“Il Milan è sempre stato per me un affare di cuore e passione, la mia storia, quella di mio padre e quella dei miei figli lo dimostrano e nessuno potrà cancellare questo nostro legame con i colori rossoneri. Proprio questo forte legame mi impone di essere attento, preciso e professionale nell’accettare l’incarico che mi è stato offerto; certo, sarebbe molto più facile seguire l’emozione della proposta e dire di si, senza pensare alle possibili conseguenze e partire a testa bassa in questa nuova avventura. Invece no, non posso, devo rispettare i valori che mi hanno accompagnato durante tutta la mia vita, devo rispettare i tanti tifosi che si sono negli anni identificati in me per passione, volontà e serietà, devo rispettare il Milan e me stesso.
Vorrei chiarire alcuni concetti ai tifosi milanisti e a parte della stampa, che ha raccolto e raccontato delle notizie che spostano la sostanza della questione sull’aspetto economico, dimenticando l’importanza che io e la mia famiglia abbiamo dato al senso di appartenenza al Milan: la retribuzione è sempre stata una conseguenza dell’accordo, mai la causa. Queste notizie, tra l’altro, sono state suggerite da fonti “anonime” attraverso canali e persone che conosco da 30 anni, che mirano a screditare la mia persona per giustificare il mancato accordo. Non sono stato certo io a rompere il nostro patto di riservatezza.
Non ho avanzato richieste economiche, ho ribadito fin dal primo incontro che la definizione del ruolo fosse la chiave basilare di una possibile collaborazione. Come potrei quantificare una proposta quando non sono stabilite con chiarezza le responsabilità? Ho fatto presente che avrei dato tutto me stesso per un progetto serio che mi avesse visto in un ruolo importante, che non avrei mai accettato per essere utilizzato come “la semplice bandiera”. Lo ribadisco: il Milan per me è una scelta di cuore.
Non ho mai chiesto un ruolo “alla Galliani”, ovvero di Amministratore Delegato con pieni poteri. So quali sono le mie virtù, ma conosco ancora meglio i miei limiti; l’area di mia competenza deve essere quella sportiva.
Mi è stato proposto il ruolo di Direttore Tecnico, prima di me è stato ingaggiato un Direttore Sportivo di fiducia dell’Amministratore Delegato, quindi, secondo l’organigramma societario che mi è stato presentato, avrei dovuto condividere qualsiasi progetto, acquisto o cessione di calciatore con il mio parigrado DS. A mia precisa domanda su cosa sarebbe successo in caso di disaccordo, mi è stato detto dal Sig. Fassone che avrebbe deciso lui. Detto questo, non credo ci fossero le premesse per un team vincente. Io ho fatto parte di Squadre che hanno fatto la storia del calcio e so che per arrivare a quei risultati ci deve essere una grandissima sinergia tra tutte le componenti societarie, investimenti importanti e ruoli ben definiti. Le ultime stagioni del Milan con il doppio Amministratore Delegato e ruoli sovrapposti dovrebbero essere d’insegnamento. Naturalmente mi sarei dovuto prendere, agli occhi dei tifosi, della stampa e della proprietà, tutta la responsabilità della parte sportiva, con la possibilità di essere escluso da ogni potere esecutivo.
Non ho mai chiesto di avere un contatto diretto con la proprietà per bypassare l’Amministratore Delegato; ho espresso la volontà di sentire dal Sig. David Han Li, Direttore Esecutivo della Sino Europe Sports, che ho incontrato solo per pochi minuti, cosa si aspettassero da me; avrei voluto ascoltare dalla sua voce quali obiettivi si fossero prefissati e quali investimenti avessero intenzione di fare. Credo che questa sia una richiesta seria che ogni professionista abbia diritto di formulare al proprio datore di lavoro, specialmente quando si ha alle spalle un passato come il mio con il club, fatto di appartenenza e di credibilità.
Spero con queste poche righe di avere chiarito la mia posizione. Rimane l’amarezza di questi giorni per un sogno che è svanito e rimangono le polemiche strumentali che non mi hanno certo fatto piacere.
Io difendo il diritto delle persone a capo di Società importanti come il Milan di poter scegliere i propri collaboratori in base ai criteri a loro più idonei, anch’io farei la stessa cosa nella loro posizione, ma ribadisco anche che i miei valori e la mia indipendenza di pensiero saranno per me sempre più importanti di qualsiasi impiego”. (Paolo Maldini)
Mi sembra tutto molto più chiaro rispetto a quanto avevano lasciato intendere le indiscrezioni di qualche giorno fa. Paolo Maldini ha semplicemente rifiutato un’offerta di lavoro che non ritiene professionalmente soddisfacente. Quindi lo ha fatto per motivi personali, come avevo immediatamente immaginato quando il rifiuto era nell’aria, benché non vi fosse nulla di ufficiale. Per cui tutte le cazzate sui cinesi che non l’avrebbero convinto, vanno a farsi benedire. I motivi, ripeto, sono personali. C’è anche il bene del Milan di mezzo, questo non lo metto in dubbio, è chiaro che se qualcuno è costretto a svolgere un compito che non lo soddisfa il suo rendimento potrebbe anche diventare dannoso, e bene ha fatto Paolo a non tentare comunque l’avventura impegnandosi in una situazione di questo tipo. A quanto ho capito il problema sarebbe stato di sovrapposizione di ruoli fra lui e Mirabelli. Paolo avrebbe gradito svolgere l’incarico senza dovere condividere nulla con nessuno e — suppongo io — avrebbe gradito anche essere contattato un po’ prima. Giustamente, dal suo punto di vista. La mia impressione è che il suo ruolo non fosse nei piani iniziali di Fassone, ma che poi sia stato frettolosamente ritagliato su misura per lui a seguito delle numerose richieste mediatiche e di gran parte della tifoseria, che insieme premevano insistentemente per una leggenda in società. E credo inoltre che Paolino, che non è uno stupido, questo l’abbia intuito. Peccato, ma non è un dramma, si tratta di legittima scelta. Non per questo Paolino è un traditore, non per questo la vicenda dovrà essere oggetto di strumentalizzazioni per screditare la nuova società. Cosa che, ovviamente, avverrà con puntualità teutonica.
11 commenti su “Maldini, comunicato ufficiale”
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Nomi e cognomi???
Per il resto il commento di Marcovan mi sembra impeccabile.
Tutto chiaro, tutto perfetto, tutti hanno ragione. Quindi tutti hanno torto.
E perché Roby in questa faccenda qualcuno deve avere per forza torto? Tutti hanno ragione, punto. Mica era Paolo contro società eh? Non c’era alcuna contesa, solo la società che proponeva l’unica cosa che poteva proporre al momento, e Paolo che ci pensava, valutava, legittimamente rifiutava. Non ci vedo nulla di strano. Non sempre, ma a volte è questione di punti di vista. A me sembrano entrambi rispettabili quelli delle due parti, in questo caso. Il polverone che si solleverà sarà indecente quanto immotivato.
Giusty (cit.) , chi degl attuali dirigenti e/o funzionari del Milan, conosce Maldini da 30 anni?
È stato come al solito chiaro e serio.
Se ovviamente in caso di divergenza l’ultima parola su una questione tecnica spetta a fassone, è chiaro che c’erano tutte le premesse per riempire pagine di giornali sulle faide interne tra il ds e il dt….ha fatto troppo bene.
Adesso speriamo che al.suo posto prendano uno bravo bravo che possa far meglio.di quanto avrebbe potuto maldini.
Che vi dicevo? l’opera di strumentalizzazione delle parole, peraltro chiarissime, di Paolino è già cominciata…
Ec, Lapalisse impallidisce…
Quello bravo l’hanno già preso: Mirabelli. Speriamo confermi il suo curriculum.
Rispetto tantissimo la sua decisione però sarebbe stata l’occasione per mettersi in gioco. Non è detto possa ricapitare col Milan.
Peccato.
Paolo Maldini è un gigante.
le latrine televisive in questi giorni lo hanno ricoperto di merda…vermi indegni.
Giornalai ridicoli, guardate é andata meglio così. Chissà in quanti modi avrebbero provato ad infangarlo. Meglio così.
Io sinceramente non ho capito Maldini.
Informazione 1: gli è stato presentato un organigramma societario.
Ergo, questi qua hanno già un minimo di idee chiare su quel che accadrà dal closing in poi.
Informazione 2: il direttore tecnico, secondo Maldini, fa il mercato così come il direttore sportivo.
Paolino, nei passaggi successivi, parla di “team vincente”, e di “grandissima sinergia”, ma paragona sé e Mirabelli a Barbara&Galliani.
Informazione 3: se tra i due doppioni c’è disaccordo, decide il superiore, l’AD.
In un posto dove le responsabilità sono definite, così come la gerarchia, è veramente difficile trovare conflitti di attribuzione e motivi di caos. La gerarchia esiste proprio perché velocizza le decisioni, altrimenti ognuno fa come cazzo gli pare. Se non ti sta bene una cosa del genere, è perfino inutile stare a discutere, e fai bene a dire no (e ancor piu bene fa la società a risponderti dopo un’ora dicendo “sti cazzi, peggio per te”).
Per come la vedo io, nelle società di calcio è sufficiente:
– un amministratore delegato, che tiene sotto la supervisione tutto (gestione di TUTTI i dipendenti, acquisti, marketing, merchandising, contratti ai calciatori, risultati sportivi…ecc)
– dei direttori, che supervisionano ciascuno le proprie aree di competenza:
a) direttore commerciale, per brand, marketing, pubblicità, canale tematico etc
b) direttore sportivo, per i contratti ai calciatori, rapporti coi procuratori, mercato. A lui si riferisce la rete degli osservatori.
c) direttore tecnico, per la supervisione dei risultati sportivi. Utilissimo se hai un nuovo allenatore, magari giovane. Inutile se l’allenatore è uno scafato alla Capello o alla Mourinho. Oltre all’allenatore e alla squadra, a lui fanno riferimento anche gli allenatori delle giovanili.
Quindi, posso dedurre che Maldini voleva fare il direttore sportivo. Il nuovo Braida.
Ora Paolino… abbi pazienza. Ma dove cazzo sei stato finora? a parte un’intervista ogni 2 anni, e un silenzio che ha contribuito ad alimentare il mito… non ti s’è visto.
Mirabelli è uno che finora ha lavorato nel settore, ne capisce, ha esperienza.
Te invece arrivi e vuoi fare il direttore sportivo. Un po’ come Seedorf che voleva allenare.
Fassone (che si sta rivelando manager serio), ti propone un organigramma già pronto, un ruolo ben definito, una gerarchia organizzata, e ti tratta professionalmente con rispetto ma senza leccamenti di piedi (perché sei pur sempre leggenda).
Ringrazia, dì che non ti va e basta. Senza fare tutta sta tiritera, perché mi sa tanto di frignata.
Fosse stato un altro al posto di Maldini, sarebbero partite le pernacchie. Ma è il dio con la maglia numero 3, e quindi molti gli dicon bravo a prescindere.
Io no.
Paolo caro, se stavi in spogliatoio a prendere a sberle i crestati, a dispensare carisma ai ragazzini, a fare l’esempio, il totem, quello che li difende dalla stampa e dalle critiche… avresti fatto grandi tanti ragazzi, così come altri han fatto grande te a fine anni 80.
Avresti potuto raccontare di Baresi a Romagnoli. Avresti potuto dire a Locatelli di che gran giocatore fosse Demetrio Albertini, grazie al suo atteggiamento.
Avresti potuto dire a Niang di correre, segnare, e magari prendere per mano Suso e correre, come correvano Weah e Zorro.
Avresti potuto insegnare a Gigio come si fa il Capitano, visto che Abate e Montolivo non ne hanno idea.
Avresti messo sana pressione ai ragazzi (“cazzo, Maldini, Maldini!! mi guarda, devo dare tutto”), avresti consigliato l’allenatore sulla gestione dello spogliatoio.
Avresti fatto il bene del Milan.
Che la storia ce lo insegna, il DS compra le figurine, l’allenatore le appiccica. Tu avresti potuto tenere ferma la mano di Montella, o chi per lui in futuro.
E invece no, sta piazzata, poi su facebook. Su facebook, come un Icardi qualsiasi.
Ma scrivi in privato a Fassone, e nel silenzio rimani la leggenda.
Invece, col tuo pubblico no, che sapevi benissimo essere strumentalizzato (e se non lo sapevi allora non sei pronto per fare il DS), hai creato scompiglio nel tuo Milan che dici di amare, specie in un passaggio delicato.
La mia risposta da tifoso, caro Maldini, è quella di Fassone: “sti cazzi, peggio per te”.
ps: negli ultimi 30 anni, tra gli ex calciatori rossoneri solo 2, secondo me, hanno fatto cose molto buone in società: Leonardo (da dirigente, e da allenatore senza capirci una fava è arrivato terzo), e Ancelotti.
Gli altri (per dirne alcuni, Rivera, Galli, Baresi, Brocchi, Inzaghi, Seedorf, Cesare Maldini…) non hanno concluso granché, nei rispettivi settori.
Paolino è uno dei 3 grandi miti del Milan assieme a Rivera e Baresi, non vederlo in dirigenza dispiace da un punto di vista “romantico”, ma soprattutto non vorrei che non abbia accettato perché non vede un progetto serio.
Naturalmente spero di sbagliarmi, probabilmente ci saranno motivi strettamente professionali. In ogni caso sono un pochino dispiaciuto, ma il Milan prima di tutto!