Qualcuno si sta giustamente chiedendo perché i milanisti non stiano manifestando adeguatamente la soddisfazione che la tanto agognata ufficialità avrebbe meritato. Un po’ me lo sto domandando anche io, ma è sempre complicato risalire ai perché, in determinate circostanze. Credo sia perché molti tifosi, specie quelli che hanno conosciuto soltanto la gestione Berlusconi, siano un po’ spaventati, si stiano sentendo quasi smarriti. Posso soltanto parlare per me, di ciò che sto provando io. Le mie sensazioni sono tante, si stanno accavallando l’una sull’altra molto disordinatamente. E mi stanno creando una discreta confusione in testa, francamente. D’altra parte trent’anni non sono due giorni, anche per un duro come me.
Le sensazioni sono tante, dicevo, e avremo modo di parlarne in futuro — farlo nello spazio ristretto di un post sarebbe impossibile. Per ora mi limiterei a una, quella di liberazione, che è poi la sensazione più immediata, quella più chiara. Un po’ ci sentivamo prigionieri. Almeno noi, noi che non abbiamo mai votato per Silvietto (e ne siamo fieri), noi che amiamo visceralmente la legalità e poco la furbizia, noi che nel 1994 ci sentimmo un po’ traditi. Ammettiamolo, questi “noi”, di Silvio Berlusconi proprietario del Milan, del suo mondo di plastiche facciali, sorrisi stereotipati, codazzi di viscidi lecchini e arrampicatrici sociali vacue dalle labbra a canotto e tette a mongolfiera, ne avevano piene le tasche. Certo, non bisogna essere ipocriti: se il numero di trofei nell’ultimo decennio non avesse subito un brusco e traumatizzante stop, sull’elenco di sgradevolezze poc’anzi citato questi “noi” avrebbero chiuso certamente un occhio, poiché questi “noi” sono realisti e sanno che separare il mondo del cazzeggio da quello che conta veramente è fondamentale. Ma così non è andata, il Milan nell’ultimo decennio ha fatto quasi sempre cagare, inutile stare a disquisire di Sliding Doors. Il Milan degli ultimi dieci anni (dieci, non cinque, dieci, cazzo!, piantiamola di dimezzare questo lasso di tempo, soprattutto piantiamola di parlare di trent’anni favolosi) è stato uno scandalo a livello gestionale, una vergogna che soltanto certa stampa asservita e una parte (non trascurabile) di tifo lobotomizzato sono riusciti a rendere meno evidente. Per questo parlo di liberazione: non vi è in me alcun rimpianto, alcun timore di essere saltato dalla padella alla brace, poiché, oggettivamente, è estremamente difficile fare peggio degli ultimi Galliani e Silvio con un brand come quello che avevano per le mani. Poi si vedrà, giudicheremo passo dopo passo, lasciando il giusto tempo a chi dovrà operare per ripulire il ciarpame e le macerie, lasciandogli anche il giusto tempo per ricostruire. Sapendo che di tempo, forse, ne occorrerà molto.
4 commenti su “Un senso di liberazione”
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Grande post, come sempre d’altronde. Rispecchia in pieno anche il mio sentimento e sensazione. Effettivamente il senso di liberazione e’ il primo che ho provato ieri apprendendo la notizia spaparacchiato in una spiaggia calabrese. Certo 30 anni non sono bruscolini ed io , che come il boss, ho vissuto l’era del Milan piccolo diavolo, un piccolo ringraziamento a Silvietto (che non ho mai votato ndr) non posso che rivolgerlo. Ma questi ultimi 10 anni effettivamente mi hanno disgustato per come ha gestito la società. Ora non credo che le cose possono peggiorare, anzi sono fiducioso e speranzoso come lo fui leggendo la notizia dell’acquisizione del Milan da parte di Silvio Berlusconi 30 anni or sono.
Credo che riascoltare oggi questo filmato sia un giusto riconoscimento per chi lascia e il miglior consiglio possibile per chi arriva. Si adatta perfettamente alla situazione attuale.
SEMPRE FORZA MILAN!
Difficile dirlo con un commento. Ma è una sensazione di svuotamento. Come quando ti licenzi e devi rimetterti in gioco. Eravamo stanchi, esausti, svuotati. Siamo arrivati a tifare contro o al menefreghismo sulle sconfitte. Ci vorrà tempo, ma rinasceremo.
Proverò a spiegare questi stati d’animo nel mio post di agosto.
Per adesso mi sento di fare gli auguri a tutti i milanisti! Non so come sarà. Ma peggio di così non poteva andare. Stappiamo lo spumante. (a meno di colpi di scena o retrofront clamorosi, a quel punto smetto con questo sport).
Raziinalmente post ineccepibile, ma come ho giá scritto, se ho avuto il privilegio di vederee carambole di savicevic, i lanci di albertinie l geometrie di Boban lo devo a Silvietto.. Gratitudine infinita.
È vero tutto, si sono comportati malissimo, ma io adesso a giochi fatti, non serbo più rancore, la rabbia è passata.