Il segreto per vivere meglio questa stagione all’apparenza deludente è tornare a pensare milanista. Per ventisei lunghi anni ci hanno bombardato i cervelli con una straordinaria serie di successi ed un eccesso di slogan autocelebrativi che non ci hanno totalmente giovato. Il milanista, per lo meno quello di un tempo, nonostante avesse assaporato comunque il piacere delle grandi vittorie, anche nei momenti bui sapeva dove scovare un filo di luce, essendo ai momenti bui più abituato rispetto ad ora.
Sento ovunque commenti eccessivamente incazzati per la situazione attuale. Non parlo di commenti durante le partite o immediatamente successivi ad esse, ovviamente in quei frangenti ci sta tutto, peraltro questa è pure una delle ragioni dello straordinario successo planetario del gioco. Mi riferisco piuttosto all’atteggiamento manifestato come si suol dire ‘a mente fredda’. Trovo ne sia ottimo esempio l’incomprensibile campagna denigratoria – dai toni che talvolta paiono rasentare l’odio personale – nei confronti di un mister colpevole soltanto di avere perso uno scudo con millemila titolari rotti nei momenti topici della stagione e di essere stato costretto a far fronte ad una delle più massicce opere di rivoluzionamento d’organico milanista di sempre. Altro ottimo esempio è l’assenza di pazienza nei confronti dei calciatori giovani: l’anno scorso qualcuno amava bersagliare El Shaarawy, un diciottenne che aveva fatto intravedere qualcosa ma che a tratti era parso un po’ frastornato dall’improvvisa notorietà. C’è anche chi storce il naso di fronte a Montolivo; insomma, posso essere d’accordo che con i Montolivo difficilmente si vince la Champions, ma è assurdo pensare che intorno ai Montolivo non si possa organizzare una ricostruzione coi fiocchi fondata su giovani talenti.
Voglio dire: noi cacciaviti un po’ più datati, pur non essendo particolarmente esperti di pallone e neppure pretendendo di esserlo, sappiamo benissimo che l’allenatore conta ma che senza i giocatori giusti si fa quello che si può, e della questione non ne facciamo una ragione di vita. E ai tempi sapevamo che Vinicio Verza non era un fenomeno, eppure, essendo egli sovente uno dei migliori in campo dei suoi mediocri Milan, amavamo Vinicio Verza come se fenomeno lo fosse. Un tempo, il poster di Sergio Battistini, un buon calciatore e niente di più, campeggiava nella mia camera da letto accanto a quelli di Sophie Marceau e Nastassja Kinsky.
Ma lasciando da parte il giudizio sui singoli giocatori, è proprio nei confronti di tutta la squadra e del suo andamento che si dovrebbe tornare a pensare milanista.
Pensare milanista. Che cosa significa pensare milanista? Di certo non che “siamo la squadra più titolata del mondo”. Di certo non che gli ultimi ventisei anni sono stati il vero Milan e tutto il resto è merda seccatasi al sole col trascorrere del tempo. Di certo non: “Rivera? E chi cazzo era? Si vabbe’, altro calcio.” Di certo non che l’allenatore è un incompetente soltanto perché è di moda pensarlo. Di certo non che El Shaarawy è un acquisto di merda dopo il secondo stop sbagliato, a diciotto anni, al suo primo anno al Milan.
Che cosa dovrebbe pensare quindi un milanista?
Diciamo che il milanista dovrebbe ricominciare ad armarsi della pazienza, curiosità, umiltà del tempo che fu, poi, dopo questa operazione, pensare ciò che gli viene naturale. Non c’è niente di più bello che assistere alla crescita di un gruppo giovane e talentuoso, anche passando attraverso cocenti delusioni. E non c’è niente di più bello che vedere un giovane proveniente dalla primavera imporsi in prima squadra, indossare la fascia di capitano e magari, dopo anni di tentativi e sacrifici, alzare al cielo la coppa con le orecchie. Ricordo che quando sentii parlare per la prima volta di Maldini o di Costacurta mi elettrizzai come nessuna sessione dello stucchevole calciomercato attuale è mai stata in grado di fare.
Sia chiaro, non amo i concessionari di patenti di tifo, figuriamoci se mi metto ad impartire lezioni su ciò che si deve pensare. Cioè non è che, giacché qualcuno secondo me non pensa cose milaniste per come l’intendo io, non sia milanista come lo sono io. Il succo del mio discorso è un altro, sta nell’incipit del post: pensare milanista, è soltanto il segreto per vivere meglio questa e le prossime due o tre stagioni. Se poi qualche cacciavite preferisce vivere male i prossimi due o tre anni o quanti saranno, liberissimo, sono cazzi suoi.
24 commenti su “Pensare milanista”
I commenti sono chiusi.
Antonio mi hai fatto scappare una lacrimuccia a ripensare a quei tempi quando Verza smarcava l’Incocciati di turno e magari sbagliava…
Non rinnego assolutamente gli ultimi 27 anni, anzi li considero un premio per noi milanisti “datati” che nonostante tutto andavamo fieri del “nostro” Milan, d’altronde era già da allora la squadra che aveva vinto di più in campo internazionale. Noi avevamo 2 coppe campioni, 1 intercontinentale e 2 coppe delle coppe, contro l’Inter che ne aveva 2+2 (campioni ed intercont.) e la Juve, che nonostante dominava in Italia (e molti ricordano come a volte…), addirittura a “zero” tanto che vantavano una tale “Coppa delle Alpi” come titolo internazionale…
È chiaro che di “veri milanisti” ce ne sono anche se nati sotto l’impero di silvio, ma appunto per questo straquoto il post di Antonio, armarsi di pazienza, curiosità e soprattutto molta “umiltè”….
La pazienza e l’attesa ci permettono di apprezzare le poche cose buone di questa stagione e le poche di quelle che verranno.
Si tornerà a vincere, è fisiologico… Ora è sufficiente tifare.
Vi leggo sempre, non commento mai: ho sempre pensato che “sia meglio tacere e sembrare stupidi che parlare e togliere ogni dubbio” (cit.) 😉
Qui però mi devo alzare dalla sedia (in ufficio penseranno che sono pazzo) per fare dieci minuti di applausi a Marcovan. Sarà che sono nato nel 1972 e ricordo benissimo i tempi bui e quanti scarponi hanno calcato il prato di San Siro nei primi anni ’80, sarà che sono paziente e caparbio di natura… ma io mi sento proprio milanista “in quel modo lì”.
E mi intristisco quando mi accorgo che siamo sempre in meno a pensare cacciavite. Ma c’est la vie, suppongo, e tutto cambia….
buongiorno…
non sono d’accordo con il post. Sono d’accordissimo.
Come potrei non esserlo, visto che quanto scritto da marcovan l’ho vissuto anch’io sulla mia pelle e ne trovo traccia in ogni mio modo di essere cacciavite ?
E trovo opportuno questo preciso momento per la riflessione che deriva dalla lettura.
Stanno cambiando molte cose, ma occorre calma e gesso.
Ciao Frappa, hai citato una delle frasi di Wilde che preferisco.
E’ anche vero che in alcune situazioni è doveroso parlare, anche a costo di rischiare di fare figure.
Tu l’hai fatto e ne sei uscito bene, in piedi. Bello pulito.
Puoi continuare a farlo, eh ? 😀
Che post magnifico!! Mi è venuta una botta di nostalgia per quel calcio degli anni ottanta, vissuto come un rituale religioso ogni domenica…..
Ricordo come fosse ieri le splendide maglie di un tempo, con poche variazioni da una stagione all’altra ma anche splendide nella loro sobrietà;
La marcia di avvicinamento alle partite della domenica pomeriggio, che quando prevedevano i big match ti portavano ad avere le palpitazioni già al mercoledì ( se non c’erano le coppe!);
La sigla di Tutto il calcio minuto per minuto con la pubblicità dello Stock 84 e gli interventi di Ezio Luzzi a smorzare la tensione con gli aggiornamenti dalla serie B;
L’attesa per i servizi di Novantesimo minuto che portava nelle nostre case personaggi del calibro di Tonino Carino e Luigi Necco;
La sintesi di un tempo di una partita di serie A e la sigla di Domenica Sprint che non ho mai capito cosa dicesse;
I goal del calcio minore all’interno del tg regionale;
La Domenica Sportiva che ad ogni vittoria di campionato ospitava l’intera rosa della squadra vincente, compresi allenatori e dirigenti;
Le splendide voci di Sandro Ciotti, Enrico Ameri e Bruno Pizzul;
Le partite di coppa tutte il mercoledì, quando ti poteva capitare di fare zapping tra quattro partite diverse tra canali Rai e Mediaset;
La Coppa delle Coppe e il Torneo Anglo-italiano, con quest’ultimo che ci permetteva di scoprire squadre inglesi come il Port Vale e il Grimsby Town;
I presidenti stile “allenatore nel pallone” come Rozzi, Anconetani, Massimino, Lugaresi, solo per citarne alcuni;
Ma soprattutto Mark Hateley e il suo dannarsi l’anima dal primo al novantesimo minuto nel Milan operaio forse più bello di sempre.
Potrei continuare all’infinito, ma preferisco evitare che la nostalgia tracimi divenendo incontrollabile!
Morning, continuo io se vuoi ?
Essere a S.Siro alle 10 di mattina, quando il Derby era fuori casa e si sperava di entrare in un modo o nell’altro.
Quando la partita finiva (inizio ore 14,30) ci si infilava all’ippodromo con spuntino di caldarroste, giusto un’ oretta, perche’ alle 18.00 volevi essere a casa a vederti 90°minuto.
Popolari o Distinti ? Spesso era il dubbio che ci attanagliava per tutta la settimana.
CoppaUefa, Coppa delle Coppe, Coppa dei Campioni, tutto insieme al Mercoledi con battute verso i tifosi le cui squadre non partecipavano tipo:” Al mercoledi vola al Cinema”.
Il Club vicino a casa che organizzava le trasferte in pulmann e non vedevi l’ora che arrivava la Domenica per far baldoria tutti insieme durante il viaggio, con il classico coretto” Autista ti devi fermare…………………….Autogrill, Autogrill……
Sara’ perche’ divento vecchio, sara’ perche’ sto mondo e’ cambiato (certamente in peggio) ma tutto era piu’ genuino, c’erano i rapporti umani, c’erano i confronti dialettici su tanti temi, cose praticamente impensabili al giorno d’oggi.
Computer(va beh su certe cose e’ utile) telefonini, I Pood, smarthfoone, minchiod………………..fanculo tutto !!!!!!!
Ho divagato oltre al Milanismo ma la prima parte faceva parte dell’ essere casciavit, casciavit col cuore, casciavit nella mente !!!!
Beh, mi fa piacere vi sia piaciuto, però l’intento non era quello di intristirvi eh? Si trattava di un post ottimistico. 😉
ma in fondo non è detto che qualche pensiero nostalgico debba necessariamente intristire…
Un saluto a Frappa.
No no caro Boss, qui nessuno si intristisce ci mancherebbe.
Pero’ i ricordi sono ricordi.
Un vecchio filosofo greco (non ricordo il nome) diceva: “Non si puo’ vivere di ricordi, ma chi non ne ha vuol dire che nella vita non ha combinato niente”.
No nessuna tristezza, solo la consapevolezza che noi, anche se ora “vecchietti”, abbiamo vissuto anni veramente splendidi e rileggendo il post di Morning non posso che condividerlo.
Al contrario di Frappa, noi più matusa abbiamo avuto almeno la fortuna e l’onore di vedere trionfare il Milan a Madrid nel 1969 contro l’Ajax e l’anno dopo vivere la battaglia contro l’Estudiantes nella intercontinentale.
Rincon poi ricorda quando andò ad aspettare in stazione Kilpin, per cui è il più fortunato di tutti…. 😆
pensare milanista sarebbe più facile con un nuovo presidente.
comunque è chiaro che il giudizio non era su Balotelli come persona.
Ha fatto bene a chiedergli scusa. Mica che fraintendesse, eh… 😯
ricordo il momento.
Ero con Gianfausto Kilpin, il papà di Herbert, chiamato così in onore di Herbert von Karajan, Herbert Pagani ed Herbert Ballerina.
Rincon appena arrivò molestò subito la baby sitter di Herbie.
Ma non si chiamava Pierfausto il papà di Kilpin???
Può darsi che mi sbagli, a questa età è facile….
Danilo, Pierfausto è lo zio, gemello del papà. 😎
E’ uno status che per noi padri di famiglia (insomma 🙄 , per dire…. io non lo sono ma era per rendere l’idea ) è facilmente condivisibile ma posso capire che per gli under-30 sia un ragionamento di non facile applicazione.
Non è facile passare dalla prima alla terza classe.
Grande Ghost, ero proprio io.
Adesso sono semplicemente Stefano reincarnato.
in effetti i tempi di VErza io non li ho mai visti..
però ho letto un paio di libri che parlano della storia del milan, e non sono sempre stati anni felici. questo e i prossimi saranno di quelli, quindi ci si mette li, con pazienza, sapendo già cosa ci aspetta e si attende..sperando che passi il prima possibile..
nell’attesa, relax
Ghost non sapevo che Kilpin avesse uno zio gemello…
Ma se lo zio era gemello, la zia era del toro????
Boateng adesso gira con la guardia del corpo.
Sarei curioso di sapere cosa ne pensa ZioAlduccio…………..
Io farei volentieri la guardia al corpo della Satta… ma temo di rimanerci nella improbabile ipotesi che…
Grande Rincon!!!
Altre belle istantanee aggiunte all’album dei ricordi! E sottolineo soprattutto la genunità dei rapporti umani persa negli ultimi anni…..però facciamo passi da gigante con l atecnologia! Non credo sia così scontato il guadagno…..
Zullida, quello era un calcio irripetibile! Fortunato chi se l’è potuto godere nella sua totalità!
P.S.: La solita boutade rosea? Leggete un po’ e sorridete: http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Milan/15-01-2013/beckham-torna-milan-bookmakers-dicono-yes-913839688163.shtml
http://www.milannight.com/calciomercato/43111/altri-sette-giorni-di-strazio.html
…sto ridendo come un ebete da tre quarti d’ora 😆
beckham..un vecchietto che metterebbe i cross meglio di niang, binho, boa e pure de sciglio (abate e antonini non sono presi in considerazione in questa classifica, mi pare ovvio)
Grande pezzo Marcovan.
Secondo me i problemi essenzialmente sono due: qui c’è contestazione e non identificazione perchè c’è disprezzo dei tifosi e arroganza da parte della società.
Secondo, manca una tifoseria organizzata degna di questo nome che trascini il ‘popolo’ rossonero.
Ancora complimenti e buona giornata