A TUTTO CAMPO….GHOST TO GHOST
Sappiamo tutti che Prandelli e Abete si sono dimessi dalle rispettive cariche di CT della Nazionale e Presidente della FIGC.
Ieri sono state formalizzate le dimissioni, ma già nei giorni scorsi mi è capitato di leggere alcune dichiarazioni di personaggi vicinissimi all’ambiente federale.
Quello che più mi ha incuriosito è stato quello di Gigi Riva, l’ex Rombo di Tuono ed ex accompagnatore/team manager ai tempi di Lippi e dimessosi a maggio 2013 per motivi di salute, lanciare una freccia avvelenata ad Albertini : Visto che hanno abdicato Prandelli e Abete, perché non ha fatto altrettanto il capo delegazione azzurro? ignorando che il buon Demetrio aveva già rassegnato le dimissioni prima del Mondiale.
Il buon Giggiriva ha sbagliato clamorosamente mira, ma ha fatto emergere un evidente ehm ehm… diciamo…fastidio? verso il dirigente brianzolo e forse non solo verso di lui.
Ovviamente ora è iniziata la lotta di potere per la “cadréga federale”: tanti sono i nomi e ciascuno ha motivi per essere o non essere eletto. I nomi sono principalmente questi (in ordine alfabetico): Andrea Abodi, Demetrio Albertini, Francesco Ghirelli, Luca Pancalli, Carlo Tavecchio.
Andrea Abodi (1960): presidente e consigliere federale della Lega di serie B, si era candidato alla presidenza della lega calcio di serie A, ma il duo Lotito/Galliani avevano posto un veto alla sua elezione.
Demetrio Albertini (1971): ha iniziato la carriera dirigenziale con l’Associazione Italiana Calciatori, nel 2006 viene nominato vice commissario straordinario della FIGC e dal 2007 ha assunto la carica di Vice presidente. Capo delegazione in occasione dei Mondiali, ora è dimissionario dalle cariche.
Francesco Ghirelli (1948): attuale Direttore Generale della Lega Pro, ex presidente della giunta regionale dell’Umbria negli anni 90 in quota PDS, ex DG del Perugia calcio ed ex AD del Bari calcio.
Luca Pancalli (1964): presidente del settore giovanile e scolastico della FIGC. Pentatleta, nel 1981 in seguito ad una caduta da cavallo diventa paraplegico, fa anche parte della giunta comunale di Roma ed era stato candidato alle politiche del 1992 in quota PSI.
Carlo Tavecchio (1943): ex sindaco di Pontelambro (CO) in quota DC, dal 1999 è Presidente della Lega Nazionale Dilettanti e dal 2007 è Vice Presidente della FIGC.
C’è poi Mario Macalli (1937), attuale Presidente della Lega Pro, che non ha buoni rapporti sia con Ghirelli che con Abodi, penso che l’anagrafe lo escluda da possibili candidature, ma appoggerà probabilmente Tavecchio.
La scelta finale sarà probabilmente tra 2 nomi: Albertini e Tavecchio.
Albertini è favorevole alla limitazione degli stranieri nel campionato italiano, vorrebbe ridurre la serie A a 18 squadre (contro il volere delle Società, ndr), è favorevole all’eliminazione dei club che non sono economicamente in regola con i pagamenti, sarebbe insomma un elemento di rottura e rinnovamento. Che nel mondo pallonaro non è mai visto con benevolenza.
Tavecchio è conservatore, l’ha dimostrato rispedendo al mittente (Barbarella, ndr) le critiche su un auspicabile rinnovamento in seno alla FIGC. Pensa ad una serie di team manager/allenatori formati e preparati a Coverciano sotto l’egida FIGC, ad un allenatore che sappia lavorare e valorizzare i giovani.
Personalmente sono a favore di Albertini. E nulla ha a che vedere con la sua presenza nel Milan, sia chiaro. Sono dell’idea che serve un cambio radicale in un apparato che è logoro, vecchio e incapace di rinnovarsi e il brianzolo mi pare in grado di poter mettere in pratica le sue idee.
Il mio voto lo darei a lui.
10 commenti su “FIGC: conservare o rinnovare?”
I commenti sono chiusi.
Passata la bufera dell’eliminazione, un movimento ultraconservatore non potrà far altro che eleggere un nome nel segno della continuità della gerontocrazia, figuriamoci se eleggono uno sotto i 50 anni….
troppa politica, troppa ingerenza delle società, troppi interessi in ballo.
Non vedo come possa partire una rivoluzione importante, peccato.
Bah, per quel che riguarda le persone non saprei. Valutando le proposte:
-limitazione degli stranieri: Albertini può volere tutto quello che vuole, ma può agire solo in materia di calciatori extra UE e con dei limiti, e comunque è tutto da dimostrare che limitare gli stranieri sia una cosa giusta, infatti la squadra campione d’Italia gioca con Barzagli-Bonucci-Chiellini in difesa e in nazionale s’è visto il risultato;
-Serie A a 18 squadre: ottimo;
-eliminazione dei club non in regola coi pagamenti: va bene in linea generale, ma occhio, nel paese della burocrazia inutile può capitare di essere in torto senza volerlo;
-formazione e selezione di allenatori e c.t. a Coverciano: è il ritorno al vecchio sistema, usato fino a Sacchi escluso, mi pare. Onestamente non saprei dire se conviene o no, guardando alle altre nazionali mi sembrerebbe un elemento di eccezionalità, ma magari può anche avere un senso.
vero sugli extra UE, ma un limite va dato se vuoi far crescere i nostri.
Nella Nazionale Italiana i vari Thiago Silva, Hummels, Subotic o chissà chi non possono giocare e se non abbiamo calciatori nostrani che possono giocare con continuità nel campionato troveremo sempre più spesso i vari Paletta, Thiago Motta, Romulo, ecc.: addirittura l’apertura agli oriundi per mancanza di giocatori italiani.
Che il trio gobbo sia poco brillante lo abbiamo visto ai Mondiali, ma in in Italia hanno vinto un campionato con record di punti e miglior difesa. Grazie anche al lavoro di attacco e centrocampo, d’accordo.
non credo si riferisca al torto involontario quanto invece alle garanzie economiche.
ecco un articolo interessante a complemento di questo post
Nessuno dei candidati mi soddisfa. L’unico che tollererei è Albertini, ma pure lui ormai lavora con quella gentaglia da quasi 10 anni e ai miei occhi è diventato della stessa pasta.
A me piacerebbe molto un nome tutto nuovo, di prestigio e che segni una netta discontinuità. Possibilmente ex calciatore.
Il primo nome che mi viene in mente è Roby Baggio: conosciuto e rispettato da tutti, si è pure dimesso dal suo incarico perchè, parole sue, “non lo lasciavano lavorare come gli pareva”. Già per questo meriterebbe la poltrona.
Il secondo è quello di Paolino Maldini nostro, ma la vedo ancora più dura del divin codino.
Sulle regole, secondo me servono a poco finchè non cambia la mentalità (e i tornaconti economici) delle società. Se la juve svende Immobile al Borussia e cerca Morata dal Real o Iturbe dal Verona c’è qualcosa che non va. Idem se il Milan snobba Cristane per regalare soldi alla mummia di Essien. E questi sono i primi esempi che mi sovvengono, ma ne troverete a decine pure voi.
Quindi bisognerà fare un lavoro di prospettiva e agendo in profondità. Ma dubito che verrà eletto qualcuno in grado di farlo: troppi interessi, troppe gerontocrati inossidabili, troppa italica pigrizia.
Alex, in effetti quell’articolo si integra bene con l’argomento del post.
Gianni, penso che riuscire a rovesciare certi poteri in modo democratico sia molto difficile. Con questo non voglio dire che debbano fare un assalto armato all FIGC, eheh.
Penso alle difficoltà a rimuovere personaggi potentissimi tipo Blatter nel calcio, Ecclestone nella F1, Murdoch nell’informazione: dobbiamo solo sperare che prima o poi gli finisca l’aria? Mi pare troppo, ma alla fine sarà così.
Si, prima o poi questi matusi vanno al creatore, ma nel frattempo i loro delfini si sono preparati la strada per la successione (Blatter–>Avelange, Platini–>Johansonn).
Voglio dire, che senso ha nominare il braccio destro di Abete (Albertini) e sperare che questo cambi qualcosa? Avrebbe potuto farlo prima, non credi?
il sistema calcio di un paese segue il sistema politico,il sistema economico e quello legislativo dello stesso. se questi tre sistemi non funzionano,il sistema calcio farà cagare indipendentemente da chi lo comanda.
Il sistema calcio però oltre ad essere riformato deve anche essere fortunato e trovare una generazione nuova di talenti, perchè altrimenti innova quanto vuoi ma nun si vince una sega.