Oggi, anniversario del nostro sesto titolo europeo (a Manchester, nel 2003, in finale contro la Juventus), si gioca a Milano la finale di Champions League tra Real Madrid e Atletico Madrid – stessa finale di due anni fa, indice del dominio spagnolo nelle coppe europee. I casi di successo sono sempre degni di studio e di ispirazione, ma c’è da studiarli bene: la Liga è un campionato estremamente iniquo non solo sportivamente ma anche nella distribuzione delle risorse (ben più di quello italiano), e una squadra come l’Atletico viene da anni di difficoltà fiscali (vi ricordate la Lazio di Cragnotti che non pagava l’Irpef?). La Premier League, invece, oltre a essere complessivamente più ricca, è anche più equa: andando a guardare i premi di questa stagione, la squadra che ha incassato di più, l’Arsenal (£101 mln) ha incassato “solo” il 50% in più del club che ha ricevuto meno denari, l’Aston Villa (£67 mln). Il Newcastle, terzultimo, retrocesso, e tifato localmente, quest’anno ha incassato circa £73 mln (€96 mln), poco meno della Juventus, che, da squadra vincitrice del quinto titolo italiano consecutivo e più tifata in Italia, ha preso €103 mln (quasi +400% rispetto a Carpi e Frosinone).
Lasciando da parte gli aridi numeri, per il Milan vedo solo due strade auspicabili per migliorare un po’ la nostra situazione sportiva e, forse, tornare agli antichi successi. La prima sarebbe quella della cessione alla cordata cinese guidata dall’advisor americano Sal Galatioto, che probabilmente garantirebbe investimenti e un tentativo di rilancio. A differenza dell’ipotesi legata a petroldollari o petrolrubli (e di quella di un mecenate locale, in stile Berlusconi o Moratti), questa, a mio avviso, non porterebbe subito grossissimi acquisti, ma sarebbe più sulla scia, per fare degli esempi, della Roma posseduta dagli americani e guidata da James Pallotta, e dell’Inter di Erick Thohir. In entrambi questi casi (soprattutto in quello nerazzurro, che quest’anno ha subìto un duro colpo dovuto alla mancata qualificazione in Champions League, obiettivo minimo per giustificare e coprire le spese dello scorso calciomercato, infatti Thohir sta cercando nuovi soci) le cessioni dei grandi nomi e le lusinghe da parte dei grandi club non sono un tabù (basti pensare alla Roma, che in tre anni ha incassato €100 mln dai difensori centrali, e non sono nemmeno così sicuro che Manolas resti in giallorosso a lungo), si punta a piazzamenti, visibilità e incassi, prima ancora che a vittorie e bel gioco.
La seconda strada sarebbe quella che vede rimanere Fininvest, ma che finalmente rinnova il club in termini di dirigenza, organizzazione interna, comunicazione (soprattutto verso i tifosi) e strategie di breve e lungo periodo. Questa è quella che vedo meno probabile di tutti, però, se si attuasse, vedrebbe il ritorno di un direttore sportivo, la riapertura del capitolo stadio, la fine di roboanti dichiarazioni e la necessità di ammettere che, alle condizioni attuali, solo una politica di piccoli passi può permettere un lento, ma graduale miglioramento della situazione sportiva rossonera. In questo contesto, la girandola zampariniana di allenatori iniziata nella stagione 2012/2013 dovrebbe auspicabilmente finire: scelto un tecnico, giovane o esperto, affermato o alle prime armi, gli si dovrebbe dare fiducia per almeno due stagioni (salvo enormi disastri, ovviamente), evitando il lento logoramento dovuto a guerre societarie interne e a piccanti dichiarazioni pubbliche.
C’è, però, una terza strada, la peggiore di tutte. Anche questa vedrebbe Finivest detenere ancora il controllo del club, ma rimanendo ancora tutti aggrappati alle vecchie glorie e ai vecchi metodi, come, ad esempio, in tema di calciomercato, gli aiuti dall’amico Florentino Perez (Kovacic), gli acquisti dal Genoa (Ansaldi e Pavoletti), i suggerimenti raiolani (Vilhena). Forti di questi acquisti, in questo scenario si punterebbe pubblicamente di nuovo a obiettivi alti (ma non altissimi, perché un po’ di senso del ridicolo ce l’hanno tutti), si tirerebbero ancora fuori storie estive dei giri immensi degli amori che ritornano (ma anche no), leggeremmo duelli sui giornali tra le due teste della dirigenza, e così via. Non si tratterebbe, in tal caso, di personalizzare le colpe. E’ che complessivamente le cose così non andrebbero bene – come già ora non vanno bene.
Nella situazione odierna, infatti, oltre al declino sportivo c’è quello finanziario: se la famiglia Berlusconi avesse deciso di non voler perdere più soldi col Milan, avrei capito da persona comune (benché mal tollerato da tifoso) il relativo impoverimento tecnico. Il punto è che non si tratta di ciò che è accaduto, perché Silvio Berlusconi continua a perdere soldi con la squadra rossonera (due buchi da € 90 milioni l’uno negli ultimi due bilanci) e allo stesso tempo ci fa accumulare brutte figure. E’ chiaro che il cambiamento deve essere totale, a partire dalla proprietà fino ai dirigenti e alla conduzione tecnica. Segnalo, a tal proposito, un’ultima cosa: poche sere fa, in televisione, Silvio Berlusconi ha detto di essere anche «laureato in organizzazione» e che, in un’azienda, un rimescolamento interno dell’organico porta a un aumento della produttività del 30%. Vorrei ricordare al presidente che Adriano Galliani è amministratore delegato del Milan dal 1986. Forse è il caso di dare seguito pratico alla teoria.
11 commenti su “Due strade (su tre) per il futuro”
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La seconda strada è un’utopia vera e propria: l’unica eventualità in caso di permanenza di Fininvest è il caos attuale, ovvero quella da te definita come la terza strada. In parole povere, non esiste una seconda strada. O si imbocca la prima, di strada, oppure occorrerà armarsi di badili per ricominciare a scavare.
Bisogna però mettersi bene in testa una cosa: anche imboccando la prima strada, non è scontato che si ritornerà dove ci portò Silvietto, ossia in cima al mondo, anzi, è improbabile che accada, per lo meno in tempi brevi. Tuttavia cambierebbero un sacco di cose. In positivo. Il risultato sportivo tornerebbe a rivestire un’importanza primaria (e non soltanto a parole come ora), non avremmo più le pezze al culo e potremmo rivedere giocatori di una certa qualità in campo, forse si tornerebbe a sperare in uno stadio di proprietà (scommettiamo che con dei nuovi proprietari tutti gli intoppi svanirebbero all’istante?). E infine trascorreremmo le estati senza rovinarci il fegato assistendo alle stucchevoli manfrine dell’Imperatore del mercato.
E poi, vogliamo mettere la curiosità di vedere dove andranno a parare i vari lacchè professionisti e dilettanti senza Silvietto e Adrianone? Tiferanno ancora Milan? Personalmente ne dubito.
Sono d’accordo col Boss, difficile tornare competitivi nel giro di una sessione di mercato, torneremo a dire la nostra a livello internazionale in 3/4 anni, se non di più. Almeno però ci smuoveremmo dal torpore e ricominceremmo finalmente a parlare di cose di campo, ché io a commentare ogni volta le buffonate dell’attuale dirigenza non ce la faccio più. Già le ultime dichiarazioni di Silvio mi sembra mascherino la rassegnazione (“Sarò il regista del mercato”), ma aspettiamo a parlare. Io ho completamente staccato la spina e attendo solo la notizia della cessione, sperando che avvenga definitivamente.
Stasera ovviamente tra Davide e Golia farò il tifo per Davide, il Real mi sta troppo sulle palle e due anni fa fui costretto a tifare i blancos per via del buon Carletto. A proposito, già 13 anni… sembra che ne siano passati il doppio. Una serata che non dimenticherò mai :winner:
IL Real sta sulle palle anche a me, ma anche io due anni fa tifai blancos per Carletto. Quest’anno non potrò vederla, purtroppo. L’Atletico non sarà spettacolare ma il suo calcio è di un’efficacia ammirevole. D’altra parte apprezzo anche il talento, e nel Real ce n’è parecchio. Spero vinca l’Atletico, comunque.
Continuo a sperare di tutto tranne che vivere un’altra stagione come le ultime due.
Questa sera tiferei volentieri Atletico se non fosse che El Cholo (molto bravo) ha una pelle colorata naturalmente di nerazzurro è mi sta sulle palle esponenzialmente. La guarderò con un occhio assolutamente neutrale. Cosa che non fu uguale due anni fa.
Si tifa per la cessione, purtroppo se continua la gestione Berlusconi non ci sarà alcun cambio dirigenziale e navigheremmo a vista come succede da troppi anni ormai: certo col cambio di proprietà non c’è nessuna garanzia ti tornare ai vecchi fasti ma almeno tutti noi ne riguadagneremmo in entusiasmo, per dirla alla Pippo.
Stasera io tiferei anche atletico perchè sto sempre coi più deboli; Simeone però per me è l’antisportivismo incarnato, mi sta sulle palle quasi quanto Galliani
il milan è una società di comodo,serve a far sparire i capitali del berlusca che li usa in chissà che maniera.
scordiamoci che vendano o che cambino.
Ho visto a tratti la partita essendo ad una cena, non me ne ha fregato più di tanto ma ho sperato vincesse il Real per non leggere stamattina commenti idioti dei cugini inneggianti al Cholo ed “appropriarsi” quasi fosse stata una loro vittoria.
Per la cessione societaria non posso che sperare, non mi illudo più di tanto, ma spero…
Altre stagioni come le ultime 3 sarebbero troppo anche per un “vecchio e povero diavolo” come me.
Anche perché il prossimo anno difficilmente la Juve si farà scappare la Champions…
“appropriarsi” della Coppa…
n.d.r.
P.S. credo che a giorni il Boss pubblicherà i risultati del “Mettiamoci la faccia”…
Non ne ho azzeccati molti, ma i gol di Bacca li ho presi in pieno… 😉
Sempre con le dita incrociate, leggo certi articolo e le incrocio ancora di più.
http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/milan/2016/05/29/news/stampa_cinese_accordo_cessione_70_-140877942/?ref=HRLV-3
Tra un po’ incrocerò anche le palle…
Però se se ne parla anche in Cina…
eh speriamo… mi piacerebbe tornasse voglia di tifare milan e si tornasse a riempire San siro come ho visto pieno ieri sera: mi ha fatto davvero piacere vedere uno stadio cosi pieno.