Prendere gol oltre il novantesimo una volta ogni tanto è sfiga, su questo non ci piove. Prenderlo continuamente non lo è, e anche questa è una certezza. Quando al termine della partita contro il Lecce sono stati dichiarati i sei minuti di recupero, il mio primo pensiero è stato: okay, ce lo fanno, non reggiamo per così tanto tempo. E non ho pensato questo per scaramanzia o pessimismo, no davvero; l’ho pensato perché conosco oramai i miei polli. Come le mie tasche. A molti è tornato alla memoria l’incredibile pareggio di Brignoli da Benevento, ma lo zoccolo molle di questa squadra vanta un numero spropositato di altri pareggi e sconfitte subiti oltre lo scadere. Me ne vengono in mente tre senza eccessivi sforzi mnemonici: due derby — gol di Icardi in uno, rigore dello stesso causato stupidamente da Rodriguez nell’altro — e Milan-Atalanta dello scorso anno. Ripeto, la sfiga non c’entra niente, al di là del gol della domenica indovinato da Calderoni l’altra sera: è qualcosa di ben più serio e radicato nel cuore e nella mente di questi ragazzi a determinare episodi del genere.
Questa squadra ha paura della propria ombra. Non è malaccio tecnicamente checché se ne dica, ma non è in grado di reggere qualsivoglia tipo di pressione. Mi sembra ormai più che evidente. I minuti finali, specie quando una gara è ancora in bilico, sono quelli più caotici, quelli in cui la squadra che deve rimontare, o che semplicemente ha più coraggio, dà il tutto per tutto, attacca in massa, mena più forte. Pressione, dunque. Ma esistono anche altre fasi di una gara, per esempio quando si passa in svantaggio, e anche queste sono fasi nelle quali occorre sapere reggere la pressione. Ed è anche lì che questo gruppo, in particolare quello che ho definito poc’anzi lo zoccolo molle, dà il peggio di sé. Questo gruppo, l’ossatura di questa squadra, sta affrontando la sua terza stagione. Oramai dovrebbe conoscersi, dovrebbe avere imparato dai propri errori, sapere come muoversi in ogni circostanza, ma così non è. Reitera questi errori in modo sorprendente, irritante, sembra quasi che abbia la memoria di un pesce rosso. E le palle di un peluche.
Questa ossatura ha dei nomi e dei cognomi ben precisi, inutile che mi metta a stilare l’elenco della lavandaia. E’ principalmente l’ossatura di una squadra che ne determina il carattere, e sono dell’ossatura di una squadra le maggiori responsabilità quando le cose non filano per il verso giusto per così tanto tempo. Specialmente quando si sono cambiati ben quattro allenatori in tre anni. E’ profondamente sbagliato prendere di mira continuamente un singolo giocatore, ritenere che eliminando lui tutti i problemi svanirebbero come per magia. Prendiamo Suso come esempio. Giocatore che detesto, come atteggiamento in campo e come caratteristiche tecniche, tanto che talvolta vorrei svegliarmi in un universo parallelo in cui ci allena ancora Sinisa, il quale lo detestava quanto me (anche se gli preferiva Honda, altro giocatore urticante, ma bisogna precisare che la succulenta alternativa era Cerci). Tuttavia pur detestandolo, so per certo che la sua eliminazione dalla formazione titolare non farebbe crescere le palle al resto della comitiva. Più che un Suso in meno, occorrerebbero due o tre giocatori di spessore e personalità in più per evitare di vedere nuovamente i soliti obbrobri in campo, o quanto meno per vederli a cadenza normale. Ma non essendo oramai più possibile, bisogna sperare che Pioli ci capisca qualcosa e riesca a trarre il massimo da ciò che ha, e magari qualcosina di più. Com’era riuscito al tanto vituperato Gattuso, peraltro.
23 commenti su “Lo Zoccolo Molle”
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Beh, no, facciamoli i nomi di questo zoccolo duro.
Iniziamo dai giocatori di epoca berlusconiana:
Donnarumma G.
Calabria
Bonaventura
Suso
Romagnoli
Mettiamoci i titolarissimi (o i tutto sommato titolari) arrivati con la proprietà cinese:
Musacchio
Rodriguez
Kessié
Calhanoglu
Biglia
Vogliamo togliere il portiere? Togliamo Bonaventura che è stato fuori un anno? Va bene. Quello che resta è la banda dei mollacchioni.
Sui nomi elencati da Corrado credo possiamo essere tutti d’accordo.
Di sicuro a pesare di più è la mollezza dei giocatori più esperti e con più esperienza internazionale, mi riferisco soprattutto a Biglia, Musacchio e Romagnoli (più perché è il capitano che per l’esperienza). Un gradino sotto Suso e Calha, poi tutti gli altri.
Se non mettiamo nel motore qualche giocatore carismatico o di esperienza, di sicuro la fragilità della squadra non potrà essere risolta da Pioli.
Quello che ha scritto marcovan e’ puro distillato di verità.
E l’errore che imputo a questa dirigenza è stato credere che il problema del Milan-squadra fosse tattico.
Gattuso, povero pescatore, non sapeva schierare questi brillanti fuoriclasse. Mettiamo allora un maestro di calcio.
Et voilà, siamo tornati all’autunno 2017 con Pioli ad interpretare Gattuso.
Però Marcovan c’è anche un dare e un avere. L’anno scorso abbiamo anche vinto in recupero contro Genoa, Roma e Udinese. Però ti sei scordato del pareggio con la Lazio al 94′.
Squadra molto giovane senza un’ossatura di base (basterebbero anche due o tre elementi) con personalità.
Su Suso sono assolutamente d’accordo, ma comunque ha la capacità di mandarti in bestia.
io credo che Gattuso lo scorso anno abbia fatto un lavoro psicologico notevole e abbia spremuto il massimo da quella rosa.
Poi però al secondo derby siamo collassati mentalmente.
Avevate mai visto una scenata come quella di Kessiè, al Milan? Io non me la ricordo.
così su due piedi dico le-ciabatte-di-seedorf, ma si parla di quasi dieci anni fa
Tutto vero e tutto giusto.
Va però detto che eliminando Suso, quanto meno, in quei caotici momenti di pressione, ci troveremmo in 11 contro 11 ad affrontare l’arrembaggio finale e non con un uomo in meno che per di più mette in difficoltà chi gioca nella sua zona…
Di situazioni come quella di domenica in cui il nostro terzino si trova preso in mezzo da 2/3 uomini ne ricordo almeno una decina per anno e sono generoso…
Il nostro capitano è la riserva di Acerbi (sic!) in Nazionale.
Basterebbe cominciare da questo per farsi un’idea della realtà molle, appunto, del nostro “zoccolo”.
Chi ha vinto qualcosa della nostra rosa? Chi ha un buon numero di presenze in Champions League?
Andiamo a vedere.
Calabria la Supercoppa Italiana 2016 di Montella. 9 presenze in Europa League.
Bennacer la Coppa d’Africa 2019. O presenze in Europa.
Bonaventura la Supercoppa Italiana 2016 di Montella. 11 presenze in Europa League.
Castillejo non ha vinto nulla. Una 30ina di presenza in Europa League più 2 nei preliminari Champions.
Suso, che dovrebbe essere l’asso! La Supercoppa Italiana di Montella 2016! 14 presenze in Europa League. E un 5-6 con la Nazionale Spagnola.
Piatek, l’attaccante titolare, il bomber. Nessuna vittoria. Un 6 presenze in Europa League ai tempi del Lubin. E 9 con la Nazionale polacca.
Calhanoglu, il turco erdoganiano. Non ha vinto nulla. Ma attenzione attenzione. Conta 45 presenze con la nazionale turca. 24 presenze in Champions League. 19 in Europa League.
Borini. Vincitore di Campionato inglese ed FA CUP col Chelsea. 3 presenze in Champions League. 22 in Europa League.
Andrea Conti. Non ha vinto nulla. 3 presenze in Europa League.
Alessio Romagnoli (il capitano!). La Supercoppa Italiana di Montella ha vinto. 11 presenza in Nazionale maggiore. 13 in Europa League. Ripeto, il capitano!!
…. devo continuare?
Gli uomini della nostra rosa che hanno un minimo di esperienza internazionale e/o di feeling con la vittoria sono, nell’ordine:
– Pepe Reina (il portiere di riserva);
– Theo Hernandez;
– Lucas Biglia;
– Calhanoglu;
– Ricardo Rodiguez (il terzino sinistro di riserva);
– Borini (la riserva tuttofare);
in parte Rebic, Duarte (ha vinto due campionati brasiliani) e Paqueta (per le vittorie in Brasile e l’esperienza in Libertadores e Copa America).
Dove vogliamo andare se a gennaio non aggiungiamo almeno 2 elementi over 25 con mentalità vincente ed esperienza?
io mi ricordo questa dall’anno scorso che non mi và giù. Non mi è passata: con quei due punti eravamo terzi. Poi dicono che l’atalanta è andata in CL con i punti regalati dalla Juve. Li abbiamo regalati noi non la Juve.
E lo metto a corredo documentale del post di marcovan
Peraltro, mi sembra di ricordare che abbiamo rischiato grosso anche contro il Lecce su un contropiede scaturito da un nostro calcio d’angolo. Della serie, non impariamo nulla dalle bastonate nei denti che prendiamo.
Le riflessioni di Adamos sono interessanti. Se non si piazzano in mezzo a quei ragazzi due o tre tipi che sappiano cosa fare in ogni circostanza (non necessariamente top player, basterebbero due o tre Reina di movimento), saremo sempre qui a raccontarci le stesse cose. Perché su, oramai l’abbiamo capito tutti: questi, da soli, il salto di qualità non lo fanno.
Corrado, hai ragione, perché non fare i nomi? Concordo con te sui nomi dei “senatori” che con la loro mollezza contaminano i nuovi arrivati anziché influenzarli positivamente.
in teoria si, ma quelli buoni costano. Rischiamo di trovarci un altro Biglia (la sua funziona era quella).
Devo ammettere che forse avevamo veramente bisogno di Conte (che odio, ma che non guarda in faccia a nessuno), anche se, dopo il primo allenamento avrebbe cominciato a chiedere rinforzi.
Temo che dobbiamo solo stringere i denti e portare pazienza. Col tempo si fanno anche le zucche.
Siamo a 7 pti da Atalanta e 6 dal Napoli. Rimboccarsi le maniche e via
Marcovan,esattamente, basterebbero 2 o 3 Reina (non fenomeni-protagonisti di vittorie) di movimento. Concordo.
I nomi? Boh, francamente non riesco più ad essere così aggiornato sul mercato.
Io intanto un Ribery l’avrei preso, così come a gennaio su un Ibrahimovic ci farei un pensiero.
Il modello-Arsenal al Milan non può funzionare.
L’ambiente è già pronto a bruciare Leao come prima punta perché non ha visto la porta con il Lecce.
Al Milan ci vogliono anche 2-3 mammasantissima dalle spalle larghe.
Ripeto, ben venga il progetto-giovani ma questo non può e non deve escludere i 3 giocatori esperti che si caricano la squadra sulle spalle e favoriscono una migliore crescita dei giovani di valore, prendendosi la merd… quando arriva.
Ci rendiamo conto che, tra i titolari fissi, è il turco erdoganiano quello con un minimo di esperienza internazionale in Europa? Ci rendiamo conto di questo?
Ho letto che quest’anno gli introiti da sponsorizzazioni sono calati di 30 mln.
Ma quel cazzone di Gazidis, pagato come un top player, non doveva far lievitare i contratti al solo schioccare delle dita? Cosa sta facendo di utile al Milan questo manager illuminato e pure costoso? Oltre a parlare poco e pure a sbagliare l’unica volta che lo fa?
Ghost, in realtà Calcio & Finanza parla di un calo di 25 milioni negli ultimi 4 anni. Senza Coppe o soltanto con la coppa europea di serie B ci sta. Quindi non può essere colpa di Gazidis questa perdita. Però il tuo discorso in parte regge: non risultano nuovi danarosi sponsor alle porte, né pare che, pur avendo Aivan il mago, assisteremo a un’esplosione di ricavi nei prossimi mesi. A questo punto potevano assumere coglionesemper che, forte del suo corso serale di economia domestica, avrebbe ottenuto lo stesso risultato e sarebbe costato meno. Scherzi a parte, penso che Gazidis sia stato molto utile per ammorbidire l’UEFA. Il resto lo vedremo. Di certo, per ora, hai ragione tu.
Non sai quanto vorrei avere torto…
Coglioneverosemper, democratico quanto il ciccione coreano, argomenterebbe di economia con la stessa competenza che ha Malgioglio con lè donne.
Nel frattempo la Jeep (Gruppo Fiat-Chrysler) aumenta di un’inezia la sponsorizzazione ai gobbi. Benvenuti nel magico mondo del FPF.
Da 17 mln annui a 42 mln. Un aumento pazzesco, un aumento di capitale mascherato da sponsorizzazione.
Oramai questi si sono radicati nei piani alti del calcio, nella stanza dei bottoni e fanno il cazzo che gli pare.
Buongiorno a tutti.
Io credo che – come già più volte detto – questa squadra, il Milan in generale e non questa formazione, abbia progresivamente perso identità a iniziare dal 2010.
Non faccio i nomi dei colpevoli, la la causa sta nella improvvisa mancanza di obiettivi e prospettive.
Siamo diventati una squadra che mirava a campare, con allenatori inesperti e/o di modesto carisma.
Ci sono state ovviamente eccezioni: Seedorf, Mihailovic e Gattuso: ma ormai il danno era stato fatto: la mancanza di uno zoccolo di esperienza nello spogliatoio ha lasciato le giovani reclute in balia degli eventi. E si tratta di reclute che avrebbero potuto fare molto meglio. E’ vero che loro hanno le loro colpe ma la società che c’era stato negli anni precedenti al 2000 non avrebbe mai consentito che nello spogliatoio entrassero “bacilli” del fancazzismo come Ronaldhino e Cassano.
Io considero ancora un delitto che uno dei migliori potenziali punteros che abbia visto sia stato lasciato crescere nella scuola di Allegri e Barbarba Berlusconi. Mi riferisco ovviamente a Pato.
E non dimentichiamo gli Acerbi e El Shaarawi. Più altri giocatori di minore livello ma che non erano scarsi come si sono dimostrati: schiacciati tra le responsabilità e l’incapacità di gestire le ansie.
Purtroppo questa formazione e questa squadra da ormai 10 anni va nel panico con facilità.
Gattuso era risuscito a medicare questo malessere ma purtroppo la fatica gli è costata troppo.
E gattuso credo sia l’esempio della gogna mediatica a cui si può essere sottomessi.
Gli uomini da soli non bastano in senso positivo, aiutano ma non bastano; invece in senso negativo ne può bastare uno solo a rovinare lo spogliatoio: Ma pensare che UN uomo cambi l’inerzia e’ stato l’errore dei Moratti: serve un ambiente
Io cerco conforto nella storia: i Tassotti, i Baresi, Evani … avevano nel loro dna le codizioni per essere di più. Quando queste condizioni si sono manifestate anche loro si sono espressi in modo differente.
Lo stesso vale per l’Atletico che navigava a mezza classifica. Con Simeone gli stessi mezzi giocatori della stagione precedente trovarono gamba e convinzione.
E’ un lavoro lungo: ricordate quando con Allegri i gol presi su calcio d’angolo.
Purtroppo paura e ansia chiamano altra paura e ansia.
pazienza
portate pazienza e leggete tutto
tutto no… ma qualcosina si, con i pochi neuroni residui che mi restano.
Preferisco comunque pensare al campo, parlare e sentir parlare di tattica e tecnica, di uomini e psicologia.
I maneggi della FIAT sulla Juve ci sono sempre stati nella storia del calcio italiano anche quando la FIAT era più potente di ora. Risultato: 2 CL a 7, anyway
we
Un altro interessante editoriale di Serafini. Oltre alla gradevole sensazione che ci legga (ma forse più semplicemente la pensa spesso come noi), c’è una chiusura sibillina. Non nuova peraltro, ce n’è una simile in un suo editoriale precedente.
sai che stamattina ho avuto le tue stesse impressioni? Evidentemente con Serafini siamo sulla stessa lunghezza d’onda e dunque abbiamo almeno il conforto di non essere del tutto fuori strada. E se anche ci leggesse davvero, non ne sarei troppo sorpreso. 😉
La storiella dell’andare a letto presto l’aveva già scritta, è vero. Devo pensare che ci sono situazioni extra campo che incidono sulle prestazioni o semplicemente è una metafora per reclamare più impegno in generale? io propendo più per la prima ipotesi, a dirla tutta.
La gobba ladra ha purtroppo storicamente avuto un’influenza nefasta nel calcio italiano e, per quel poco che ha potuto, europeo.
Andrea Agnelli mi da l’idea di aver perso l’equilibrio e così andando non sarei stupito se
a) la **** finisse indagata per falso in bilancio
b) finisse indagata per tentativo di corruzione
Sono sempre stati superbi e arroganti ma adesso si rendono conto che N campionati italiani non valgono un casssso…
Vederli annaspare nel disperato tentativo di emergere dal nulla mi diverte, pensare che dal nulla possano emergere alla pubblica infamia mi esalta