26 8 minuti 9 anni

Mentre sto scrivendo, all’indomani dell’ennesima figuraccia contro una quasi retrocessa, il presidente Silvio Berlusconi (notare la deferenza) non ha ancora proferito parola. Dichiarazioni, zero. Spiegazioni, zero. Mea culpa per avere combinato una cazzata mondiale sostituendo un tecnico professionista con un dilettante a sei giornate dalla fine e una finale da giocare, zero. Si prenda tutto il tempo che vuole, faccia pure con calma, che sarà mai: la squadra è allo sbando, sono tre anni che non si vede l’Europa che conta,  il tifo è sempre più in subbuglio, all’assemblea dei soci della scorsa settimana si è sollevato un polverone mai visto ma tutto tace, nessuno sente il bisogno di comunicare alcunché. Avanti così.

Ho lasciato trascorrere un po’ di tempo prima di riflettere sul polverone sollevato dagli azionisti di minoranza. Non perché avessi qualche dubbio sulle parole e sui toni dell’avvocato La Scala e del signor Gatti, i due soci più agguerriti e che più si sono esposti mediaticamente: hanno fatto benissimo ad alzare i toni e mi sto ancora spellando le mani ad applaudirli. Ho lasciato trascorrere un po’ di tempo, dicevo, soltanto per leggere e ascoltare con calma tutte le prevedibili reazioni che ero certo ne sarebbero seguite. Questo ha suscitato in me un insieme di sentimenti contrastanti, un misto di disgusto e divertimento. Talvolta anche ilarità smodata, grazie a qualche solito noto del web.

La stampa sportiva ha dato il meglio di sé. Ah, che spettacolo! Non è affatto un caso se l’Italia è scivolata al settantasettesimo posto nel mondo  nella classifica della libertà di stampa: la categoria, sportiva e generalista, si sputtana ogni giorno distinguendosi per servilismo, falsità e arroganza. Non è una questione di opinioni, quelle sono sempre rispettabili, purché però esse siano sempre basate sulla realtà. Il problema tuttavia è che spesso tale realtà viene artatamente distorta da questi cosiddetti professionisti della penna per tirare la volata a un padrone o semplicemente per piaggeria nei confronti del potente a caso di turno (che può sempre fare comodo). Rimanendo nell’ambito della stampa sportiva, dopo la famigerata assemblea dei soci, un sacco di menti illuminate, ben sapendo che dietro alle rimostranze dei piccoli azionisti c’era l’appoggio morale di milioni di tifosi, hanno voluto dire la loro. Ci sono state molte sorprese, che poi sorprese non sono, ma non trattandosi dei soliti scribacchini a libro paga un pochino sì, a ben pensarci lo sono. Si sono letti e uditi giornalisti e opinionisti, noti tifosi di squadre concorrenti, gente che in passato descriveva i due come il demonio e il suo braccio destro, difendere Silvietto e Adrianone contro le ire dei tifosi irriconoscenti, caldeggiandone la permanenza alla guida del Milan  perché “una società così è brutto che finisca in mano straniera” — il che fa molto ridere, mi ricorda un po’ me stesso quando, discutendo con amici neroazzurri, subdolamente sostenevo a spada tratta la permanenza di quel cane di Benitez sulla panca dell’Inter.

Ovviamente si sono mosse anche le truppe cammellate. I soliti noti si sono adoperati strenuamente per ricordarci i trionfi passati e i bei tempi che furono. Il “Bel Direttore” di Milan Channel, il Fedele di nome e di fatto e Franco Ordine hanno menato di brutto, come si suol dire in forma poco elegante ma molto giovanile. Ordine è stato il più duro verso i tifosi, accusandoli di scarsa memoria per essersi dimenticati dei trent’anni di trionfi dopo appena due stagioni andate male. Ecco, Ordine è il prototipo del giornalista che ama distorcere la realtà, quel genere di giornalista di cui parlavo sopra. Il tipo di persona, prima ancora che di professionista, che personalmente detesto. Innanzi tutto gli anni disastrosi sono tre, non due, poiché quest’anno l’andamento difficilmente potrà mutare nelle poche partite che restano, quindi il signor Ordine ha seri problemi non solo con la sua, di memoria, ma anche con l’aritmetica. Inoltre il Milan ha cominciato a sgretolarsi, come idee, come disponibilità finanziaria, come voglia, da ben più di due, tre, cinque anni come spesso erroneamente viene detto, purtroppo anche da persone in buona fede. Il Milan cominciò quel percorso che lo ha portato nel tempo a diventare ciò che è ora, ossia una robaccia derisa dal mondo intero e dai suoi stessi tifosi, dalla cessione di Shevcenko nel 2006 (mai creduto alla storia dell’inglese per i figli). Tutto partì da lì, dal post-Calciopoli, peggiorando inesorabilmente di anno in anno. La Champions del 2007 me la sono goduta, è ovvio, così come mi sono goduto lo scudetto di Ibra e Allegri (ah no, di Allegri no, sue furono soltanto le successive sconfitte), ma si trattò di due eventi estemporanei: abbastanza particolare e fortunoso il primo, e comunque ottenuto grazie a senatori ancora abbastanza forti e motivati da sentenze sportive che consideravano ingiuste, mentre il secondo giunse grazie alle importanti contingenze elettorali che spinsero Silvietto a uno sgradito ritorno all’impegno finanziario importante (annullato prontamente due anni dopo con le criminose cessioni contemporanee di Ibra e Thiago). Due anni un paio di palle, cari Ordine e soci.

A me fa impazzire la storia della riconoscenza per i successi passati. Quando sento questa parola riferita al calcio prenderei la rincorsa e tempesterei di testate la parete. La ripetono in tanti ‘sta cosa, anche personaggi che avevo sempre giudicato sufficientemente intelligenti e onesti intellettualmente. Ma riconoscenza di cosa? Innanzi tutto, a me, di tangibile, dai successi del Milan non è mai entrato in tasca un centesimo. Anzi,  semmai, da quando sono milanista, cioè da una quarantina d’anni, di soldi per il Milan ne ho soltanto spesi. E tanti. Da bambino in magliette, in altri gadget e nella rivista “Forza Milan”, da adolescente e oltre per recarmi allo stadio (non abito a due passi dal Meazza, tra l’altro), mentre da uomo di mezz’età (ancorché sempre figo da paura) in abbonamenti alla pay-tv. Di quale cazzo di riconoscenza stiamo parlando? Nei confronti di uno che con il Milan ha avuto soltanto da guadagnarci in termini di immagine e che — a differenza mia che non vedrò un becco di quattrino — recupererà gran parte di quanto speso al momento della cessione della società? Ma per favore. Riconoscenza per la gioia e il divertimento che un tempo si sono provati, forse. Va bene, questo lo concedo. Grazie mille. Ma che c’entra questo con il modo assurdo, incoerente, irresponsabile con cui viene condotta nel presente la società? E che diciamo della riconoscenza nei confronti di quelli come Paolo Maldini, che sono stati parte attiva  in numerosissime vittorie e che la stessa società che sta reclamando riconoscenza non se li caga più da anni? Nei loro confronti niente riconoscenza? Che cos’è, una roba selettiva come la memoria di certuni questa riconoscenza?

A questo proposito, per concludere avrei qualche altra domanda: ha una data di scadenza questa fottuta riconoscenza? E’ eterna? Quando potremo cominciare a lamentarci senza il fardello della gratitudine sul groppone? Gradiremmo sapere.

 

26 commenti su “La data di scadenza della riconoscenza

  1. Concordo in toto come al solito col “figo da paura” 😉 Io mi sono rotto, in maniera netta, da almeno 5 anni ad ascoltare le solite chiacchiere degli esseri citati nel post, tant’è che non seguo mai le trasmissioni sportive, non ho l’abbonamento a Milan channel, lo vedevo solo quando avevo la “scheda verde”.

    Come il boss, anzi come il “figo”, anch’io ho solo “speso” per i colori rossoneri, ma naturalmente non ne me sono mai pentito e non lo rinfaccio, anzi lo farei di nuovo! Ho anche affrontato qualche trasferta in pullman per andare a san Siro (700 km n.d.r.), speso soldi per organizzare festeggiamenti in piazza, cene ecc.

    È vero tutto iniziò 10 anni fa quando cercarono di “inculcarci” che Sheva voleva far imparare l’inglese ai figli, ma basta ricordarsi di quelle immagini in lacrime in curva sud per capire che non fu così!

    Io sono sempre più stufo di questa dirigenza, come scritto ieri, sarà forse il tempo passato, ma nel 1982 (l’anno della retrocessione sul campo) non mi sentivo così a terra e calpestato nella mia dignità di tifoso! Sapevo che quella era la nostra realtà e che la squadra del cuore si sceglie e si sostiene soprattutto “non” per le vittorie, ma così è troppo! Quanti tifosi conterà fra 10 anni? Quanti bambini di oggi sceglieranno di tifare Milan? Come posso convincere mio nipote a non seguire le “gobbe” orme del padre? Facendogli ascoltare Ordine, Suma e Pellegatti?

  2. Da figo a figo: quoto tutto. 😉

    Gli scribacchini mi indispongono, sono comandati a bacchetta dall’alto e sparano cazzate contro natura. Credo siamo vicini alla svolta necessaria per sopravvivere.

    Pare che la preoccupazione maggiore sia quella di non finire in mano cinese. In parte sono d’accordo, ma realisticamente non vedo altri con i quattrini in mano pronti a versarli a Silvietto. Di italiani interessati non ne vedo al momento, dunque vendano e si cavino dai coglioni alla svelta con tutti i cortigiani al seguito.

  3. Scusa Boss (il più figo dei boss, ovviamente),

    franco ordine chi?
    suma chi?
    pellegatti chi?

    Mi è sempre piaciuto Screw (oltre per il più figo dei Direttori), perchè non prendeva in considerazione certe cose.
    A che punto ci ha portato il magnifico duo, che per parlare di Milan dobbiamo citare i sopra citati lecchini … manca solo che replichiamo ai rincoglionitisemper.
    Io spero nell’arrivo di cinesi, arabi, svizzeri, bengalesi marziani solo con la speranza che facciano piazza pulita di tutte le cravatte gialle che infestano il mondo del Milan.

  4. Ma figo fisicamente o internamente? Cioè, figo tipo Raoul Bova o tipo Jack Nicholson? No per chiedere eh.

    La mia riconoscenza come sapete è terminata 5-6 anni fa. E anche se ha vinto tutto, cosa vera, questo non significa automaticamente essere liberi di sfasciare tutto. Poteva decidere di cambiare modalità di gestione, poteva decidere di vendere, poteva anche decidere di non metterci più un soldo. Ga invece deciso di sfasciare tutto facendo finta di nulla. E allora non poteva che finire così, a insulti.

  5. Il vecchio è troppo pieno di se e troppo vecchio per capire che è finito, lui vive di ricordi e presunzione.
    Di questa cosa, da anni approfittano gli avvoltoi, in prima fila quello con la cravatta gialla.

  6. C’è qualche addetto alla contabilità rossonera in grado di verificare se Berlusconi sia il presidente rossonero con più esoneri di allenatori? Grazie

  7. Quella merda del Cholo stava per esultare per un rigore fuori area. Come dicono gli inglesi: in too coolo :suca:

  8. Tra il Bayern e l Atlético non so chi mi sta più sulle palle…
    Vedere vincere Simeone che fa il pagliaccio in panca con comportamenti veramente antisportivi mi rovina la digestione…

  9. Gran bel post, Boss! Sei proprio un figo! 😉

    Niente, in semifinale ci vanno i cani. Se posso dire la mia, ODIO IL CHOLISMO e tutto ciò che ne deriva.
    Viva Pep Guardiola. Viva Pep perché ha inventato un sistema di gioco e dominato un’era. Poi è normale che sarebbero arrivate le contromisure come le tonnare e gli autobus. Ma quello è l’unico modo per provare a batterlo. Se provi a giocare a calcio, le buschi. È scientifico, creano sempre superiorità mettendosi a triangolo, movimento costante, pressing, tecnica allenata alla perfezione. Non esiste altro modo per fermarli che la tonnara.

    Quindi, onore a Pep. E se non bastassero le argomentazioni precedenti, viva Pep perché lo odiano i gobbi e gli interisti che oggi gli tifavano contro. E merda al Cholo. Ve lo ricordate quando il Milan di Seedorf (!!!) gli aprì il culo in quella che fu la nostra ultima partita in Champions ma poi passarono loro? Quanto li detesto.

    https://www.youtube.com/watch?v=oERkWwYnT3w

  10. su sportitalia c’era ospite l’avvocato la scala…intervento interessante,ma ancora più interessante è stato il dibattitto con gli ospiti in studio.

    nessuno l’ha visto?

    io penso di aver finalmente capito perchè silvio non caccia galliani.

  11. Betis, secondo me si seguono troppo le mode. Adesso c’è il cholismo, prima c’era il guardiolismo, prima ancora il mourinhismo. Personalmente temo tutto ciò che reca il suffisso -ismo (fascismo, comunismo, femminismo, maschilismo, leghismo, berlusconismo, renzismo ecc. ecc.). Se entri nel vortice di un -ismo perdi la libertà di critica senza accorgertene, e non mi piace.

    Parlando di calcio, a me piace Guardiola, ma anche Simeone. Rappresentano due modi opposti di fare calcio vincente, e questo è un bene, sennò sai che palle? L’importante è essere consapevoli che con gli uomini di Simeone non si può fare il tikitaka e con quelli di Guardiola il gioco cholista; qualcuno di nostra conoscenza questo non lo sa, e sta combinando cazzate a raffica per questo. Comunque non è vero come sostengono alcuni che l’Atletico non sa attaccare. Se può, lo fa. Ma se non può perché incontra qualcuno che glielo impedisce (Barça, Bayern) si difende e lo fa alla grande, riuscendo spesso a portarsi a casa la vittoria. Le squadre di Guardiola conoscono solo quel modo lì di giocare, e questo è un limite, però se ingranano sono uno spettacolo. Se dovessi scegliere da spettatore neutrale, sceglierei sempre una squadra di Guardiola da vedere. Se dovessi scegliere da tifoso, forse una del Cholo.

    Quanto agli juventini ignoro perché si siano schierati col Cholo, forse perché la Juventus è stata eliminata da Guardiola. Gli interisti invece penso l’abbiano fatto per i trascorsi neroazzurri di Simeone.

  12. Se dovessimo inserire il termine “Cholismo” nei dizionari, la sua definizione sarebbe: “Movimento calcistico basato su motivazione, grinta, corsa, abnegazione, sacrificio, spirito di squadra. E tutto ciò ha bisogno di un requisito fondamentale: disporre di due palle grandi così…”

    Io ci trovo molta più poesia nel calcio di Simenone che non in quello di Guardiola, per dire. Per carità, le squadre di Guardiola sono bellissime da vedere, ma indubbiamente necessitano di materia prima. Il calcio di Simeone al contrario è un calcio su misura per tutti, fatto apposta per i poveri, l’unico requisito è avere sempre la voglia di lottare e di superare i propri limiti. Ora mi sfugge il personaggio, ma pochi giorni fa qualcuno disse che noi un piccolo Simeone ce l’avevamo in casa, ed era Mihajlovic.

  13. il cholismo non è una scelta, è una necessità.

    l’atletico madrid fattura immensamente meno delle big d’europa, e per stare a quel livello almeno per qualche periodo, deve per forza giocare in questo modo. e io lo apprezzo.

    certo, va detto che Simeone non ha un presidente rincoglionito che pretende bel giuoco con montolivo e kucka, e non ha neanche un amministratore delegato che si fa costantemente i cazzi suoi.

    ma sono dettagli dai.

  14. Gran bel post figo-Marcovan

    Siamo l`unico club che non ha obiettivi sportivi

    Pensano solo a trovare la prossima menzogna per i tifosi

    Il nano e` finito, senza il Milan avrebbe zeru visibilita`

    Le notizie sulla vendita sono solo cazzate, l`unico modo per vedere il suo nome sui giornali&tv

    Ci stanno prendendo per il culo, per l`ennesima volta

  15. Aggiungo un bel vaffanculo alla Curva Sud

    Il comunicato mettilo nel culo

    Merde

  16. anche in curva sudditi , è da un pò che non arriva il bonifico…non sono solo le olgettine a lamentarsi. dura è la vita.

  17. Non solo Ec…

    Sono delle merde ANCHE perche` dicono che con le nuove leggi una protesta allo stadio e` impossibile

    Paraculismo allo stato puro

    E une protesta fuori Milanello?

    E sotto Casa Milan?

    Farabutti di merda

  18. Appoggio il pensiero di Marcovan ed il discorso sulla ”moda” del momento.
    Il ”cholismo” improvviso e trasversale ha già rotto le balle – IMHO.

    Questa mania di elevare a guru, periodicamente, qualsiasi personalità forte che appaia sotto i riflettori (buttando nella polvere l’idolo appena precedente, poi)…Mha!

    Non penso, però, che il calcio di Simeone sia un ”calcio per poveri”. Non basta solo la garra. Attenzione che quelli dell’Atletico son giocatori con un livello tecnico medio-alto, eh.
    L’azione del goal di ieri sera, Griezmann mandato in porta con tre passaggi di numero, non la fai con Meggiorini e Floro Flores, se pure li fai giocare ”oltre i propri limiti”.
    Torres indovina un assist tra due difensori schierati che è un’opera d’arte…

    E pure come società, non sono a livello delle Cinque Super-Big, ma soltanto per Griezmann e Martinez hanno sborsato 70 milioni sull’unghia…

  19. ma si, ma Si, Piscinin,
    vogliono fare i paraculi e mettono le mani avanti per giustificare , ora che il re è definitivamente nudo e che non hanno più alibi per giustificarle, anni di mancate contestazioni…
    sono dei quaquaraquà, poco da dire.

  20. Semmai partirà questa trattativa coi “cinesi” (finchè non fanno nomi e cognomi per me è tutto un bluff)
    si dice che x fare valutare ai cinesi la proposta per un mese si deve bloccare tutto.
    Ma che strano, anche quest’anno il nostro non-mercato partirà in ritardo…

  21. finchè non fanno nomi e cognomi per me è tutto un bluff

    anche per me sono le solite puttanate. Poi se mi sbaglio ne sarò felice. Ma per ora non me ne frega una mazza.

  22. Vabbè un momento, quello di “congelare” la società credo sia una pratica obbligata, e la trovi giusta e sacrosanta nel caso di compravendita. Il fatto che poi sia una scusa e non ci sia niente di reale sotto è un altra cosa

  23. dunque raga,veniamo alla soluzione dell’enigma:

    a spartirsi le mazzette,le creste,le provvigioni e le parcelle del milan c’è la mafia.

    sissignore,la mafia.

    non dite subito “bah”,ragioniamoci su.

    magari all’inizio,anni fa,ci si spartiva quattro soldi tra procuratori e agenti fifa…poca roba,creste su comproprietà,stipendi e prestiti dei giocatori.

    poi,come sempre,ci si prende gusto,ci si fa prendere la mano e da qualche centinaio di migliaia di euro si passa ai milioni, a decine di milioni.

    (per ely la provvigione è stata di 8-12 milioni di euro,penasate a quanto può ammontare il totale di anni e anni di magnate)

    a questo punto,con un malloppazzo del genere in ballo,è entrata la mafia.

    si è infiltrata nella cerchia di galliani,magari tramite qualche procuratore (su sportitalia ne fanno vedere alcuni ai quali manca solo la coppola e la lupara)

    ed ecco la risposta a tutte le nostre domande….

    PERCHE’ SILVIO NON CACCIA GALLIANI?

    semplice,perchè la mafia non accetta di restare a bocca asciutta. la mafia non molla l’osso. qualcuno deve gestire questo grosso casino, e quel qualcuno è galliani. lui ha portato la mafia dentro al milan,lui ci deve avere a che fare. berlusca non vuole sporcarsi le mani in prima persona…metti che sto casino venga fuori…può sempre dire di non aver mai saputo niente e di essere lui la vittima della situazione.

    messa così raga,la situazione non fa una piega.

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