nel mondo dello sport, sarà impossibile sperare di formare gruppi di calciatori uniti da qualcosa che non sia lo stipendio, il cazzeggio social o chissà cos’altro che temo sia meglio ignorare. Quando colui che paga è perennemente assente fisicamente ed è palesemente a tempo determinato, ingaggiare leggende del club per trasmettere determinati valori non è sufficiente, serve soltanto a metterle in cattiva luce, a rovinare parte del prestigio che esse si sono faticosamente costruite nel corso di una meravigliosa carriera. Cambiare giocatori, allenatori, dirigenti sarà d’obbligo se si vorrà uscire da questo tunnel degli orrori, ma dovrà farlo un’altra proprietà, non mi sembra ci siano dubbi su questo.
Buone feste a tutti.
29 commenti su “Stabilità”
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Per risollevarci il morale ritiriamo fuori uno dei tanti detti del mitico Boskov: meglio perdere una partita 5-0 che cinque 1-0…
Anche se questi ne perdono sia 1 che 5-0 che 5 1-0….
Hai ragione, brucia più quell’1-6 in quanto oltre che per il valore dei giocatori, arrivò da parte dei gobbi.
Mi sembrava di rivedere qualche lumicino dopo le vittorie di Parma e Bologna, ieri una folata di vento terrificante ha spento tutte le speranze.
Dobbiamo continuare a guardarci dietro e ricominciare già il giorno dell’Epifania a non fare regali e battere assolutamente la Samp.
La sconfitta per 1-6 contro la Juventus era la prova che un ciclo di vittorie era finito.
La sconfitta per 0-5 contro l’Atalanta è la prova che un ciclo di sconfitte è destinato a durare ancora a lungo, comunque almeno un po’.
Dallo smantellamento dell’estate 2012 sono passati sette e anni e mezzo e quello che ora abbiamo è, apparentemente, un nuovo, ennesimo disastro.
C’è stata la rifondazione successiva alla vendita di Ibra e Thiago Silva e al pensionamento della vecchia guardia, e il risultato è stato un declino inarrestabile condito da vari parametri zero.
Si pensava che con Mihajlovic, Romagnoli, Bacca, Luiz Adriano e Bertolacci (in attesa di Mr Bee) si potesse riportare il Milan un poco più su, non per forza in vetta, ma almeno nel calcio che conta. Alcuni di quei nomi hanno decisamente fallito e il risultato fu il Milan di Brocchi.
Poi è arrivata la proprietà cinese, che ha sperperato centinaia di milioni in giocatori mediocri, o almeno mediocri per una squadra che ambisce a tornare tra le migliori (alcuni sarebbero stati buoni giocatori in Serie B, va detto).
Infine, il fondo Elliott ha stabilito, pare, un piano a medio-lungo termine per rendere la squadra più competitiva in modo da rivalutarne il valore e poterla rivendere. Il risultato è stato una girandola di nomi tra panchina e dirigenza nel giro di un anno e mezzo (Scaroni, Leonardo, Gattuso, Maldini, Gazidis, Boban, Massara, Giampaolo, Pioli) che solo a farne l’elenco e senza approfondire i rapporti personali e professionali tra queste persone ci fa capire che, se un progetto c’è, questo sta incontrando molti problemi.
Da un lato, la tentazione di chiedere un nuovo rilancio, un nuovo “anno zero”, una nuova rifondazione è forte. Dall’altro, si può dire che forse si dovrebbe piuttosto imparare dai propri errori e ripartire con quel lento e rapsodico miglioramento che, tutto sommato, c’era stato nell’arco delle ultime tre stagioni. In fondo, Zaccheroni vinse quell’incredibile scudetto con giocatori che nelle due stagioni precedenti erano arrivati nel lato destro della classifica. La tentazione di mandare tutti all’inferno e ricominciare daccapo con un repulisti generale è forte, però devo essere onesto: non mi convince.
È inoltre vero che abbiamo una proprietà che a questo punto potrebbe pensare semplicemente a limitare i danni del suo non voluto (?) investimento, condannandoci a galleggiare fino all’arrivo di un nuovo acquirente, quindi il pericolo reale forse è quello di cambiare troppo poco, con proprietà e dirigenza piuttosto impegnate, nel frattempo, in una campagna di pubbliche relazioni a sostegno dei propri piani immobiliari in quel di Milano.
Sulla professionalità e sull’attaccamento alla maglia di molti nostri giocatori non scrivo, poiché secondo me è decisamente sconsigliabile scrivere parolacce e insulti in rete.
la sconfitta con i gobbi è quella che più mi brucia. Sono d’accordo con te sulla questione proprietà, l’ho sempre denunciata anch’io questa mancanza di una figura reale.
Purtroppo c’è in giro ancora qualche merda che finge di chiudere il blog e che sostiene a spada tratta che Adrianone e Silvietto siano esenti da colpe. Coglione!
E pensare che tutto è partito ben prima che Silvietto dicesse di lasciarci in “buone mani”, le stesse “buone mani” che ci hanno coperto di ridicolo e giocatori del cazzo fino ad arrivare alla situazione attuale.
Ora saltano fuori anche quei comportamenti che erano già stati spifferati non molto tempo fa. Lo stesso Luca Serafini in un suo post si augurava meno vita mondana e più campo d’allenamento.
Si devono prendere decisioni importanti con questa gente qui e spero le prendano nell’immediato.
Vi auguro Buon Natale, perché noi ce lo meritiamo. Eccome, se lo meritiamo.
Ricordo molto bene quel Milan-Ratti 1-6, se non sbaglio lo vidi su Tele +, a casa, con tre milanisti compagni di classe del liceo. I primordi della pay-tv. Fu molto doloroso vedere Baresi in quelle condizioni. Anche capire di aver preso dal Bordeaux il giocatore sbagliato … Pur in una stagione disgraziata e senza nulla da dire (anche allora) piangevano in campo gli eroi di qualcosa. Piangevano in campo alcuni degli eroi di Atene e di tante altre battaglie vinte contro il nemico storico.
Ieri.
Ieri la sconfitta era il risultato più probabile.
Una truppa di titolari che messa insieme fatica a guadagnare più di Suso e Donnarumma ci ha massacrato ben oltre la differenza di livello tecnico tra le due squadre.
Posso io piangere per e con Donnarumma, per esempio?
Assolutamente no.
Non si può piangere per uno che liberamente ha scelto Raiola e, quindi, il profitto prima ancora della carriera.
Lacrime inutili quelle di ieri.
Dispiacermi per Kessie “atalantino-nel-cuore” o Calabria e Leao che festeggiano dopo il 5-0 o Suso che vuole 5,5 milioni netti l’anno? O il capitanino faccia-da-sberle che alza le braccia quando Dybala è ancora 100km distante dall’area di rigore?
Questa gente meriterebbe la curva di Lazio e Roma? Non lo so, certamente meriterebbe di non andare in vacanza e stare a lavorare a Milanello fino alla prossima partita con la Sampdoria.
Ma poverini poi si ribellano come i giocatori del Napoli … perché il calciatore, poverino, non può essere messo in ritiro punitivo; perché il calciatore, poverino, come social-dipendente, non può essere allontanato dal mondo virtuale; perché il calciatore, poverino, po va da Raiola e chiede l’aumento “altrimenti me ne vado a zero gne gne gne”.
Manca stabilità?
Certamente sì. Ho scritto nell’altro post. Manca una proprietà vera. Non la proprietà dei paradisi fiscali che gestisce i soldi di altri (chi decidetelo voi guardando il ns. organigramma). In questo labirinto di fragilità tutti si perdono o si lasciano perdere per convenienza. O sei un campione d’Europa come Theo Hernandez o ti perdi ovvero ti lasci perdere.
Il Milan non ha un padrone, i dipendenti se ne fottono, l’allenatore paga per tutti … e il dirigente che l’ha scelto con lui.
Due i principali responsabili:
la vecchia proprietà che non ci ha lasciato nel 2017 come molti indizi lasciano trasparire ai miei occhi;
i giocatori.
Il resto è contorno di marionette che per interesse o per amore del Milan si prestano a questo teatrino ovvero ci provano davvero a dare un senso a queste stagioni.
La stabilità ha un nome: Arnault.
Ibrahimovic di nuovo vicino ? ANSA
mi piacerebbe che arrivasse tecnicamente e per fargli condividere lo spogliatoio con Leao e Kessie, oltre a capitano carisma Romagnoli. E innumerevoli altri.
A ‘sto punto la gioia sarebbe leggere che ha appeso al muro Leao … nonostante sia un Raiola’s.
Premesso che per uno della mia età la sconfitta più umiliante fu il 5-3 di Verona nel 1973, l’1-6 contro i gobbi fu probabilmente peggio del 5-0 di ieri per tanti motivi. Ma, mentre allora, come ricorda Marcovan, quel Milan era uno squadrone che attraversava la fine di un ciclo, quella di oggi rappresenta l’ultimo clamoroso fallimento di una società che non esiste. Quindi, oltre il bruciore dell’asfaltata in se, si aggiunge il dolore di non vedere un futuro all’orizzonte.
Jtura, che è il più ottimista tra noi, forse non ha capito il senso di quello che avevo scritto nel post precedente.
Ho ancora ribadito che la mancanza di una società è la causa di tutto questo. La mancanza di una società, che come ha scritto sopra Ghost, inizia già negli ultimi anni della gestione Berlusconi, perché, c’è chi dice ancor prima, ma in maniera lampante dal 2012, il Milan non ha più avuto una società, anche se dalle carte non risulta.
Nel 1986 la gestione Berlusconi arrivava dopo quasi quindici anni di proprietà e società precarie e improvvisate, come oggi, e la sua capacità, oltre ai soldi, fu quella di dare solidità e certezza di obiettivi.
La famosa frase che ricordi (lui rimane, voi non lo so) fu quella che oggi, senza un vertice solido, nessuno poteva dire a questi giocatori dopo che era stato scelto Giampaolo per, come dici tu, “costruire le basi di una idea di calcio”.
Non so con lui cosa si sarebbe potuto avere, ma di sicuro l’esonero di un allenatore dopo sette partite assolve i giocatori ed è una palese ammissione di colpa da parte della società.
Non va bene. Così non si va comunque da nessuna parte.
Poi per la miseria, si mettono pure a postare roba sui social per giustificare di avere postato festeggiamenti sui social. Io non ho davvero parole.
Arrivare a capire che possono festeggiare quanto vogliono ma che non è molto serio pubblicare tali festeggiamenti dopo una batosta di quelle proporzioni è così complicato?
Per non dimenticare mai, almeno noi il gobbo di provincia.
Io Gasp non riesco ad odiarlo, molto probabilmente perché era un punto di forza del Pescara di Galeone.
Quello che mi fa incazzare è che i nostri sono già belli in vacanza in isole calde ed assolate, se ci fosse stata una società seria almeno 3 gg. di miniera e Natale a Milanello.
GdN
La famosa frase che ricordi (lui rimane, voi non lo so) fu quella che oggi, senza un vertice solido, nessuno poteva dire a questi giocatori dopo che era stato scelto Giampaolo per, come dici tu, “costruire le basi di una idea di calcio”.
Non so con lui cosa si sarebbe potuto avere, ma di sicuro l’esonero di un allenatore dopo sette partite assolve i giocatori ed è una palese ammissione di colpa da parte della società.
Io non lo so.
Quella frase comunque è al di fuori di ogni regola calcistica.
La società che esonera dopo sette partite sicuramente è una società che è fragile.
Forse GP non sarebbe stato scelto se Boban fosse arrivato prima?
Forse…??
Non lo so.
Però sono convinto che la società forte deve sostenere un allenatore forte, non un allenatore debole.
Nessuno deve fare il Badante e questo vale anche per i giocatori “totem”
Non so se riesco a spiegarmi… ma quando un allenatore chiede o si aspetta che la società che lo soostenga mostra la sua debolezza.
La forza della società non è nel sostenere l’allenatore ma nel sapersi opporre alle pigrizie, alle abitudini e alle convinzioni dei giocatori.
Per quanto riguarda la nostra situazione e il deserto che dobbiamo attraversare, credo che per me rimane più importante dei punti creare le fondamenta di un gruppo e di un’idea di calcio.
L’errore della società più grave, forse è stato fatto l’anno scorso e rimane quello di aver lasciato solo Gattuso, di aver ceduto all’idea amplificata dalla stampaccia che Gattuso non fosse un allenatore all’altezza non solo del Milan ma anche dei suggerimenti che forniva.
Ma non era la stessa dirigenza di adesso, sicuramente c’erano idee diverse e infatti ora c’è un gruppo dirigente diverso.
Che alla fine era quelli a cui ci si rivolge, pare, ora: servono 1/2 giocatori di spessore nelle parti basse.
Ma questo a mio parere non basta: l’idea di questo 433 con gli esterni alti poco dinamici non funziona, oggi.
Servono giocatori che diano maggiore profondità e dinamismo.
Un giocatore come Ibra, avesse anche 10 anni di meno nasconderebbe i problemi.
Quindi per favore, rivolto alla società: risolviamo il problema degli esterni alti o giochiamo con un 442.
A me di quello che fanno i giocatori dopo la partita interessa poco… ma vedremo nel nuovo anno se hanno imparato la lezione.
Purtroppo la dirigenza è però in una situazione difficilissima: basta un sussurro per delegittimare Pioli e considerare la stagione, nel pensiero di tutti i giocatori, finita.
In questo uno come Ibra nello spogliatoio potrebbe servire.
Adamos, condivido la tua antipatia per il personaggio, ma non ci vedo nulla di male se un allenatore che sta vincendo 5 a 0 dopo una partita sontuosa della sua squadra saltella un po’.
JTURA, non era solo la stampaccia che considerava Gattuso inadeguato, purtroppo. C’era anche buona parte della tifoseria. La stessa parte che ogni anno rompe gli zebedei all’allenatore di turno e che adesso ha attaccato con la solfa-Pioli.
Concordo sull’assetto tattico, il 4-3-3 con i nostri due esterni alti può offrire solo ciò che sappiamo: sterilità offensiva, manovre lente, impossibilità di ripartire in contropiede, fase difensiva pessima. Poi ci sono problemi un po’ ovunque, ma quello principale è lì. Suso e Cala non hanno la gamba per ricoprire quei ruoli, sono lenti, non possono essere lanciati, possono solo ricevere la palla nei piedi e giocarla (sul come la giocano meglio sorvolare). Passare al 4-4-2 si potrebbe, mettendo Jack a sinistra. Ma a destra?
Marcovan hai ragione, il mio odio sportivo per Gasperini mi acceca e ne sono consapevole. Vorrei solo che questo video lo avessero ben presente prima di Milan-Atalanta del ritorno. Speranza vana visti i soggetti. Magari glielo ricorderà Ibrahimovic, se viene.
JTURA
ma la stagione E’ finita, ormai, non illudiamoci per il quarto posto
rimane la Coppa Italia, la corsa all’Europa League non credo interessi alla Società
concordo con te quando dici che un allenatore che chiede pubblicamente sostegno è già di fatto un allenatore “perso” agli occhi dello spogliatoio – almeno così ho inteso volessi dire
ma non esiste allenatore “forte” a prescindere dalla società, se la società non è schierata dalla tua parte fallisci pure se ti chiami Guardiola (citofonare Bayern) e Ancelotti e Mourinho
Marcovan,
Passare al 4-4-2 si potrebbe, mettendo Jack a sinistra. Ma a destra?
Ciao,
Ma la squadra, coi suoi limiti, ha giocato decentemente con Pioli e con Gattuso… e se arrivasse Ibra forse si riuscirebbe a camuffare questi limiti.
Però, per tornare alle fantasie di prima io ricordo che Bonaventura con l’Atalanta giocava tanto sx che a destra.
Io penso ogni tanto alla squadra che ha vinto il mondiale 82
Giocava con un centrocampo a 3
Oriali/Antognoni/Tardelli
un’ala/tornante Conti
Due punte
Potremmo anche noi proporre qualcosa del genere
Krunic/benasser/kessie
Casillejo
e due punte
Se rimaniamo al 442
i quattro di centro campo
Bonventura Krunic Benaccer Kessie
due tra Castillejo/Leao/Piontek
Buon Natale a tutti e preghiamo
BUON NATALE!!!
… oremus…
Buon Natale a tutti voi!
Di Marzio: Ibra al Milan ci siamo
Pare fatta.
Mal che vada, non servirà a niente. E personalmente credo non servirà a niente, se non a peggiorare un bilancio già malmesso. A meno che non si faccia anche altro. Ma per fare altro occorrerà cedere qualcuno. Vedremo chi. Se Paquetà, non va bene. Se Suso e/o il turco sì. Per ora, solo con un Ibra trentottenne che da due anni era sepolto in un torneo mediocre, non mi pare ci sia da festeggiare granché.
Marcovan io credo che non andremo né in Champions né in Europa League ma almeno ci regalerà qualche giocata e ci salveremo con un po’ di tranquillità in più.
Non sono mai stato un fan di Ibrahimovic, credo di avergli pure scritto un post contro, qui, nel 2010, al suo arrivo, ma rispetto a Piatek e Leao, credo, sia un upgrade anche a 38 anni.
Ho visto 3 delle ultime partite che ha giocato in MLS ed è ancora molto dominante fisicamente, con la stessa potenza nel tiro, la stessa forza di testa ma, certamente, non si muove più a tutto campo come un tempo.
Nonostante questo credo sia meglio di Piatek e Leao e da fermo ha una capacità di passaggio non molto inferiore al Ronaldinho-fermo che arrivò da noi.
Riguardo a Paqueta (clamorosi due errori anche col Sassuolo a mio avviso) lo porto io a Parigi ieri … ma al giusto prezzo. Anche se Draxler almeno è un esterno veloce e potrei accettarlo come parziale contropartita.
Suso e il turco chi se li prende? Su Paqueta si può ancora rifilare il pacco, gli altri due no, sono dei Paqueta più vecchi.
Ultima partita di Ibrahimovic, questo gol qui al minuto 1 del video, lo fa tranquillamente anche in Serie A, campionato dove lo scorso anno il capocannoniere è stato il sig. Quagliarella a 36 anni.
Sono invenzioni, non gol a porta vuota di un giocatore fermo.
Vedremo sicuramente delle invenzioni ma non ha più la continuità atletica nella partita tale che da solo possa risolvere tutti i problemi del Milan, ovviamente.
Di Ibra invece io sono fan, lo considero il mio terzo attaccante preferito di sempre dopo Marco e Sheva. Ma dovevamo tenercelo tempo fa.
Sicuro che Paquetà sia un pacco? Io mica tanto. Cioè magari lo è, ma è presto per dirlo. Cederei piuttosto quelli che pacchi lo sono per certo, ossia i sopra menzionati più Rodriguez. E’ anche vero che per vendere occorre un compratore, e sarà difficile trovarne, a meno di fare minusvalenza, eventualità che a Gazidis farebbe venire l’orticaria. Boh, vedremo che faranno i nostri dilettanti allo sbaraglio (con tutto il rispetto per le leggende, ma per ora hanno dimostrato questo).
Paqueta per quanto visto finora non incide e sembra avere una testa alla Niang, almeno in parte. Cioè lo vedo molto indolente e, allo stesso modo, lento in campo.
Come scrissi qualche settimana fa gli darei solo la possibilità di 10-15 partite da esterno alto sinistro (ma è lento) oppure da trequartista, comunque nei tre davanti.
La mia sensazione è che la sua storia con noi sia finita quando se ne è andato l’ex allenatore dell’Antalyaspor che ci deve, appunto, il favore di riprenderselo almeno per la stessa cifra.
Qui non va più, secondo me, Marcovan. Per tutta una serie di motivi, qui non va più.
Ovvio che venderei prima Suso e il turco ma ripeto chi se li prende? Con Paqueta anche il promissario acquirente ha l’idea che hai tu, che potrebbe non essere un pacco. Con gli altri due ovviamente no.
Se io fossi un difensore di Serie A preferirei incontrare Leao o Piatek piuttosto che il mio coetaneo Ibrahimovic 38enne. Anche questo fa la differenza a mio parere.
Mi è venuta in mente un’altra cosa su cui riflettevo da un po’.
C’è una categoria di giocatori che ultimamente pensa di venire al Milan facendoci un piacere.
Come per dire “sì, avete un grande passato, ora non ho trovato di meglio ma mi accontento di vestire questa maglia per il grande passato, però appena possibile mi levo dai c….., intanto fate di me un eroe e datemi le chiavi della squadra, perché sono io che faccio un favore a voi”.
Gli ultimi due di questa categoria che mi vengono in mente: Higuain e Paqueta. Due regaloni dell’ex allenatore dell’Antalyaspor. Il panzone argentino, che sto mezzo anno ha segnato meno di quando si è parcheggiato da noi, lo fece capire subito. Fin dalle prime dichiarazioni. Poi dopo la partita coi ratti dove ha immondamente calciato un rigore non suo ha esplicitato di più questo suo “favore”.
Il 10 del Brasile più scarso degli ultimi 50 anni, 10 perché era assente Neymar, lo ha esplicitato nei fatti, quando ha perso il suo mentore ex allenatore dell’Antalyaspor, prodigandosi in un’uscita di pessimo gusto dopo l’esonero di Giampaolo e qualche partita da titolare (PESSIMA) con Pioli, da cui è stato nuovamente sbattuto in panchina.
Ecco, questa gente qui, anche se ha talento, anche al PSG farà 50 gol: ARIA, ARIA, ARIA.
Se Ibrahimovic pensa di venire (tornare) al Milan per farci un favore, ovviamente fallirà. Ma io non credo. Io credo sia un grande professionista a differenza di Higuain e Paqueta.
Campione in disarmo per campione in disarmo, campionato di scappati di casa per campionato di scappati di casa… avrei preferito che Babbo Natale ci avesse portato il 36enne Iniesta andatosi a seppellire in Giappone…
fino a quando in società non capiranno che il Milan come lo conosciamo è morto quando si è smesso di acquistare centrocampisti di livello, e che non serve a nulla cambiare gli attaccanti centrali ad ogni sessione di mercato, rimarremo sempre qua a roderci il fegato e bruciar soldi…
Se posso aggiungo qui stelle bidoni di Ata-Mil
tre bidoni Conti – che comunque poverino si trovava di fronte il miglior giocatore di una squadra già superiore
tre bidoni Suso – se ce ne fosse stato ancora bisogno, abbiamo avuto il confronto con un monopiede sinistro, discontinuo quanto si vuole ma decisivo davvero, Ilicic, ed il nostro ne è uscito distrutto, devastato, annichilito. Vada a chiedere il rinnovo, e speriamo gli facciano ingoiare la VHS della partita. Dico VHS perchè più grossa di una chiavetta USB…
tre bidoni Musacchio – per la beffa finale, perchè CiccioMuriel (mio eroe fantacalcistico) parte cinque/dieci metri dietro e lo brucia come l’ultimo dei pensionati
Ma pure tutti gli altri a parte Donnarumma meriterebbero uno/due bidoni/ pure tre, ad honorem
Pioli pollice giù
Era la prima partita completa del Milan che guardavo dal cambio Giampy/PadrePioli, se questo è l’effetto mi scuso per la iella portata e ritorno nell’oblio…
Fre,
Io non so, onestamente, con quante squadre di MLS vincerebbero facile i nostri “eroi” o chi dei nostri attaccanti farebbe 50 gol lì in 50 partite, perché fatico a vedere anche solo un Giovinco in questa prima parte di stagione.
Io credo, comunque, Ibrahimovic potrebbe giocare benissimo con Leao e dargli da fermo molte palle sulla corsa, quindi auspico l’abbandono del 4-3-3. Per quanto riguarda Ibrahimovic sarà in disarmo ma i piedi nel tiro su calcio piazzato e non sono gli stessi. Non può trascinarci da solo ma credo possa dare un contributo importante.
“Non può trascinarci da solo ma può dare un contributo importante” dici
Ma per andare dove? Adamos, che la stagione è andata in malora da un pezzo, almeno secondo me, ovviamente.
La finale di Coppa Italia, una eventuale EL dove ci metteranno di nuovo alla porta?
Sulle statistiche della MLS farei la tara, perchè da tre anni a questa parte il miglior giocatore è tale Josef Martinez (88 gol 100 presenze) già carneade senza gloria nel Torino di Ventura…
copio incollo un commento che mi sento di condividere
“Stiamo ingaggiando un ex calciatore, per una barca di soldi, per fargli fare il sergente in una camerata di stronzi, perché l’allenatore, i dirigenti, le cosiddette “bandiere” non sono capaci di costringere dei professionisti a comportarsi come tali. Complimenti alla società.”
aggiungo solo che il sergente di ferro che bene male era capace di far remare la camerata di stronzi -cit. nella stessa direzione già ce l’avevamo ma Aivan e Batman&Robin volevano il belziuoco
Un attimo di pazienza ed esce il post sulla questione
Perfetto Marcovan!
Fre, ti ho già riportato un altro Martinez (peraltro di giocatori che hanno fallito in Italia da giovani e dilagato altrove è pieno) come Giovinco. Io penso che i ns. attaccanti farebbero fatica anche in MLS perché molto fisica seppur poco tecnica e non avrebbero la media di Ibrahimovic ottenuta lì, superiore a quella del Martinez da te citato.
Per il resto non insisto. Da milanista preferisco vedere in campo Ibrahimovic piuttosto che Piatek, almeno ho il sogno che ci sarà un lampo prima o poi.