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Non so se Piatek sarà un flop oppure un crack. Mi accontenterei che fosse quel realizzatore che ci ha lasciati di stucco nella prima parte di stagione. D’altronde quello deve fare un attaccante: realizzare, buttarla nel sacco. Il come non ha importanza, di culo, di schiena, di naso, di orecchio, faccia lui. Per la verità il polacco ha un discreto repertorio, per lo meno da quanto ho potuto constatare osservando le immagini che circolano in rete: fisicamente è tosto, sopra la media dei pari ruolo, e tecnicamente è niente male. Scordiamoci l’eleganza del connazionale Lewandowsky, il cui talento è talmente evidente a prima vista che chiunque potrebbe constatarlo;  Krzysztof è diverso, sicuramente meno bello da vedere, quindi più difficile da notare, ma è comunque  molto abile nello smarcarsi, a liberarsi per il tiro (quasi sempre di destro) o  a colpire di testa con precisione. Si dice inoltre che possegga una forte capacità di concentrazione e sia dotato di grande determinazione. Una delle eminenze del calcio polacco, Michael Probierz, ex tecnico di Piatek, ha detto di lui, quando il giocatore se lo filavano in pochi e noi ancora eravamo intenti in pratiche onanistiche per l’arrivo del già pentito Gonzalo non pensando minimamente a qualcun altro: “Tra qualche stagione varrà 30 milioni di euro, lo dissi di Lewandowsky e ora lo dico di lui. Chiunque non lo voglia ora, si pentirà di non averlo comprato per una miseria”.  Nessuno sa quale sarà il rendimento di Krzysztoff Piatek d’ora in avanti, ma l’operazione di Leonardo sulla carta sembra ineccepibile. Chi ne capisce assicura che, tenendo presente il costo di cartellini, ingaggi, ammortamenti vari di chi va (Pipita) e chi viene (Piatek appunto), il Milan risparmierà qualche milione, forse otterrà uno sconto per il riscatto di Bakayoko e nel contempo si è assicurato un giovane e promettente attaccante che ha già dimostrato di non avere problemi di ambientamento nella nostra serie A.

C’è chi sta storcendo il naso per la sostituzione di un top player come Higuain con un illustre semisconosciuto. Si tratta dei soliti eterni scontenti, o dei numerosi haters di Leonardo ancora incazzati per il “tradimento” di qualche anno fa che non vedevano l’ora di passare all’attacco. Sembra pazzesco ma ancora c’è qualcuno che giustifica l’argentino sostenendo che il suo disagio sia stato conseguenza degli scarsi rifornimenti pervenutigli: cazzate. Qualcuno non comprende ancora cosa sia veramente accaduto. Eppure non si tratta di indiscrezioni provenienti dalle solite bizzarre fonti che popolano il web, è stato tutto detto, stradetto e confermato: Higuain dovette accettare la destinazione Milan obtorto collo, ed era già scazzato ancora prima di cominciare. Il rigore sbagliato contro la Juve non è stato l’inizio della crisi, bensì la proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso. Dopo il pessimo gesto di avere preteso di battere un rigore che spettava a un compagno, peraltro per uno sciocco regolamento di conti personale contro la sua ex squadra,  e dopo la figuraccia planetaria di sbagliarlo per  farsi poi cacciare fuori per proteste, le sue già scarse motivazioni si sono azzerate, e la sua storia milanista di fatto è terminata lì. La colpa di come sono andate le cose è sua e di nessun altro, sarà bene ricordarlo sempre alle presenti e future vedove dell’argentino. Gente come Higuain è meglio perderla che trovarla; a questo Milan servono giocatori motivati, affamati e rispettosi della maglia, non primedonne isteriche e viziate che a ogni passaggio sbagliato dei compagni si mettono platealmente le mani sulle testa e si lamentano. Difficile prevedere quale sarà il rendimento di Krzysztoff Piatek, ma il ragazzo parte già con un vantaggio non indifferente: fare peggio di chi l’ha preceduto, sia calcisticamente sia umanamente, sarà difficilissimo.

12 commenti su “Piatek

  1. Tonali ecco uno che seppur richiesto da tutte le maggiori società italiane se ne esce con questa dichiarazione… mi sta parecchio simpatico “Tonali, messaggio al Milan: “Sarebbe un sogno essere allenato da Gattuso”

  2. i numeri parlano chiaro, se poi qualcuno non vuole ammettere che è già discretamente forte così e che può ancora migliorare, beh.
    Comunque il tifo rossonero è pieno di vedove di qualche giocatore o dirigente.
    Montolivo, ad esempio, è uno di quelli che raccoglie consensi da chi non si pone affatto il problema del perché sia stato messo fuori, ma soprattutto del perché abbia un orgoglio pari a quello di un lombrico non chiedendo di andarsene.
    Poi ci sono le clitoridine di Adrianone e le fans di Conte in rossonero che, se vai a guardarle bene, ti accorgi che sono come Brachetti, un trasformista ma pur semper un solo elemento. Chiaro no? :rotfl:

    Ho letto anch’io di Tonali e se, come scrivono in tanti, è davvero forte potrebbe farci molto comodo. E poi sottrarlo alle altre squadre interessate non sarebbe affatto male.

  3. Tonali si sta offrendo in modo quasi indecente e lo sta facendo da mesi. Io ci proverei. L’ho visto fare cose molto interessanti. Poi magari è un bidone, ma d’istinto ne dubito fortemente.

  4. Tonali mi piacerebbe.
    L’ingaggio di Piatek, che non mi fa impazzire e per me fin troppo costoso, spero si riveli come fu quello di Bierhoff all’epoca. Arrivato con umiltà, guardato con sufficienza da quasi tutti, alla fine si rivelò un uomo importante.

  5. Se Piatek sarà un buon acquisto per il Milan, lo scopriremo solo col tempo. In termini assoluti, il giocatore che arriva vale al momento meno del giocatore che esce.

    Gonzalo Higuain è un giocatore di notevole esperienza internazionale, che ha giocato una finale mondiale e due finali di Copa América (perdendole tutte, va precisato), numerosi incontri nelle coppe europee e ha indossato maglie importanti per molti anni. Poi, subentrano il discorso relativo alla motivazione e quello riguardante l’età. Gonzalo Higuain al Milan non voleva starci punto – anche se la firma sul contratto non l’ha messa con la pistola alla tempia, suppongo. Un giocatore demotivato, per quanto ben pagato (e Higuain al Milan prendeva uno degli stipendi più alti della Serie A), è un giocatore che non serve o comunque rende meno del dovuto. E’ altresì vero (forse) che il contesto rossonero attuale non aiuta gli attaccanti a rendere al meglio. C’è da aggiungere, però, che un grande campione trascina la squadra, non aspetta semplicemente di essere servito – e uso il verbo “servire” nel suo significato più generico qui. Senza volerlo eccessivamente denigrare (lasciando perdere la fede rossonera, io sono comunque un estimatore del giocatore), stiamo inoltre parlando di un giocatore di 31 anni che, per giunta, spesso in passato non ha mostrato una condizione fisica eccellente.

    Mezza stagione da protagonista l’hanno avuta in molti in carriera. Anche Keisuke Honda fece un girone di andata a suon di gol, per dirne una. Ecco perché gli acquisti di giocatori appena rivelatisi come Krzysztof Piatek possono essere un’arma a doppio taglio: o hai fatto l’affarone, spendendo meno di quanto avresti speso successivamente per l’acquisto di un astro nascente, o ti hanno rifilato il bidone. L’età – 23 anni e mezzo – è sicuramente dalla sua parte. Sappiamo, per esperienza, che chi rende in provincia non è detto che renda a San Siro. Detto ciò, vista la situazione creatasi con Higuain, credo che la società abbia portato a casa un buon colpo. Dita incrociate, ora.

    In generale, pur tra i mille problemi della supervisione UEFA e del gioco che scarseggia, questa mi pare una stagione diversa, in senso positivo, dalle più recenti. Certo, anche l’anno scorso la proprietà cinese sborsò inizialmente un sacco di soldi (spesi male, a mio avviso, rivoluzionando la rosa piuttosto che puntando a grossi acquisti mirati), ma a gennaio si iniziò a capire che di fronte a risultati sportivi deludentissimi e a una situazione economica meno florida del previsto, non si era in grado di operare per raddrizzare la situazione (lascio perdere le teorie su chi o cosa fosse realmente la proprietà di allora). Ora vedo una solidità finanziaria alle spalle che pochi discutono – al massimo si possono discutere la volontà di spendere o i paletti UEFA, ma a priori soldi per investimenti ci sono, e sti soldi vengono effettivamente spesi. Abbiamo preso sto Paquetà, ben pagato. Via Higuain, invece di pensare a un ripiego stile Quagliarella, si è andati sul giovane attaccante più in vista in questa metà stagione. Al quarto posto, di riffa o di raffa, ci siamo. Poi magari arriviamo ottavi e cambiamo tre allenatori da qua alla fine e Piatek si rivela un brocco, per carità. Però, ecco, può anche darsi che accada qualcosa di molto diverso.

  6. io mi auguro solo che oltre a comprare centravanti in serie si cominci anche a fare serissime riflessioni su chi e come schierare in attacco.

    finchè giocheremo con questo 433 di merda e con suso/chalanoglu ali, continueremo a giocare di merda e il centravanti non la vedrà mai.

    l’unico che la butterà dentro sarà cutrone,la carta della disperazione.

    io spero che prima o poi si torni a giocare con due attaccanti,un fantasista e si sbattano fuori dai coglioni queste mezzeseghe di attaccanti esterni che non servono a un cazzo.

  7. Per me invece Zio ha detto cose giustissime fino a un certo punto, poi ha concluso in modo inesatto. Nel senso che secondo me bocciare un modulo o ergersi a sostenitore di un altro è sbagliato. Dipende sempre tutto dai giocatori e dalle loro caratteristiche. E’ verissimo, Suso e Calhanoglu non sono due esterni da 4-3-3, sono due trequartisti adattati, di conseguenza penalizzano l’unica punta. Sono entrambi lenti, tendono a tenere troppo la palla e non vanno mai a crossare dal fondo. Lo sanno benissimo anche Gattuso, Leo e Paolo questo, né Zio Alduccio né Marcovan credo possano insegnare loro qualcosa a livello calcistico. Toglierne uno (diciamo Cala, che non sopporto quasi più) e mettere l’altro dietro due punte sarebbe una soluzione, ma poi bisogna vedere chi c’è dietro di loro, sia a centrocampo sia sulle fasce difensive. Se perdi equilibrio in campo, poi prendi caterve di gol e sei punto e capo. Purtroppo, se adesso ci si intestardisce a giocare con un modulo evidentemente poco adatto alle caratteristiche dei giocatori, probabilmente è perché è l’unico che garantisce un certo equilibrio. Poi ne risente il gioco, è ovvio, ma l’alternativa è fare ancora meno punti di quelli che stiamo facendo ora.

    Io credo che soprattutto il prossimo mercato, ma anche quelli successivi, ci diranno quale direzione tattica intende prendere la società. Finora le mosse effettuate hanno detto poco, sono state tutte obbligate o quasi. Higuain e Caldara per la fuga di Bonucci, poi Piatek per quella di Higuain. Bakayoko per la scarsità numerica a centrocampo dopo l’addio di Locatelli. Paquetà è stato una grossissima occasione, una leonardata da non lasciarsi sfuggire (secondo me è l’ennesimo trequartista, poi magari si dimostrerà la mezzala di qualità che ci serviva e meglio così). Voglio dire, finora il materiale era stato assemblato (disordinatamente) da altre dirigenze, ben due, occorre tempo per vedere dove voglia andare a parare quella nuova. Se in futuro arrivassero due esterni rapidi come fulmini in grado di puntare la porta oppure andare sul fondo e crossare, a quel punto sarà chiaro che si sta pensando a un 4-3-3 di base. Vedremo, c’è chi ama un modulo piuttosto che un altro e ci sta, ma adesso non è certo il momento di promuovere o bocciare nulla.

  8. ovvio che non esiste il modulo sempre giusto o sempre sbagliato a prescindere, ma al milan da anni a questa parte si fa apposta per giocare in questa maniera sbagliata con gli uomini sbagliati,e poi si meravigliano se arrivano sesti,ma va!

    la storia dell’equilibrio è aria fritta, buona per far giocare gli unti di gattuso.

    una squadra ha bisogno sia di equilibrio ma soprattutto di gioco

    non puoi avere solo equilibrio e sperare di vincerla con cutrone al 90

  9. In ogni caso tenere sempre a mente il vecchio e saggio consiglio “och, pazienza e bus de cul” del grande Arrigo.

  10. O. T. Ieri sono rimasto a casa per un forte raffreddore. Mi sono rivisto su YouTube uno special della stagione 87/88. Porca della miseria che nostalgia nel rivedere le cavalcate delle treccine di Gulliit. Sembra ieri ma sono passati oltre 30 anni. Che immenso squadrone.

  11. Calhanoglu effettivamente pare essere più trequartista (ieri ero con tre tedeschi di origine turca appassionati di calcio e, di fronte ai miei commenti denigratori, tutti e tre mi dicevano che il turco in realtà gioca fuori ruolo nel Milan). Suso, invece, vederlo giocare in un ruolo diverso da ala destra non ce lo vedo (qualche volta dietro le punte mi pare abbia giocato, se non ricordo male).

    Un’idea potrebbe essere un 4-2-3-1, però non saprei…

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