Stephan El Shaarawy da Savona è un uomo in missione. Niente di più, niente di meno.
Il termine “uomo in missione” è utilizzato prevalentemente in ambito cestistico, per indicare un giocatore che nonostante le varie difficoltà della squadra in cui milita ha in mente solo una cosa: vincere.
Per definizione l’uomo in missione ha due metodi per arrivare al suo scopo. Scuotere i compagni di squadra cercando di portarli al suo livello, oppure sobbarcarsi tutto il lavoro.
Stephan da inizio stagione sta facendo tutto da solo. Ogni tanto trova qualche alleato sul campo di battaglia ma lo perde il giorno dopo, in quella che sembra una variante calcistica della battaglia delle Termopili. Uno contro 11 sempre, ogni maledetta domenica. E’ molto spesso quell’uno dimostra di essere sufficiente.
12 gol in neanche un girone di campionato non si fanno a caso. Non è neanche un caso che questi numeri a questa età non sono mai stati registrati dai tempi di un altro calciatore che ci è familiare: Giuseppe Meazza. Al giocatore degli anni 30-40 finirono per intitolare uno stadio, a Stephan non c’è dato ancora sapere.
Lo status del calciatore savonese è ancora abbastanza un rebus. Campione, fuoriclasse, fenomeno, giovane prodigio etc…
Questo ci interessa relativamente poco, a noi interessa che il nostro numero 92 non si sta montando la testa, ma anzi con la sua dedizione difensiva, la sua voglia e la sua corsa (cosa che ogni giovane dovrebbe fare… MARIO MI SENTI?) dimostra di meritarsi quello che madre natura gli ha dato e quello che il fato ha deciso per lui, ovvero trovarsi fenomeno in uno dei Milan più scarsi degli ultimi 20 anni.
Ibra o non Ibra, Pato o non Pato, fiamma o fuoco l’unica cosa che resta è che probabilmente abbiamo uno dei prospetti under 21 più forti del mondo, frutto di un investimento buono da parte della società (su questo non si può dire nulla).
L’errore maggiore che società, squadra e tifosi possano fare è aspettarsi sempre questo dal ragazzo. Ci saranno e ci dovranno essere momenti in cui per motivi che spaziano dalla scarsa forma fisica alla stanchezza mentale Stephan giocherà al 60-40-10% del suo potenziale.
Questo è il destino del giovane in generale, essere altalenante di rendimento. Anche se in questo momento il Milan non può prescindere dal savonese, vedi ad esempio la partita di ieri a Catania sostanzialmente vinta dal classe 92, aspettarlo è un dovere morale. Se invece il Faraone continuerà su questi livelli con una buona costanza nulla gli sarà precluso, compreso pallone d’oro ed elevazione a miglior giocatore del mondo. Forse sto correndo troppo però. Meglio aspettare, meglio aspettarlo.La pena per chi non aspetta è perderlo…
Uomo avvisato..
8 commenti su “What’s the Situation: Un uomo in missione”
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Io non lo sapevo che il Faraone fosse un panorama o una tabella (abbiate pazienza, ognuno c’ha le sue crociate da combattere). 😀
Per lodarlo non so che scrivere, basta il rendimento a descrivere tutto. Non gonfiatelo, please.
Non è neanche un caso che questi numeri a questa età non sono mai stati registrati dai tempi di un altro calciatore che ci è familiare: Giuseppe Meazza
ibra faceva soprattutto la prima parte..e l’ha fatto recentemente pure al PSG, però è anche vero che quando quel gregge di pecore non lo seguiva, faceva tutto da solo…
Ibra è il capomissione degli uomini in misione.. 😉
Vabbe’ Corrado, da tempo è in corso questa discussione sul termine “prospetto” riferito alle giovani promesse dello sport. Io credo che nel gergo sportivo ci possa benissimo stare un termine del genere. A me fa cagare il termine “spizzata”, non credo neppure faccia parte della lingua italiana, tuttavia lo accetto, purché questo orribile termine non sconfini dall’ambito sportivo. Via, non facciamo troppo gli schizzinosi, questo è Screwdrivers, non il sito dell’Accademia Della Crusca.
Quanto al Faraone, non sono d’accordo che, come afferma Situation, faccia tutto lui. Diciamo che il Faraone è fortissimo e sta trascinando la squadra, la quale però ha il grande merito di farsi trascinare da lui. Poiché avrebbe potuto anche lasciarsi andare e mollare quando le cose andavano male, e in tal caso il Faraone, pur essendo così forte, si sarebbe attaccato al tram.
el92 si sta dimostrando un grandissimo, ma non è ancora un campione. è un potenziale fuoriclasse come lo era pato (anzi, il brasiliano forse era più forte). vediamo cosa farà nei prossimi due anni, poi potremo definirlo un fuoriclasse. a me ricorda un po’ sheva, un po’ rooney.
lui sta facendo molto per il milan, ma credo che la vera svolta sia stata l’esplosione di montolivo (ieri però maluccio) e le buone prestazioni di desciglio e constant (ma di quest’ultimo non mi fiderò mai e poi mai).
e secondo me dejong è già la seconda grande partita che gioca.
Io vedo un’intera squadra che sta crescendo…
Sono d’accordo. E’ quanto vado ripetendo anch’io da un pò.