L’ennesima minestra riscaldata ci è appena stata servita. Un piatto di pasta e fagioli appena cucinato non ha lo stesso sapore di uno che soggiorna in frigorifero per due giorni e poi viene servito dopo una breve permanenza nel microonde. Quest’ultimo è meno gustoso, credo non possa esistere discussione su questo. Ricardo Izecson Dos Santos Leite è una minestra riscaldata. Suppongo che ai nostalgici di Kakà questa definizione non piaccia; ne sono spiacente ma che volete, ne sono convinto.
La storia del Milan gallian-berlusconiano è ricca di minestre riscaldate: Gullit, Donadoni, Simone, Shevecenko; persino gli allenatori più amati e vincenti Capello e Sacchi si sono resi protagonisti di ritorni strappalacrime corredati da frasi retoriche in mezzo ad ovattate atmosfere alla Frank Capra. E’ un fatto incontrovertibile: ciascuno di questi grandi protagonisti della nostra storia ha puntualmente fallito la parte bis della propria avventura rossonera, nel migliore dei casi in modo quasi anonimo, nel peggiore esponendosi a devastanti umiliazioni (Capello giunse decimo, Sacchi undicesimo con la ciliegina del cappotto interno subito dalla odiata Juventus lippiana). Per tacere di Schevcenko. L’eventualità che pure la minestra riscaldata Kakà possa andarci per traverso è probabile, a mio avviso.
La speranza di molti è che Ricardo sia quello di tanti anni fa, ossia quel calciatore rapidissimo ed intelligente che partiva dalla trequarti, s’incuneava nelle aree avversarie oppure sparava improvvisi missili terra-aria che si insaccavano spesso e volentieri nelle reti avversarie. Quello che esponeva i difensori del Manchester UTD al pubblico ludibrio facendoli cozzare fra loro, per intenderci. C’è chi sostiene che il brasiliano spezzerà la catena dei disastrosi ritorni e dimostrerà che la pasta e fagioli può essere gustosa anche se servita dopo due o tre giorni. Magari andasse così, pure un fermo oppositore delle minestre riscaldate come me lo spera con tutto se stesso. Purtroppo così non andrà. Non disprezzo chi guarda al ritorno di Ricardo con fiducia e lo ritiene un colpo sensazionale, è giusto che il tifoso abbia delle speranze e talvolta s’illuda. Ma le illusioni non fanno per me.
Sto assistendo in TV alla diretta da Giannino, con tutti quei volti festanti attorno a Kakà che, visibilmente commosso (credo lo sia, a meno che non stia piangendo per la sensibile decurtazione di stipendio), si accinge a tagliare una torta rossonera. C’è un Galliani trionfante che brinda, pure lui è commosso. Poi i soliti giornalisti che chiedono le solite banalità e ricevono risposte altrettanto banali (grande famiglia, ritorno a casa eccetera eccetera). A me pare tutto un po’ grottesco, ma è una mia opinione.
Kakà se ne andò in un modo che non mi piacque, ma la mia filosofia è la stessa da sempre: i giocatori sono professionisti, se sono scontenti diventano un problema, meglio che vadano dove guadagnano quanto credono di meritare e vengano sostituiti adeguatamente (cosa che al Milan non accade mai, perlomeno nell’immediato, ma questa è un’altra storia). Non ce l’ho con Kakà, davvero; anche se non ci credo, magari accadrà che con lui faremo il culo a tutti, in fondo il calcio talvolta è veramente bizzarro; ma comunque andranno le cose, è questo modo umorale di fare mercato che non riesco a mandare giù. Proprio come una minestra riscaldata poco gustosa.
Fino ad oggi avevo dichiarato più volte che questa squadra mi piaceva, che la trovavo interessante, che sarei stato disposto a pazientare di fronte agli alti e bassi cui una compagine giovane è giocoforza soggetta. Mi ero costruito un castello tutto mio di un Milan che guardava avanti, che programmava meticolosamente mercati low-cost basati sulla ricerca di giovani talenti da piazzare nei ruoli in cui vi fosse necessità (d’altronde non l’avevo detto io che non c’era più una lira e che quella era la via da seguire). Desideravo un Milan costruito attorno al duo Balotelli-El Shaarawy, un Milan che tentasse di completare la rosa cercando altri Balotelli-El Shaarawy in difesa, in porta, a centrocampo. Questa sessione di mercato ha sbriciolato improvvisamente il mio castello, mi sono ritrovato con un Milan che mi piace meno, che trovo poco interessante, con il quale avrò pochissima pazienza. Una squadra che, anziché guardare avanti, rinnega improvvisamente le sue recentissime scelte e si volge al passato: El Shaarawy messo prima sul mercato ed ora, di fatto, relegato ad un ruolo di secondo piano; Niang bocciato inesorabilmente; Petagna ceduto, seppure in prestito; il ritorno del ventinovenne Matri (bravo, ma non un fenomeno) che si aspetta di giocare titolare e verosimilmente ci giocherà; infine l’altro ritorno, quello di Kakà, su cui mi sono già espresso.
Sono deluso, inutile nasconderlo. Vorrei scrivere un “Comunque Sempre Forza Milan!” a caratteri cubitali, più che altro per evitare di incorrere nel “Temutissimo Sputtanamento Di Fabregas”, inesorabile con i milanisti giudicati disfattisti. Ma non ne ho voglia. Domani mi passerà, spero.
107 commenti su “La minestra riscaldata”
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Nessuno!
Minchia, 102 commenti.. alla faccia della pausa nazionale..
Comunque meglio dieci pause nazionale di fila che uno Sputtanamento di Fabregas
Credo che Obama stia spingendo per avere il voto positivo del Congresso proprio per evitare uno Sputtanamento di Fabregas..
porca puttana, a furia di nominarlo il pagerank sale a bomba, vedrete che se qualcuno cerca il calciatore spagnolo su google non trova wikipedia o il barcelona, trova screwdrivers!
:rotfl: :rotfl:
Comunque, hanno cambiato le regole farraginose per la composizione delle liste.
Attualmente, sono le seguenti:
LISTA A
Fanno parte della lista A fino a 25 giocatori, dei quali almeno 2 devono essere portieri.
Dei 25 posti, 8 sono riservati a calciatori cresciuti in Italia.
Per cresciuti in Italia si intendono i calciatori di due categorie:
A) giocatori cresciuti nel club che partecipa alla Champions (ovvero calciatori che tra i 15 e i 21 anni hanno fatto 3 anni nel Milan)
B) giocatori cresciuti nella federazione del club che partecipa alla Champions (ovvero calciatori che tra i 15 e i 21 anni hanno giocato in Italia)
Ognuna delle 2 categorie può avere al massimo 4 calciatori. Se non si raggiunge il numero, i posti restano vacanti (quindi non si arriva a 25 posti).
Infine, se un calciatore è stato schierato in un’altra squadra nei turni preliminari, può tranquillamente giocare nei gironi per la nuova squadra. Ad esempio, Boateng può giocare con lo Schalke.
LISTA B
Fanno parte della lista B tutti i calciatori nati dopo l’1/1/1992 che hanno giocato per 2 anni consecutivi nel club iscrivente.
Non c’è limite di posto.
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Analizzando la rosa del Milan, scopriamo che gli 8 posti della nostra lista A sono composti così:
A) Matri, Abate
B) Nocerino, Abbiati, Balotelli, Poli (tanto per prenderne 4 a caso)
La lista A del Milan è quindi composta al massimo da 23 giocatori, dato che rimangono 2 posti vacanti.
La lista B del Milan può essere composta, attualmente, solo da 3 elementi: De Sciglio (20/10/1982), Cristante (3/3/1995) e El Shaarawy (27/10/1992).
In realtà, per ammissione di Gandini (a proposito: apprezzo le scuse rivolte ai tifosi), El Shaarawy è stato inserito in lista A, bruciando un posto. Purtroppo, avendo fatto solo 2 anni consecutivi e non 3, non può andare a occupare uno dei due posti vacanti di cui dicevo sopra, e quindi automaticamente si brucia un posto di quei 23 disponibili.
Ragion per cui, nei 22 rimanenti non c’è stato posto per Niang, Traoré, Saponara e Vergara. Ovvero i ragazzini e il bidone.
I calciatori quindi ammessi a giocare ai gironi sono:
LISTA A:
Abate – Abbiati – Amelia – Balotelli – Birsa – Bonera – Constant – Coppola – De Jong – Robinho – El Shaarawy – Emanuelson – Kakà – Matri – Mexes – Montolivo – Muntari – Nocerino – Pazzini – Poli – Silvestre – Zaccardo – Zapata.
LISTA B:
De Sciglio – Cristante
Finiti i gironi, si possono fare massimo 3 aggiunte alle liste A e B, purché:
1. si rispettino i criteri di cui sopra (noi ad es, possiamo aggiungere 2 giocatori che han fatto le giovanili nel Milan senza togliere nessuno), e si arrivi massimo a 25 in lista A.
2. non abbia giocato in altre competizioni UEFA.
A questa regola c’è una eccezione:
è concesso a un solo calciatore dei 3 nuovi aggiunti, proveniente da una squadra di un’altra competizione UEFA, di poter esser messo in lista, purché:
a) non abbia già giocato nel torneo in questione (es: Honda non puo giocare col Milan se il CSKA gli fa fare anche 1′ di gioco)
b) non provenga da una squadra che è attualmente nel torneo in questione (se il Milan arriva terzo e va in europa league, e poi vende un giocatore alla fiorentina, quel giocatore non è inseribile, anche se i suoi minuti li ha giocati in champions e non in EL)
Morale della favola, se a gennaio vogliamo inserire Niang, e spostare ElSha in lista B, sprechiamo 2 mosse. Ci rimarrebbe una terza mossa, ma la possiamo usare per prendere un giocatore che magari ha fatto l’Europa League.
Guardate, ve lo dico in tutta onestà.. meglio aver sbagliato la lista della Champions oggi che subire lo Sputtanamento di Fabregas domani…