Mancano 90 minuti più recupero alla fine. Questo campionato, nella sua interezza, rispecchia fedelmente ogni singola partita del Milan disputata durante l’anno: sempre in affanno contro qualsiasi avversario, sempre o quasi un gol di scarto, sia nelle vittorie, sia nelle sconfitte. Non c’è mai stata una partita rilassante, quest’anno. Le abbiamo vissute tutte col cuore in gola, e ogni triplice fischio con un senso di liberazione indescrivibile. Altre squadre di medio-alta classifica hanno perso o pareggiato, disputato gare ad alta tensione e vinto o perso al fotofinish, ma nessuna — e sono certo di quanto affermo — ha sottoposto i propri tifosi a tale snervante incertezza in tutte le gare da essa giocate. Anche in quelle dove il risultato favorevole al Milan è stato più largo (evento peraltro assai raro), chi ha buona memoria può benissimo confermare quanto il loro andamento fu ben più incerto di ciò che i rotondi risultati, letti così nero su bianco, potrebbero lasciare credere. La classifica dice che Atalanta e Inter sono appaiate, e noi siamo a una lunghezza. Ho tentato di analizzare ogni possibile combinazione di classifica avulsa e ho rapidamente desistito: la violenta emicrania che ne è seguita è stata ancora più devastante di quelle che mi colgono in vacanza o per lavoro allorché mi vedo costretto a comprendere quella lingua fetente che è l’inglese (comunque sempre meglio del veneto montano stretto dei suoceri, fidatevi). A ogni modo, per semplificarmi il più possibile la vita, ho deciso che bisogna vincere a Spal e buonanotte. Il resto lo vedrò quando accadrà.
Non ho mai dato troppa importanza ai vari cambiamenti subiti della nostra divisa nel corso del tempo. La larghezza delle righe, la percentuale di rosso o di nero, il colore dei pantaloncini, dei calzettoni, cose così. Non dobbiamo sfilare in passerella, dobbiamo andare in campo, mordere l’erba e distruggere gli avversari. A patto che non ci siano altri colori oltre il rosso, il nero e il bianco, le modifichino come più ritengono opportuno, purché quelle divise le facciano indossare a giocatori forti, onesti e professionali. Questo ho sempre pensato. Tuttavia non è che non abbia anche io le mie preferenze, anzi: per me le righe devono essere sempre verticali e sottili, perché così le volle Herbert Kilpin, perché così erano all’epoca in cui diventai milanista, perché così le avevano addosso Gianni e l’esordiente Franz. I pantaloncini li voglio bianchi, non neri; e per carità, rossi non si possono vedere. I calzettoni? Neri col bordo rosso, ovviamente. So perfettamente che nel tempo ci sono state divise di ogni genere, e non soltanto per le moderne imprescindibili ragioni di marketing (negli anni del Gre-no-li le righe erano diventate orrendamente larghe); ma fa lo stesso, secondo me la divisa con la D maiuscola è e rimarrà sempre quella sopra descritta. Di quella nuova sono più che soddisfatto, a parte per i calzettoni che come ho detto preferirei neri; ma si avvicina molto a quella perfetta, ci posso passare sopra.
Infine Ignazio Abate, il quale domenica scorsa ha salutato commosso il suo stadio per l’ultima volta da giocatore. E’ stato un terzino destro onesto, Ignazio, scarso tecnicamente ma forte fisicamente e veloce come un fulmine. Ha dovuto subire una marea di insulti durante la sua carriera rossonera, forse ingiustificati, poiché sono sempre stati evidenti la sua professionalità e il suo attaccamento alla maglia, pur con tutti i limiti tecnici di cui parlavo. Era l’ultimo campione d’Italia che avevamo in rosa, già questo dovrebbe provocare un pizzico di malinconia anche ai suoi detrattori più accaniti; e farci dimenticare una volta tanto i (tanti) piccioni uccisi dai cross, gli appoggi diversamente precisi a compagni distanti pochi centimetri, o quel Diego Milito che puntualmente lo irrideva con la sua unica finta. Ho voluto bene a Luther Blissett, voglio bene anche a te, Ignazio.
15 commenti su “Ultimi 90, divise e Abate”
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Delle ultime 4 che ci mancavano, quando venivamo dalla sconfitta col Torino, ho sempre pensato che quella a Ferrara fosse la più difficile e lo penso tuttora.
Noi intanto facciamo il nostro (cioè quanto di più lontano dal primo tempo di Milan-Frosinone) e poi sia quel che sia.
Già il brivido di poter perfino arrivare ancora terzi (sic!) all’ultima giornata è qualcosa che regala l’esatta dimensione del nostro campionato ma anche delle nostre rivali. Noi che tanto abbiamo faticato, sempre di misura le nostre vittorie, siamo ad un punto dalla maestosa Inter di Suning e dalla favola Atalanta …
Maglietta molto molto bella.
Abate. Abate è stato un Angelo Colombo meno fortunato, perché ha avuto in squadra Ibrahimovic e Thiago Silva solo un paio di stagioni, altrimenti sarebbe potuto diventare un gregario vincitore di tutto.
E’ stato un terzino onesto che ci ha sempre messo l’anima (a differenza di tanti suoi compagni) e che merita un onesto tributo, un simbolo, suo malgrado, degli ultimi (?) 10 anni berlusconiani.
Aprirei anche il capitolo Montolivo. Sapremo un giorno che cosa è successo fra lui e Gattuso? O fra lui e la società? Per me anche lui era nel plotone degli onesti gregari alla Abate poi è sparito dai radar fino al punto da non meritare nemmeno la convocazione per l’ultima gara a Milano della sua carriera rossonera? Deve proprio aver fatto qualcosa di gravissimo immagino io altrimenti mi sembrerebbe, comunque, eccessivo. A prescindere dalla bravura o meno del giocatore.
Perfetto. Peccato non mi sia venuta in mente per il post.
Di Montolivo ne ho lette di ogni. Approfondiremo più avanti, ma temo che non trapelerà mai nulla e che saremo costretti a fare soltanto congetture (a meno di un’ennesima autobiografia esplosiva di fine carriera). E mi spiace, sarei curiosissimo di sapere che diavolo è successo.
Un pensiero lo dedico anche io a Niki Lauda. E’ stato il primo pilota per il quale ho tifato ed è grazie a lui che sono diventato ferrarista. Gli volevo bene.
Tutto giusto quanto si scrive su Abate.
Come il boss dedico anch’io un pensiero a Lauda (fatto anche su facebook).
Ciò che mi preoccupa è quanto si legge, si parla di nuovo che saremo fuori della’Europa, che il ricorso al TAS è stato un boomerang ecc.
Acquisti con contagocce. Conte all’Inter, fila di mister alla Juve…
Pazienza, godiamoci domenica e poi vediamo che succede questa estate.
La maglietta mi ricorda il mio Milan fine anni 60, con il colletto sarebbe più carino, anche se io preferisco le righe larghe, ma la maglia è un dettaglio ciò che conta è il “contenuto”! 😉
domenica si saprà quale sarà la nostra destinazione. Certo che essere a un solo punto dai prescritti e dai bergamaschi fa solo rabbia, ora. Abbiamo scialacquato punti preziosi sia per demeriti nostri che per errori altrui, ma è inutile recriminare: la colpa è solo nostra.
Leggevo un editoriale nel quale si ipotizzava il fatto che, una eventuale rinuncia del Milan a partecipare alle Coppe potrebbe anche far comodo per svincolarsi dall’Uefa per il FPF e poter investire anche pesantemente, puntando tutto sulla prossima stagione. Al contrario si dovrebbe comunque sottostare ai vincoli di Nyon e il riassetto della squadra avrebbe i paletti che ormai conosciamo. Ma secondo voi è una ipotesi assurda o vale la pena valutarla?
La maglia così mi piace molto. E’ molto simile a quella originaria, come giustamente sottolineato nel post, in più evoca ricordi lontani per il tempo ma vicinissimi per il cuore. Bella.
Abate è un bravo ragazzo, è diventato uomo con la maglia rossonera addosso e, come tanti altri suoi predecessori, è giunto al termine della sua esperienza sul campo. Non è mai stato un fuoriclasse, ha sempre avuto grossi problemi con i cross e con Milito ma dalla sua ha sempre dimostrato impegno e serietà in campo e fuori. Atleticamente forte nella corsa, quest’anno ha fatto anche il centrale di difesa con buoni risultati. L’ultimo milanista di lungo corso: ciao Ignazio!
Se fosse vero che rinunciando quest’anno all’Europa ci verrebbero perdonati tutti o buona parte dei peccati, sarebbe fantastico. Ma dubito che sia così semplice. Vedremo. Al catastrofico resto che si legge su di noi in questo momento non darei troppo peso. I media non sanno un cazzo, quindi inventano, come sempre.
Si parlava di qualcosa di simile qualche post fa con Fede TNE n.1.
Tecnicamente, detto in maniera sintetica, abbiamo una sanzione non ancora esecutiva riguardante il triennio 2014-2017. Sappiamo tutti che era stata irrogata l’esclusione dalle coppe per questa stagione in corso, il Milan ha impugnato al Tas, il Tas ha accolto per sproporzionalità della sanzione, la Uefa ha irrogato una nuova sanzione (più importante delle quali il pareggio di bilancio entro il 2021), il Milan ha impugnato nuovamente al Tas.
Non avendo accettato nemmeno la seconda sanzione irrogata, come atto d’ufficio, il Milan è stata nuovamente deferito per il triennio 2015-2018, era ovvio, palese e scontato.
Come se ne esce?
L’Uefa attenderà il nuovo pronunciamento del Tas per irrogare la seconda sanzione, in quanto vi è da comprendere se tecnicamente può trattarsi di una recidiva? E se il Milan impugnasse nuovamente il secondo pronunciamento del Tas al Tribunale federale svizzero?
La strategia del Milan potrebbe anche essere di continuare ad impugnare tutto per guadagnare tempo, senza giungere in tempi stretti ad una sanzione esecutiva, né per l’uno né per l’altro triennio, di modo intanto da recuperare da un punto di visto economico-finanziario ma con quali effetti ed opportunità politica nei rapporti con la Uefa?
Il mio consiglio sarebbe, appunto, in caso di conferma della qualificazione alla sola Europa League, di cercare un Settlement Agreement di fatto, un accordo tombale con l’Uefa, che non potrà prescindere dall’accettazione della squalifica per un anno dalle competizioni europee, purché sia permesso un rientro nel pari di bilancio con un maggior margine temporale (per esempio 2023 invece di 2021) anche a fronte di una multa molto salata o di una conferma delle restrizioni di rosa.
Questo non significherebbe, ovviamente, potersi muovere liberamente nel prossimo mercato ma certamente si potrebbe pensare al risanamento economico-finanziario con meno ansia, arrivando progressivamente (nell’arco dei 4 anni) al pari di bilancio.
Io lo accetterei senza problemi se non dovessimo arrivare quarti (o terzi) ovviamente.
Adamos8181,
condivido
tra l’altro rinunciare a una competizione e a relativi introiti mi sembra che porti ad alcune valutazioni strategiche conseguenti
le prime che mi vengono in mente sono
– che alla società non interessano i pochi soldi
– che la società può risparmiare sul numero dei giocatori in rosa compensando ampiamente le perdite
– che la squadra può formare uno “zoccolo duro”
Andare il CL per fare numero e sperare nella buona sorte dei sorteggi o fare una stagione programmata?
Scusate, me le sanzioni del FPF riguardanti rose e partecipazioni alle coppe non valgono a partire dalla prima stagione nelle coppe? Cioè, se uno non si qualifica, sconta la stagione successiva. O sbaglio?
Sì è così e per questo era importante qualificarsi quest’anno, cosa che per fortuna abbiamo già fatto almeno all’Europa League (preliminari come minimo).
Jtura io fosse Champions battaglieri, fosse EL no.
In ogni caso, i paventati ricorsi ai tribunali non sportivi perchè il FFP impedirebbe di fare impresa, a rigor di logica sarebbero sacrosanti.
Ad oggi la situazione è sbilanciatissima perchè la Premier ha diritti televisivi stratosferici – che nessuna altra lega può sperare di eguagliare pure sul lungo periodo; gli Emiri pompano soldi al bisogno tramite sponsor “amici”; Real e Barcellona sono appunto Real e Barcellona.
Pretendere che ogni altro contendente inizi la risalita con le sole risorse interne al sistema, vuole dire di fatto IMPEDIRE ad ogni altro contendente di iniziare la risalita. (e scusate la ripetizione.)
Fre, concordo totalmente.
Il FPF, a mio parere, è la cristallizzazione di un oligopolio, oligopolio
1) o che si è potuto formare grazie alle risorse interne del proprio sistema (Premier League come dicevi Tu ma anche Liga, ove la divisione della fetta-diritti-televisivi è totalmente a favore di Real Madrid e Barcelona)
2) o come per FC Ratti 1897 a) facendo continuati disavanzi di bilancio prima della sua introduzione; b) generando una rete di società satelliti, di fatto, cui fare riferimento per le plusvalenze degli Sturaro o dei Mandragora; c) sfruttando il modo, a dir poco, agevolato con cui hanno potuto costruirsi lo Stadio nuovo nel comune di Torino; d) contando sulla peggior classe arbitrale degli ultimi 20-25 anni a voler concedere la buona fede …
3) o come per PSG e Manchester City (che è agevolato anche dall’essere in Premier League), sia operando i disavanzi di bilancio iniziali quando il FPF non era ancora pienamente a regime, sia gonfiando il conto economico con sponsorizzazioni farlocche, come ben hai ricordato.
In questo oligopolio dove il campionato italiano, tedesco e francese sono diventati una ridicola parata/allenamento di PSG, Bayern e FC Ratti 1897; quello spagnolo è una partita di tennis fra Barcellona e Real Madrid con spesso punteggi, appunto, tennistici per ambo le parti; mentre quello inglese è competitivo perché la Premier League ha proprie risorse interne inavvicinabili per gli altri per visibilità internazionale … tu con questo FPF ove il Voluntary Agreement non è mai stato effettivamente attuato come puoi tornare competitivo?
Come puoi utilizzare il conto economico, e solo quello, come indice di solidità di un club calcistico? Un club calcistico è solido se è in grado di sostenere quella perdita ed è in grado di sostenere i suoi debiti, così come uno Stato. Se la ratio del FPF era quella di salvaguardare i club calcistici è questo che si dovrebbe guardare, l’industria del calcio non è nata per generare utili da suddividere fra i soci, non è una s.p.a. come le altre, è una organizzazione di tendenza nella sostanza.
Quindi la battaglia sarebbe sacrosanta. Io, quantomeno come nuovo proprietario, che dimostro di poter sostenere a livello economico (disavanzo di bilancio) e finanziario (debiti) la rinascita del mio club devo poter immettere capitali per colmare quel gap con l’oligopolio, almeno nella stessa misura e per lo stesso periodo temporale che è stato concesso a quelle squadre prima dell’introduzione del FPF, quando io non ero ancora nel mondo del calcio.
Marcovan, te le spiego io le probabilità di accedere alla CL.
Se vinciamo abbiamo 8 prob. su 9 di passare, l’unica combinazione che ci estromette è la doppia vittoria nerazzurra.
Se pareggiamo abbiamo 2 prob. su 9 … l’Atalanta deve perdere e l’Inter vincere o pareggiare. Se pareggiamo e Atalanta e Inter perdono siamo fuori, a meno che vinca la Roma. A quel punto ci sarebbero 4 squadre a 66 punti ma passeremmo noi e i cuginastri per la classifica avulsa (Inter 9, Milan 8, Atalanta 7, Roma 5).
Otto su nove non è male. Ma resto estremamente scettico. Non è scaramanzia la mia, è che non dipende soltanto da noi.
Io credo che la nostra partita non sarà facile ma se proprio proprio dovessi scommettere 50 cent li metterei su Inter-Empoli diretta da Banti …
Atalanta-Sassuolo credo sarà una passeggiata, il Sassuolo ha tutto l’interesse a far giocare al Mapei la Champions League.
L’Atalanta giocherebbe al Mapei pure l’Europa League, nel caso. E’ già stato deciso.
E gli Atalantini farebbero il tutto esaurito lo stesso (lo so per esperienza diretta, mi sono imbucato l’anno scorso per Atalanta-Everton, pieno come un uovo).
In caso di Champions l’affitto sarebbe più alto? Non so, non credo. Se noleggi una macchina e mentre vai dal titolare a saldare vinci i milioni al superenalotto, accetteresti che il suddetto dicesse “Sai che c’è, visto che adesso sei più ricco di 30 secondi fa, pagami il triplo…”