Non vorrei portare rogna rivangando i ricordi di quella tragica stagione, ma, vista l’attuale situazione ed alcune analogie con le vicende di allora, ritengo che un post sull’argomento lo si possa scrivere. Magari servirà come una sorta di esorcismo, chi può dirlo?
Mi affiderò principalmente alla memoria. Sebbene il ricordo sia sgradevole – o forse proprio perché lo è -, ho abbastanza bene impressa qualche sensazione; neppure i nomi di alcuni dei malcapitati protagonisti li ho mai dimenticati. E d’altronde, come potrei? All’epoca avevo diciotto anni, per cui mi si perdonerà se alle volte inciamperò in qualche imprecisione. E’ trascorsa una vita dopotutto. Purtroppo, aggiungo.
Orbene, il presidente era ancora Colombo, quello che con i suoi magheggi ci aveva condannati alla retrocessione due anni prima. Mi pare di ricordare tuttavia che Colombo fosse ancora squalificato a causa di quella losca faccenda, e che la presidenza della società fosse retta da un mero prestanome con limitati poteri decisionali, tale Morazzoni Gaetano. Insomma il caos: un proprietario giocoforza assente, un tizio che agiva in vece sua ma che non contava un cazzo o quasi. Difficile non vederci sinistre analogie col presente.
Meglio proseguire col discorso di prima. Molto meglio.
Morazzoni, cioè Colombo, affidò la squadra ad un allenatore che io (e non soltanto io) gradivo molto: Gigi Radice, ex milanista, la fama di sergente di ferro (scoprimmo successivamente che tale fama era meritata, pure troppo), aveva incantato la serie A con il suo Torino a metà degli anni settanta. Quella squadra vantava fior di campioni; giocatori acquistati dalla società, è vero, ma quella compagine era stata messa in campo veramente bene e giocava uno splendido calcio totale, e per quest’ultimo aspetto il merito non poteva che essere ascritto all’allenatore.
Come straniero (ne era possibile soltanto uno a quel tempo, per cui l’operazione destava sempre grandissima curiosità), venne scelto lo scozzese Joe Jordan, uno sdentato combattente d’area, un buon attaccante benché sul viale del tramonto; e una brava persona, peraltro bistrattata vergognosamente da un maleducato eroe del nostro tempo recentemente. Per la verità la prima scelta era stata quella del ben più forte Ceulemans, il quale però, non ricordo perché, dopo le visite mediche andate a buon fine, decise di piantarci in asso e tornarsene in patria, in Belgio. L’acquisto di punta autoctono fu Adelio Moro, uno che aveva fatto faville nell’Ascoli, una promessa poi non mantenuta che costò alle casse societarie uno sproposito, un miliardino circa delle vecchie lire. Un vero e proprio seghino ante litteram.
A metà stagione, visto anche il pessimo andamento della squadra, il comandante Colombo abbandonò schettinamente la nave prima che essa affondasse, cedendo la società a Giuseppe Farina, l’ex presidente del grande Vicenza di Paolo Rossi. A differenza del successore Silvietto, di quello fine anni 80 ma anche dell’attuale, Farina era un patron assai squattrinato. Tuttavia, pur essendo parimenti astuto e possedendo il medesimo concetto di correttezza, rispetto a lui era infinitamente più competente in materia calcistica (li sentite gli “ooooohhhh!”? Sono i lurkers pidiellini che manifestano il loro sdegno). Ma appunto, Farina era abbastanza squattrinato, faceva quel che poteva. E poi, essendo subentrato a metà stagione, per quanto abile e competente potesse essere, nel suo ruolo non poteva materialmente fare granché per raddrizzare la baracca.
Ma facciamo un passo indietro. Non ricordo come e quando le cose cominciarono ad andare male. Da subito, mi pare. Una fatica d’inferno a segnare, un sacco di gol beccati stupidamente malgrado la presenza di grandi difensori come Aldo Maldera, il Tasso, Fulvio Collovati (Franz non giocò quasi mai, mi pare per infortunio o malattia). Inoltre un tecnico capace in un’impresa che neppure Allegri è riuscito a compiere, cioè quella di inimicarsi in pochissimo tempo gran parte della squadra e della tifoseria. Rammento una depressione ambientale che, per ora, con quella attuale non ha nulla a che vedere, ma proprio nulla. Fulvio Collovati, il Capitano, si beccò addirittura una pietrata sulla zucca da parte di un tifoso. C’è chi dice che quel profluvio di ragionamenti con cui Fulvio allieta gli spettatori della Domenica Sportiva ogni settimana sia fortemente influenzato da quel lontano episodio, ma nessuno può affermarlo con assoluta certezza.
Fatto sta che si procedette all’esonero di Radice, mi pare che fece in tempo ad occuparsene la coppia Colombo-Morazzoni ma ho ricordi abbastanza annebbiati in proposito. Comunque sia, in sostituzione si optò per una scelta interna, quella di Italo Galbiati, il quale successivamente diventò, per molti anni, vice del grande Fabio Capello. Il cambio in panca servì a poco, l’auspicata svolta non si verificò e – benché noi tifosi avessimo impiegato l’intera travagliata stagione a spiegarci a vicenda che “No, noi in B sul campo non ci finiremo mai perché siamo il Milan” – andammo a giocarci la permanenza in A a Cesena, mentre il Genoa, nostro concorrente diretto, era impegnato a Napoli.
Mi perdonerete senz’altro se non entrerò nel dettaglio di ciò che accadde quella domenica, quel che combinò Castellini a Napoli e le forti emozioni che ci investirono con la violenza di un fiume in piena durante la nostra vittoriosa rimonta da 0 a 2 a 3 a 2. Occorrerebbe un altro lunghissimo post per ricordare degnamente quella che, seppur nel male, fu una giornata importantissima per la nostra storia. Dirò soltanto che, assieme a molti altri cacciaviti, alla fine dei giochi me ne restai lì, a fissare il campo sulle allora malandate gradinate de La Fiorita per un tempo che ora non saprei definire, un tempo comunque ben oltre il momento della certezza della definitiva triste sentenza. Ricordo un irreale, pesantissimo silenzio interrotto talvolta da qualche soffocato singhiozzo. Insomma, si pianse. Non io, io ero e sono tuttora un duro. Ma avrei voluto piangere anch’io, quel pomeriggio…
77 commenti su “Ricordi di un Milan che retrocesse”
I commenti sono chiusi.
buongiorno…
perdonami Antonio se vado subito OT, ma oggi è passato, giusto giusto, 1 anno.
Un ricordo del Sic che è rossonero tanto quanto noi.
Ciao Marco
una riflessione sui fatti di allora, con tanto di grattata di palle, ci sta.
Dunque i fatti sono andati proprio così.
Ora, di analogie, ce ne possono anche essere ma sicuramente è per esorcizzare, dunque, ci sta.
Joe Jordan, lo Squalo, lo ricordo bene.
Aveva la dentiera e quando giocava se la toglieva mostrando quei buchi nella bocca.
Era un autentico combattente scozzese. I denti li aveva persi in gioventù giocando al calcio.
Metteva sempre la testaccia su ogni pallone. Senza paura.
Questo coraggio sopperiva ad una tecnica non proprio sopraffina. Ed era ben voluto dai tifosi.
La partitaccia della retrocessione la ricordo anch’io.
Ero a Incisa Valdarno in gita. Su un prato e nei pressi di un alberello abbastanza solitario, con la radiolina in mano a sentire.
Ricordo di aver pestato la testa su un ramo piuttosto basso al gol di Antonelli. Salvo pochi minuti dopo, a frittata fatta, sedermi sulle’erba a osservare lontano. Molto lontano.
Nemmeno io piansi perché avevo la mia futura moglie vicino e non volevo pensasse fossi meno duro di marcovan…eheh
Caro Marcovan non c’era modo di migliore di cominciare la giornata ricordando quell’infausto campionato 81/82.
Io la ricordo forse un po’ meglio di te essendo un po’ più “tardone” di te…
Premetto che personalmente fu una stagione “importante” per me per molte cose. Iniziammo con un pareggio di Udine il 13 settembre 1981, la ricordo bene la data perché due giorni dovetti prendere il treno a Chieti destinazione Foligno, la Patria aveva bisogno di me. La domenica successiva addirittura pareggio in casa con i Viola che contenderanno lo scudetto ai gobbi fino all’ultimo minuto di quell’infausto 16 maggio 1982. Domenica che oltre al “pastrocchio” Castellini-Faccenda da ricordare il gol annullato alla Fiorentina a Cagliari che avrebbe a loro di “spareggiare” con la Juve (vincente quella domenica con un rigore…) e a noi di salvarci alle spese dei Sardi.
La terza domenica addirittura vincenti a Napoli, ma sentendo per telefono mio cugino che andò a vedere la partita, mi disse che si avevamo vinto, ma con molto culo (autorete di Ferrario mi sembra…) ed un Napoli che avrebbe meritato la posta piena.
Alla 4ª sconfitta interna con la Juve, che ascoltai in camerata con una “tetta enorme” (Rincon non ti eccitare…) causa quelle punture “antitutto” che facevano a quei tempi, iniziò la vicissitudine di Franco Baresi che ebbe un problema con un raro virus che lo lasciò fuori per ben 6 mesi… Uno spezzone di quella partita fu ripreso per il film “Eccezziunale veramente”…
Dal punto di vista “sportivo” ha poi raccontato tutto bene il boss, se a qualcuno interessa prosegua, altrimenti salti al prossimo commento… 😉 A novembre 81 tornai per la prima volta a casa a da quando era partito alla mia ragazza non “erano più tornate” per cui andammo a fare le analisi… Risultato agli inizi di gennaio ebbi 15 giorni di licenza matrimoniale e attorno al 12/13 maggio la Lisa (il precongedo in pratica). Quella “maledetta domenica” del 16 maggio ero attaccato alla radiolina con poche speranze, nulle dopo il il doppio vantaggio cesenate… poi la grande illusione della rimonta e la delusione per il “pastrocchio” Castellini ed il gol annullato ai viola. Alla fine della partita ero distrutto… uscii e mi consolai in parte con il mio amico di sempre tifoso del Bologna che ebbe quel giorno la mia stessa sorte… Tre giorni dopo mi risollevai (e non poco) con l’arrivo del mio “primogenio” (come diceva Totò), che nonostante lo vestissi da piccolo in rossonero e gli ripetevo le formazioni del Milan, alla fine è venuto su gobbo… a parziale consolazione almeno non riconosce i 30 scudetti… 🙁
Mi associo al ricordo del grande Sic postando questo splendido video:
http://www.youtube.com/watch?v=0SALLJ8Iz6s
bè, dai. Già allora retrocedemmo oltre che per nostri demeriti anche per il furto del duo castellini-faccenda.
poi, allora il campionato fu di 16 squadre. adesso sono 20, con squadre oltretutto penalizzate. se retrocedi, te la sei cercata e pure meritata.
Certo se non infiliamo 3-4 vittorie di fila allora comincio a toccarmi pure io.
Poi il tasso, quando arrivò da noi era uno scarpone mai visto, e pure un poco cattivo.
Ancora ripenso a Zio Liddas e a quanto era Maestro nell’insegnare calcio.
tanto per restare in tema col passato, abbiamo una dirigenza che guarda solo indietro: nesta…..innovazione zero.
Ricordo bene quella infausta stagione: a 11 prime e fortunatamente uniche lacrime per i ragazzi.
Ops; a 11 anni.
boss, grazie tanto per questo post eh…
Il miglior modo per iniziare la giornata 😉
non ricordo bene il campionato e poi all’epoca le partite non si potevano vedere, non c’era la pay TV. ricordo, anche se non benissimo, l’episodio di castellini ed anche io ebbi,all’epoca, la netta impressione di una volontaria papera, come si diceva allora. Mi sembra , ma non sono sicurissimo, che il tutto avvenne a pochi minuti dalla fine. dopo tanti anni due cose mi hanno fatto incrinare questa convinzione. nessuno da solo, nemmeno un arbitro, può far retrocedere una squadra, al massimo possono influire sul risultato della gara in cui giocano o che dirigono ma se a quel punto una squadra (in questo caso il Milan) è ridotta a tanto vuol dire che la colpa è sua (della squadra). la seconda cosa che ha fatto incrinare la mia convinzione sono state certe parate che (non)ha fatto Dida, roba che Castellini era un dilettante al confronto 😀
Bellissimo racconto Marcovan. I pidiellini verranno a cercarti con i forconi e le torce a casa tua per quello che hai scritto su Farina. 😉
Da poco avevo approfondito la questione serie B per conto mio.. ne avevo trovato uno “splendido” riassunto qua… ed un illuminante approfondimento sul vergognoso biscotto Napoli – Genoa che rese inutile la rimonta a Cesena… poi mi si domanda perché odio il Genoa ed il Napoli (che insieme a Juve ed Inter sono le squadre che più detesto in assoluto).
Per quanto riguarda il primo degli articoli linkati, cito, a mò di sinistra analogia che vi dovrebbe far venire i brividi alla schiena, queste quattro righe conclusive!
Paura eh?? 😯
Chiudo con un saluto. Io non faccio mai queste cose, solo per lui faccio un eccezione:
ciao Sic!
betis, l’autore degli articoli è Sergio Taccone (Sertac).
Scrive su MBC.
Mette nero su bianco la nostra Storia da parecchio tempo ormai. 😉
Non lo conoscevo.. io frequento solo Screw e(d il Night praticamente da lurker…) gli altri blog non me li cago di striscio.. 😉
Quell’ infausta stagione la vissi meta’ andando a vedere tutte le partite e, l’altra meta’ a soffrire in caserma , con gobbi e merde a sfottermi in continuazione.
Il giorno della retrocessione ero anche di guardia e rischiai di sparare a qualcuno per l’incazzatura.
Se fossero passati da Portogruaro quel giorno, Castellini e Faccenda li avrei tirati senza pieta’.
Io non voglio neanche lontanamente pensare che questa stagione possa diventare come quella di 30anni fa, pero’ e’ innegabile che qui ci vuole una sterzata, altrimenti saranno cazzi.
P.s. Una delegazione della Curva era ieri a Milanello ed ha avuto un confronto (dicono abbastanza duro) con tecnico e giocatori.
Ma un confronto altrettanto duro con la Societa’, no ehh ?
Sei matto? Andare dal datore di lavoro a cazziarlo? Vuoi che li licenzino? Loro sono tifosi per professione.. vivono di quello…
ahahah proprio perché sei monogamo l’ho scritto… 😀
Rincon, tutto può essere.
Certo che questi ricorsi alla retrocessione sono ben alimentati.
Poi finisce che qualche babbeo arriva a crederci davvero e fa qualche gesto insano.
Indubbiamente ci sono campagne portate avanti con impegno e costanza sia dai giornalai che dai tifosinkia.
Ecco, una delle cose che mi sono spesso domandato: ma per andare a parlare anzi, a confrontarsi con i giocatori, hanno preso un giorno di ferie ? O è un permesso non retribuito ? O sono liberi professionisti ?
Detto ciò, la mia è una domanda retorica. Non vorrei che qualcuno mi rispondesse per davvero… 😯
Betis dovresti frequentare un po’ anche MBC... ci scrive anche quel “rincoglionito” di zullida 😉 (presentazione delle partite) oltre a Rincon (là però si chiama pizzaballa) qua, invece invitato da me, per farmi uno scherzo ha scelto un nick molto appropriato…
Oltre naturalmente al tuo amico “elbonito” che dopo mesi di corteggiamento si è deciso a tornare anche di qua e per ultimo il qui padrone di casa marcovan che ci delizia con scambi di punta di vista con 2/3 pdellini che se anche qualcuno forse non vota ci è di animo…
Il migliore comunque è Sertac che ci delizia i venerdì con racconti semi-sconosciuti dai più della grande storia rossonera… Tra l’altro ho avuto anche l’onore di apparire nella pagina dei ringraziamenti di un suo ultimo libro dedicato alla “conquista” della Mitropa Cup…
rracconto da brividi marcovan, complimenti, e commento spettacolare di danilo.
sono diventato rossonero allora (dice mio padre), ma ho pochissimi ricordi perchè ero molto piccolo.
leggendo la formazione, a occhio e croce mi pare più forte quella di questa che abbiamo oggi. ma il campionato era nettamente più alto di livello rispetto a questo. insomma, è più difficile retrocedere oggi rispetto a quegli anni.
su farina concordo totalmente. bisogna ricordare che gran parte del milan di sacchi che ha cambiato la storia del calcio derivava proprio da quegli anni.
Ciao Elbo, grazie.
Sì, concordo con te, la formazione che retrocesse era più forte di questa, ma non penso minimamente che quest’anno retrocederemo. Situazione lontana anni luce rispetto ad allora.
Lo dico veramente ingenuamente, senza malizia. Sembra veramente preistoria. Ogni tanto ricordare che il Milan non è solo Berlusconi, che il Milan non è solo grandi vittorie e che soprattutto il Milan non è nato 25 anni orsono, fa bene.. Essere una squadra operaia non fa male, bisogna solo abituarcisi..
Betis basta lurkare sul Night: è ora di partecipare, e non solo sui pezzi nostalgici per il Maestro di Malmoe! Suvvia! 😉
La pietra (o il mattone) in testa a Collovati che si era già venduto ai profughi del Naviglio avrei voluto tirarglielo io, anche se all’epoca avevo solo 10 mesi scarsi
Qualcuno sicuramente lo sapra’ gia’, parlo dell’ultima perla del nostro presidente, il quale sembra che abbia contattato Nesta per farlo tornare a giocare x tre mesi da Gennaio a Marzo, essendo fermo in quei mesi il campionato Canadese.
Ormai alle figure di merda non c’e’ mai fine.
Tra un po’ telefoneranno ad Anquilletti (terzino anni 70).
E’ vero. Siamo noi, i T-Rex del Milan, a ricordare a voi… Pulcini Pio… che c’é stato un passato prima del 1986.
La Storia del Milan comincia nel 1899. Il resto é evoluzione. Ma l’anno 0 é quello. Piaccia o non piaccia.
Ricordo che questa figu ce l’avevo tripla
Anquilletti al posto di Bonera. Subito a gennaio!!!
mamma mia! a guardarlo bene sembra Conte. con un altro parrucchino però! 😛
sto anquilletti ha un espressione veramente intelligente.
chiedo ai vecchi che le hanno vissuto entrambe:
peggio istanbul o la giornata della seconda retrocessione?
Collovati….. quel giorno, a Como, io c’ero! in piena curva rossonera per giunta, ma il mattone glielo tirano dalla zona dei distinti.
ma scherzate? Anquilletti era un signor terzino marcatore. avercelo, oggi!
per me, peggio istanbul. Ci ho messo quasi un mese a riprendermi dallo choc.
Istanbul è stata pesante, ma si è ricominciato dopo un paio di mesi. E via.
L’altro fatto è durato un anno intero, domenica dopo domenica, settimana dopo settimana. Altro che cazzi. E’ stato molto pesante.
Immaginetevi il lunedì mattina… leggere sulla Gazzetta la pagina della serie B. Per un intero anno… Non c’è proprio storia. Per me.
Io non c’ero nell’82 e quindi Istanbul rimane il trauma più grande. Ma lavorando di immaginazione non fatico a dire che MEGLIO 10 ISTANBUL CHE UNA SERIE B
Ma solo io noto una leggera somiglianza fisica Anquilletti-Conte?
(quantomeno nella foto postata)
Concordo con Ghost, peggio la retrocessione… anche perché abbiamo dovuto scontare per un anno intero gli sfottò dei gobbi e delle merde, oltre che girare molte pagine della “rosea” per trovare quella dedicata alla Serie B. Però quel campionato 1982/83 fu un’annata spettacolare, molto più bella del 1980/81, anche se naturalmente avrei preferito un anonimo campionato di A…
Anquilletti era un grandissimo, quella figurina, che ricordo benissimo, non gli rende merito. Ah il mio primo Milan, tanto per restare in temi di “vecchi”, era uno scioglilingua e la ricordo a memoria a distanza di quasi mezzo secolo: Cudicini, Anquilletti Schenellinger, Rosato, Malatrasi, Trapattoni, Hamrin, Lodetti, Sormani, Rivera, Prati. Tò presidente non erta silvietto… ma era lo stesso un grandissimo Milan che vinse tutto, dalla Coppa Italia del 1967, all’accoppiata Scudetto e Coppa Coppe 1968, per finire con la Coppa Campioni e la Intercontinentale del 1969… Che Milan e che tempi…. nel 1969 indossavo il grembiule delle elementari..
Roul in quella foto sicuramente si, anche se ci hai fatto pensare tu alla somiglianza col “parruccoide”… Sarà che io quela figurina la ricordo da sempre e ricordando soprattutto altre figurine di Angelo Anquilletti, non ci avrei mai pensato…
Comunque a parte tutto le maglie indossate quella stagione sono per me le più belle in assoluto.
Da ricordare per chi non lo sapesse che in quella stagione il Milan fu la prima squadra a personalizzare le stesse con i nomi dei giocatori.
Anche se in questa che ho trovata non la è, ma si vede lo spazio rosso sula schiena per la personalizzazione.
ma perché non esce?????
eppure ho fatto come sempre “”
naturalmente senza le virgolette, le ho messe per evidenziare il link… boh?
Bel post, l’ho letto stamattina appena uscito, poi mi sono appisolato tra i deliri della febbre e facendo gli scongiuri.
Anquilletti sembra Conte.
Visto che se n’è parlato: tutto quello che so del Milan di quegli anni viene da questo libro di Sergio Taccone (che consiglio di leggere, mi è proprio piaciuto). La retrocessione, il calcioscommesse e il mancato coinvolgimento della Juve, Castellini, i due anni in B. Tutto da là.
Il figlio di Zulli meriterebbe di essere messo in una stanza delle torture: come si fa a diventare juventino essendo figlio di cotanto milanistissimo padre?
Tornando al presente: siamo scarsi e giù di morale, io mi aspetto di tutto.
Ah, non convocati Abbiati, Abate, De Jong. Continua a esserci Boateng.
Amelia, Gabriel, Narduzzo,
Acerbi, Antonini, Bonera, De Sciglio, Mexes, Yepes, Zapata,
Ambrosini, Boateng, Constant, Emanuelson, Flamini, Montolivo, Nocerino,
Bojan, El Shaarawy, Pato, Pazzini.
Eh caro Corrado… sicuramente per una crisi di rigetto… e poi perché si sa che i figli (maschi) di solito fanno sempre il contrario dei “babbi”… C’è un mio amico juventino fino al midollo che ha un figlio “milanista”, un altro sfegatato interista con figlio milanista… Capita…
Il libro di Sergio Taccone consigliato da Corrado, l’ho comprato un paio di anni fa e qualche mese fa anche “La Mitropa Cup del Milan” in versione pdf, poi con i miei potenti mezzi stampato e rilegato. In quest’ultimo libro, senza falsa modestia alla fine nella pagina dei ringraziamenti compare anche il mio nome… 😳
Nel Gruppo su Facebook “Quando il Milan era un piccolo diavolo” a maggio si è celebrato la ricorrenza del trentennale della conquista della Mitropa: «Giornata dell’orgoglio rossonero».
mi auguro che nessuno faccia un libro sulla vittoria della coppa Taci. Un libro sulla Mitropa lo trovo assurdo, comunque ognuno è libero di fare ciò che vuole.
la retrocessione è stato peggio, molto peggio, in fin dei conti a Istanbul perdemmo solo una gara oltre alla coppa, naturalmente. la retrocessione è stata un’onta indelebile, ormai è entrata nel nostro DNA come tutti i titoli vinti, compresa la coppa Taci e il fatto che ormai solo l’Inter non è mai retrocessa non fa che aumentare l’amarezza 👿
ayatollah, non è per niente assurdo invece.
la mitropa è un simbolo di quel milan che ci rendeva orgogliosi di essere rossoneri. e la B, vista oggi, è un periodo in cui la fede dei milanisti si è rafforzata. penso che qua nessuno si sia sentito più milanista nell’87 piuttosto che nell’82, ed è giusto cosi.
Per me è stata devastante anche la tragica notte dell’anno scorso… derby perso e scudetto alla Juve.. uno stupro anale a sale grosso.. anzi, con la ghiaia…! Poi ci si era messo anche il tempo.. una giornataccia da lupi, pioggia e vento come non ne vedevo da tempo sull’isola.
Grazie Raoul.. proverò a farmi vivo più spesso in forma tangibile allora… 😉
Zio, nulla è stato come la seconda retrocessione. Nulla. La prima fu perché ci pescarono con le mani nella marmellata, sapevamo che era una punizione giusta (mica siamo come i bauscia, che il giudice è bravo a seconda se sono coinvolti loro o no); ma la seconda cazzo… sul campo… fu come una fucilata in faccia: facemmo schifo per tutta la stagione, ma realizzammo la cosa soltanto alla fine dei giochi. No no, neppure Istanbul, né la fatal Verona furono così dolorosi.
Concordo con Elbo, la Mitropa fa parte di noi. E Sergio Taccone è un grande, merita di essere letto.
ovviamente è un paradosso marcovan, ma i primi anni ’80, che furono davvero tragici, oggi per il milanisti sono un simbolo del milanismo.
cioè, io sono un collezionista di magliette del milan, le ho praticamente tutte da inizio ‘900 a oggi, e vi assicuro che le maglie che hanno più valore economico (e quindi evidentemente sentimentale) sono proprio quelle dei due anni in serie B.
Ayatollah non so quanti anni hai, ma sentire dire da un milanista che è “assurdo” un libro sulla Mitropa Cup… è questo l’assurdo!
Volente o nolente la Mitropa Cup fa parte della Storia del Milan anche se l’attuale proprietà, ma anche molti tifosi purtroppo, “nasconde” questo titolo come se trattasi di una vergogna. Se vergogna c’è stata non è la vittoria della coppa ma averci fato pescare, come dice Marcovan, con le mani nella marmellata…
Faccio ora un po’ di pubblicità disinteressata per l’amico Sergio Taccone e chi volesse comprare questo libro può cliccare sul seguente link:
http://www.ebookvanilla.com/la-mitropa-cup-del-milanversione-pdf.html
Danilo, ricordiamoci che l’attuale proprietà invitò un certo Gianni Rivera (lo conoscete?) ad “astenersi di parlare del Milan”.
Per questi qua esiste solo il Milan berlusconiano, e purtroppo anche per alcuni tifosi. Maledetti.
Grande Zulli. Aggiungo una cosa, a cui mi sembra si faccoa poco caso ma che secondo me spesso marca una differenza tra l’atteggiamento che di solito hanno i milanisti e quelli che hanno i bianconerazzurri: mai ho sentito qualcuno difendere il coinvolgimento del Milan nel calcioscommesse, così come nessuno, o comunque pochi, cercare arrampicate sugli specchi quando il Milan fu coinvolto in Calciopoli. Idem per altre storie, tipo quella di Lentini.
Di là, tra negazionismo duro e puro (Juventus) o ingiustificato purismo (Inter) questo atteggiamento da un lato realista, dall’altro di attaccamento alla maglia e NON alla società, manca. Ed è un grosso punto a favore per noi, imho.
Pazienza Elby… ognuno tifa come gli pare.
Rivera per me e per quelli della mia generazione era il “calcio”, però bisogna dire onestamente che quando provò a fare il dirigente non ne imbroccò una…
Il Milan lo paragono al “maiale” non butto via nulla, né i primi anni quando vinse 3 scudetti, né i lunghissimi 44 anni senza titoli, né naturalmente i già citati anni della retrocessione, né gli ultimi 26 con silviolo. Chi fa distinzioni non è un vero tifoso o per lo meno un vero appassionato…