Sono ancora in brodo di giuggiole per le soddisfazioni che la domenica sportiva mi ha regalato. Una frase del genere vorrei tanto scriverla in seguito a un impresa rossonera, ma si sa, da tempo immemore di imprese da quel versante non se ne vedono, e tanto meno esistono segnali concreti che possano far sperare in tal senso, per lo meno in tempi brevi. Una frase del genere l’ho scritta per la strepitosa vittoria della mia amata Rossa (scrivo “mia” perché so che qui questo amore non è granché condiviso) e del mio nuovo idolo Sebastian Vettel. E una frase del genere l’ho scritta anche per l’entusiasmante tripletta italiana in terra qatariota, dove in Moto GP hanno sbancato il vincitore Valentino Rossi seguito dai ducatisti Andrea Dovizioso e dal suo omonimo Iannone. Ora, ignoro al momento se questi trionfi – e di conseguenza queste mie soddisfazioni sportive – avranno un seguito, ma per il momento me li godo, specie pensando a quanto sia avaro di soddisfazioni il versante sportivo che più mi sta a cuore.
Ma soddisfazione a parte, tutto ciò mi porta a qualche riflessione: lo sport, individuale o di squadra, motoristico o no, riserva grandi delusioni, grandi soddisfazioni e, soprattutto, spesso e volentieri è testimone di grandi rinascite. Ma per rinascere non bisogna attendere che passi la nottata rivangando i fasti del passato e crogiolarsi nel motto non sempre veritiero della ciclicità dello sport. Per rinascere bisogna fare cose. Valentino due anni or sono sembrava finito e la Ducati faceva cagare o quasi, poi, sia l’uno che l’altra, ciascuno nel proprio ambito, avendo come primo obbiettivo la propria rinascita sotto l’aspetto sportivo, si sono rimboccati le maniche facendo enormi sacrifici, e domenica scorsa sono stati ripagati dai primi risultati. La Mercedes nel corso del 2014 ha sbriciolato e umiliato la concorrenza, riducendo l’assegnazione del titolo mondiale di Formula uno ad uno stucchevole affare di famiglia e lasciando presagire con orrore che questo dominio assoluto potesse protrarsi per i prossimi tre o quattro anni; la Ferrari, dal canto suo, era un vero disastro, la vettura era più lenta della mia famosa bicicletta e spesso finiva addirittura dietro a scuderie dal budget e dal blasone di molto inferiori al suo; lo scoramento era totale, sembrava si fosse imboccato un tunnel da cui era impossibile intravedere una via d’uscita. Accadde così che teste illustri saltarono, furono cambiati due Team Principal in appena sei mesi, nonché il pilota di punta – considerato dai più il vero numero uno del mondo – e addirittura il Presidente di indimenticabili successi. E’ storia di ieri: questi grandi cambiamenti hanno portato a grandi miglioramenti sul piano sportivo. Ripeto: questi grandi cambiamenti hanno portato a grandi miglioramenti sul piano sportivo. E ripeto ancora: teste illustri saltarono. Insomma, credo sia chiaro dove voglio andare a parare.
11 commenti su “Grandi cambiamenti, grandi sacrifici, grandi miglioramenti”
I commenti sono chiusi.
Più chiaro di così…. 😉
Speriamo bene. Ma la vedo grigia rimuovere quel signorotto pelato dalla sua poltrona. Se questo fosse il purgatorio lo accetterei. Il problema è che siamo proprio all’inferno.
Bellissimo. Quoto in toto e bacio accademico.
Alla Ferrari, Arrivabene. Al Milan mi accontento anche di Giungemeglio.
Ghost. 😆
Ma anche Sparamenoputtanate andrebbe benino…
Boss, sulla rossa siamo almeno in due 😉 Su Rossi… non amo gli intertristi…
Speriamo che anche noi si venga rivangati come un calzino…
Eric, neppure a me per gran parte della sua carriera è stato tanto simpatico Valentino. Perché per certe cose ho buona memoria: sbandierata fede sampdoriana poi bizzarra virata sponda interista dopo calciopoli; tifo acceso Williams-Villeneuve quando Jacques si stava giocando il mondiale con Schumi (uno tifa per chi gli pare, ci mancherebbe, però poi non fa il tifoso Ferrari come sta facendo ora soltanto perché la Rossa gliel’hanno fatta provare). Però poi ho avuto modo di rivalutarlo. E di tifarlo. Di brutto anche. Quando uno così forte (poiché è forte e lo è sempre stato, non ci son cazzi), così ricco, così titolato, cade, umilmente si rialza, si sottopone a sacrifici enormi (soprattutto atletici) per tentare di rivincere, anche quando le condizioni non sembrano all’apparenza fra le più favorevoli (Marquez e Lorenzo non sono soltanto molto più giovani di lui, sono anche due fenomeni, specie il primo), merita grandissima ammirazione. E il mio tifo.
chiaro è chiaro. ma pare che SB ora si ributti pure in politica. non muore mai, in nessun senso.
Non so se il boss ama gli interisti, però sto VElentino sembra forte eh 😛
Mi è scappata una E al posto della A? Sarà perché ho rivisto recentemente “Fracchia, la belva umana?”
Correggo…
Io ho sempre tifato Biaggi.
La vittoria di ieri della Ferrari è tanta roba, poi vediamo il resto del campionato come va. Il messaggio nascosto si capisce, al Milan c’è tanto da cambiare.
ovviamente concordo col post, con una precisazione:
il Milan non deve cambiare solo AG, ma anche e soprattutto SB.
il male assoluto è lui, AG è una sorta di escrescenza prodotta dal pregiudicato.
Antonio, messa così… Hai perfettamente ragione!
😆
Elby pensa che ora vuole candidarsi a sindaco di Milano nel 2016. Questo non conosce la vergogna, ma ormai è giunto alla fine delle sue porcate, sia in politica che col Milan.
E’ solo questione di tempo, pazientiamo ancora un po’…………..