Proskýnesis insegnava il vecchio professore del Liceo Classico era un saluto, che valeva come tributo a una persona di rango superiore, per classe sociale o per meriti. Potremmo tradurlo ora con riverenza, rispetto o qualcosa del genere.
Concetto davvero dimenticato, a quanto pare, nell’a.d. 2019. Che cos’è la riverenza o il rispetto? In senso figurato e non.
Il nostro allenatore Pioli lamentava, prima di una (probabilmente) fortunata cena di fine novembre, la mancanza nel gruppo Milan della riverenza nei confronti della maglia e del risultato. Nessuno del gruppo sembrava inchinarsi agli esiti della partita. Questione di rispetto e professionalità, forse il diritto del lavoro attuale è troppo amico dei lavativi? Quanti giocatori del Milan attuale si “inchinano” prima di entrare a Milanello alla maglia che indossano rimane una questione di voglia più che di lavoro.
Nel mentre la pletora dei “personaggi” che si sono costruiti una vita virtuale sugli insulti a Gattuso (perché calabrese come Mirabelli) hanno esercitato arte di mala fede nell’imputargli la cacciata di Ancelotti dal Napoli, condannato a 5000 anni più le spese, citando De Andrè, per aver accettato una panchina libera, liberata da un De Laurentis qualunque, uno che considera il cinema come il Pandoro della Bauli (panem et circensem direbbe qualcuno), uno che si inchina solo all’ego e siede spesso in tribuna con cardinali et similia … questi “personaggi” hanno venduto l’essere (forse) milanisti e, quindi il rispetto per Gattuso e Ancelotti allo stesso tempo, solo per un like in più, in un qualche social network, che li stava dimenticando.
120 anni di Milan e ripensi a Baresi. Chi è nato nel 1981 non può che pensare a Baresi. Chi ha letto libri meravigliosi come “Quando il Milan era un piccolo diavolo” non può che pensare a Baresi. Senza offesa per nessun altro. Uno che era in B e poi era Campione del Mondo a Tokyo. Uno che conosce la parola rispetto e riverenza. Uno che conosce la maglia rossonera.
Quando ti trovi a rileggere la storia di una squadra ultracentenaria che da qualche anno soffre, come già in passato ha sofferto (anche per molti più anni), capisci che la tua passione è nelle parole e nei gesti di tutti gli uomini veri che hanno giocato, lavorato e tifato per quella maglia. E che no, non tutti sono degni di essere invitati a questo compleanno.
6 commenti su “Un milanista a Berlino – Proskýnesis ai 120 anni di Milan”
I commenti sono chiusi.
Uh, Baresi. La sua fortuna è stata non ricoprire alcun ruolo “caldo” all’interno della società. Altrimenti avremmo assistito anche alla sua distruzione, ne sono certo.
Centoventi anni. Esattamente quanti ne avrebbe la mia adorata nonna. La quale, molto ironicamente, nei primi anni ottanta, quando le cose non andavano benissimo per il Milan, era solita sfottermi così, ovviamente in dialetto stretto: “Per forza fate schifo, siete vecchi quanto me…”
Visto che siamo in tema di ricordi liceali e di quarti di nobiltà (sportiva), mi è tornato in mente che un giorno un prof. ci spiegò l’etimologia della parola “snob”, che, a suo dire, sarebbe derivata semplicemente dalla sigla “s.nob.”, cioè “sine nobilitate” (senza nobiltà). Utilizzata in Inghilterra, la sigla veniva scritta, secondo il prof., negli elenchi degli studenti accanto ai nomi di coloro che non provenivano da famiglie di sangue blu (e che per questo motivo cercavano o avrebbero cercato di mostrarsi di elevata estrazione sociale con comportamenti che oggi, appunto, definiremmo “snob”).
Successivamente ho scoperto che in realtà questa storia non è totalmente vera (benché a un certo punto nel ‘700 la parola venisse usata in inglese per indicare i calzolai). Tuttavia, volendola prendere per buona, mi pare che a mancare di nobiltà rossonera siano alcuni giocatori ma anche un certo numero di tifosi parecchio attivi sulla loro tastiera, e che accanto al loro nome l’ipotetica sigla “s.nob.” starebbe benissimo.
Adamos, scusa se te lo scrivo qua, ma io non ho altro modo per contattarti. 😉 Nell’editor, la spunta sulla voce “In evidenza nella pagina iniziale” non va messa. 😎
Ecco, per esempio.
Questo account fa anche sorridere, non lo nego. Non è mai offensivo né volgare. Forse lo stesso Rino, qualora gli capitasse di leggere, ci farebbe sopra una risata. A me invece irrita enormemente. Colpa mia, sicuramente. Sono esagerato. Ma secondo me certe figure dovrebbero sempre essere lasciate in pace.
Grazie Corrado e bellissima la storia sul termine “s. nob”.
Marcovan, è incredibile guarda, mi sono preso la briga di leggere in questi 10 minuti (ormai leggo solo perché Twitter mi aveva nauseato) vari commenti su Gattuso, di noti e non noti, cioè io un odio così non l’ho mai visto.
Una roba assurda veramente.
Adesso stanno facendo l’esegesi della sua conferenza stampa stravolgendone il senso.
Nella parte in cui ha spiegato che “sente” la panchina del Napoli, in questo momento, più di quella del Milan a) sia per il fatto che prima di lui sedeva Ancelotti su quella panchina, suo “padre”, b) sia per il fatto che il Napoli è un ambiente totalmente nuovo per lui mentre il Milan non lo era, ovviamente è diventato che spala merda sul Milan.
Che cazzo ha fatto quest’uomo di male??!
penso che ci siano troppe persone con grandi difficoltà nella comprensione di testi e discorsi. Anche per questo faticheremo molto a crescere come Popolo Italiano.
Mi spiace per Ancelotti, ma evidentemente non c’erano più le condizioni per restare. ADL non è per niente facile da sopportare, è ingombrante in tutto. Gattuso non so cosa riuscirà a fare, ma gli auguro comunque di avere soddisfazioni.
A volte bisogna combattere con le loro stesse modalità questi tastieristi idioti, ma ogni volta che apro queste pagine mi sento a mio agio, come a casa. E ne sono orgoglioso.