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SALA D’ATTESA – Son tutti “froci” col culo degli altri

L’annosa questione che ha tenuto banco in casa milanista questa settimana non è la conferenza stampa “show” di Antonio Cassano e la sua avventura con la Nazionitaljuve di Cesarone Prandelli, bensì l‘affaire Thiago Silva – PSG, che di giorno in giorno assume i contorni di una soap opera, farsa, boutade o buffonata, a seconda di come la si prende..
Visto che ci sono diverse categorie di tifosi, proverò ad analizzare soprattutto i due estremi principali, cioè il tifoso innamorato, della “squadra dell’amore”, della “famiglia Milan” e “Milanello Bianco” e il tifoso contabile che si diletta in (spesso improbabili) calcoli fantamanageriali coi soldi di Essebì. Va da sè che, indicando solo queste categorie esasperate, uno si può ritrovare d’accordo con dei punti sia dell’una che dell’altra parte, o può ritrovarsi in una via di mezzo, dove peraltro sono io ma credo saremo un po’ tutti.

IL TIFOSO INNAMORATO – Il tifoso innamorato vorrebbe solo bandiere, giocatori formidabili dentro al campo e uomini integerrimi fuori. La sua difesa sarebbe composta da due centrali come Baresi e due terzini come Maldini. A centrocampo Albertini – Ancelotti – Gattuso e davanti gente come Inzaghi – Van Basten – Weah. Allenatore Nereo Rocco. Tutti, ovviamente, nel pieno della forma per dieci-dodici anni, che poi ci lascia per dire addio al calcio o svernare ai 35-36 anni in posti tipo emirati o USA, giusto per guadagnare ancora un paio d’anni di stipendio in campionati di scarso livello. SALUMIERE è un termine che spesso calza con il soggetto, perchè l’amore è talmente cieco, che va al di là della semplice fetta di salame sugli occhi. Per lui, i giocatori non dovrebbero mai volersene andare e il presidente, dovrebbe rifiutare tutte le offerte, trattenendo i suoi campioni ad ogni costo. Il mercato dovrebbe esistere ben poco, ed essere fatto solo di acquisti mirati e degni del nome e della gloria della società, senza guardare al prezzo. Di conseguenza, l’amore dovrebbe essere incondizionato al punto che eventuali perdite a fine anno dovrebbero essere sempre ripagate dal presidente, in veste di magnanimo Mecenate, che per i suoi campioni è disposto a tutto.

IL TIFOSO CONTABILE – Il tifoso contabile è colui che, invece, fa dell’economia e della gestione dei soldi (NON SUOI) il leit-motiv dell’estate, sacrificando tutti, dal campionissimo al più infimo giardiniere per i soldi (sempre NON SUOI), il tutto in nome della Dea Plusvalenza, e delle sue ninfe, bilancio & utiledesercizio. E allora via con le ipotesi, a volte sensate e a volte stralunate, di cifre d’acquisto e ingaggio giocatori, di possibili ricavi di vendita e di conseguenza riduzione dei costi, cosa molto importante, visto l’imminente arrivo del figlio prediletto di Plusvalenza, l’erede al trono dell’Olimpo designato dagli astri, il famigerato e tanto temuto da quegli stolti e sempliciotti tifosi innamorati, il FPF – Fair Play Finanziario: infatti i salumieri non sono preparati, mentre lui, dal canto suo, è già preparato a vivere l’esperienza, con tutte le contromosse. L’affaire Thiago è musica per le sue orecchie, con tutti i possibili scenari già pronti, a partire dal “ripiano il debito” al “reinvesto tutto, con giudizio”, passando dal “prima ripiano un po’, poi spendo qualcos’altro”.

IL MILAN DOV’È: il Milan (e da qui in avanti per Milan intendo la sua dirigenza, nelle figure di SB e AG) è in una fase di stallo, perchè la facciata che vuole mettere su è quella della società innamorata, ma i comportamenti sono da società contabile. L’ultimo intervento presidenziale a stoppare la trattativa Thiago-PSG, volge a favore della prima ipotesi, anche se non regge molto. Non regge molto perchè l’intervento del divino Presidente non potrà esserci tutte le volte, perchè questa vicenda assume sempre più i contorni di pagliacciata che altro; ma soprattutto non regge molto perchè SB ha deciso che non vuole sganciare tutti gli anni decine di milioni per ripianare il debito, quindi si svincolano i giocatori dai contratti più onerosi, ma che quasi sempre sono quelli più forti; si cercano parametri zero, ben sapendo che i cmapioni che ti permettono di vincere, però, si pagano, e cari, salvo qualche intuizione quando vengono acquistati poco prima di esplodere. Quindi società contabile?un’azienda come le altre? GIAMMAI, perchè un’azienda come le altre, nel caso dovesse vendere un ramo d’azienda prezioso, investirebbe il ricavato in un’altra area, per cercar di restare al passo con la concorrenza, studiando il TOP del settore, e non perdendo il treno dei migliori: i primi tmepi arrancherebbe un po’, ma sarebbe ancora lì. Questo non sta facendo il Milan, perchè in caso di vendita di un gioiello (Ibra o Thiago), dovrebbe già aver bloccato un difensore da 20 mln o un attaccante da 30.

LA SITUAZIONE CONTABILE DEL MILAN: il Milan è in rosso, ma non è un problema, perchè c’è mamma Fininvest che ne beneficia. Andiamo di numeri semplici. Ci sono tre aziende: A, che ha un utile di 100, B che ha un utile di 50 e C che ha una perdita di 70. Devono pagare sugli utili le imposte (quelle che la gente volgarmente chiama tasse, per intenderci, ma che tasse non sono. facciamo un aliquota del 50%, esageriamo per semplicità), quindi A paga 50, B 25, C 0: totale tasse = 75. Se queste 3 si mettono in un gruppo, redigono un bilancio solo, con la somma algebrica dei 3 risultati, quindi viene: 100+50-70= 80, per cui di imposte ne pagano 40. Ora, mettiamo casualmente di chiamare la società A Mediaset, la B Mondadori e la C Milan, unite nel gruppo Fininvest. Col Milan in perdita, la Fininvest dell’esempio ci risparmia 35 di imposte, quindi la perdita reale del Milan è ridotta del 50% (fenomeno dello scudo fiscale), e SB, poverino, non deve ripianare 70, ma 35. Quel debito, colpa della mala-gestione societaria TRA L’ALTRO (cosa che ci lo ripiana di solito dimentica di far notare), è ampiamente coperto da Fininvest, con lettere di credito che supero il mezzo miliardo, UNO ed è ampiamente copribile da parte delle banche, perchè sanno che vendendo un gioiello aziendale, il Milan in caso di difficoltà potrebbe ripianare il debito, DUE.
Per cui, in sostanza, il Milan non ha bisogno di vendere per stare a galla, basta una miglior gestione economica, soprattutto per quanto riguarda i costi del personale, aumentati spropositatamente come evidenziavano le tabelle postate da Corrado della Deloitte, alla riga “wages and salaries”. La ricerca di nuovi partner, sia come sponsor sia come soci, diventa fondamentale se la presidenza non è più disposta a mettere denaro fresco, perchè poi si innesca un ciclo di eventi: nuovi soldi da INVESTIRE (non SPENDERE, ma investire in un progetto, come un’azienda normale) vogliono dire nuovi giocatori di livello che possono essere acquistati. Questi nuovi giocatori portano pubblico (introiti stadio e TV) e favoriscono il merchandising (magliette, gadget vari), oltre che migliorano l’immagine e quindi possono crescere i contratti dagli sponsor già esistenti, come lo sponsor tecnico (adidas) o quello ufficiale (fly emirates). Se poi questi nuovi soldi sono molti di più, si può investire non semplicemente su un progetto di singoli giocatori, ma su un progetto a lunghissima scadenza: lo stadio di proprietà, che porta quei fattori elencati sopra (introiti da stadio, TV e merchandising) a moltiplicarsi, direi quasi decuplicarsi.

IL FUTURO – Detto che ormai  il discorso della fiscalità spagnola non regge più, perchè la ley Beckham è stata abolita e  i giocatori ora pagano le tasse come e più di tutti (l’aliquota ora varia dal 52 al 56% a seconda della regione, contro il 41% francese e il 45% italiano), credo che la vera distanza del Milan dal top gamma sia la mancanza di un proprio stadio. Il problema è che questa mancanza la nostra dirigenza non la colmerà mai, quantomeno non da sola. La soluzione è duplice: SB (soluzione dell’amore) decide di mettere di tasca sua un ingente investimento per lo stadio ed il mercato, facendo tornare il Milan ai fasti che merita, oppure è necessario (soluzione contabile) l’ingresso di un nuovo partner che collabori con liquidità immediata. Ci sarebbe una terza soluzione (soluzione smantellamento), ma non la prenderei in considerazione: non arrivano nuovi soci, non arrivano nuovi sponsor importanti, SB non sgancia il cash per ripianare le perdite: il Milan si trasforma da società che vuole primeggiare nel mondo in una società comprimaria, come un’Udinese o un Arsenal qualsiasi. Staremo a vedere cosa diventeremo

40 commenti su “Facciamo due conti

  1. Certamente io faccio parte del gruppo “Tifoso innamorato” come quasi tutti credo, ma non vuol dire ovviamente che ho proprio le “fette di salame” sugli occhi.

    Per quando riguarda la “situazione contabile” è molto interessante e chiara, ma chi sta nel campo lo sapeva già…

    Per il”futuro” sarebbe auspicabile per “noi tifosi” l’ingresso di un nuovo partner serio e con liquidità immediata, sarebbe una manna, perché abbiamo capito ormai da un pezzo, che a parte le “montature” stile Thiago, non c’è più tanta voglia…

  2. Bel pezzo Ricki. Chiaro, semplice, comprensibile, mette a nudo la presa x il culo societaria.

  3. Bel post.

    Sono disgustato… E ho deciso di non commentare più la vicenda Thiago Silva.

    Zullida… Ricordati l’argomento! Hai letto che sei il prescelto per settimana prossima?!

    Scrivimi un messaggio privato su FB.

  4. E’ però difficile trovare un partner che entri diciamo con una quota di minoranza, in quanto poi non avrebbe mai voce in capitolo.
    E Silvio non credo accetterebbe mai di finirci lui in minoranza.
    E’ una strada questa che vedo poco percorribile.
    Bisognerà attendere quando i figli dovranno ripartirsi l’eredità.

    Ma Gattuso al Sion che ci va a fare ❓

  5. Ottimo post, aggiungo inoltre che qualsiasi piano di investimenti col fine di a) smettere di fare debiti e b) essere ancora competitivi necessita di qualche anno, non di repentini e lunatici cambi di politica aziendale quali quelli che abbiamo visto quasi ogni anno durante le ultime stagioni. Sono d’accordo anche col commento di Alex: il ricco socio di minoranza scordiamocelo.

    Mi trasformo in un attimo in tifoso contabile e dico che più di Thiago Silva, ad essere cedibile dovrebbe essere Ibrahimovic: 9 mln di ingaggio e 31 anni sono esagerati.

  6. interessantissimo post. che commenterò appena avrò un po’ di tempo.

    Sulla vicenda Silva continuerò ad imitare il silenzio del Camisa. Almeno finché non mi sarà passato il voltastomaco…

  7. buongiorno…

    bravo Ricki, bel post davvero.
    Più o meno come pensavo…

    Il bimbo l’avevo visto esultare in diretta… veramente belle queste immagini.
    E bella anche l’iniziativa di far incontrare Sheva con il piccino.
    La tipa bionda con il bimbo è notevole.
    Bellissimo l’abito Adidas che indossa. ahahahah

  8. Camisa…. Andiamo a tifare Sheva anche noi!

    La mia ragazza ha vinto due biglietti per Ucraina – Francia!

    Ed esultiamo come dei bambini XD!

  9. Allora… Veramente bella e divertente l’esultanza del piccolo, così come l’idea di farlo incontrare con Sheva.

    Ma… Vogliamo parlare della madre/sorella/addetta stampa/accompagnatrice… Insomma quello che è!??!?

    Ok, anche oggi mi sono innamorato.
    Grazie Camisa.

    Per gli apprezzamenti lascio spazio a chi è più qualificato di me in materia.

    Sulla “questione” Thiago Silva, leggo in rete che le cifre che circolavano erano 22 mln più bonus e che a ritirarsi dalle trattative sia stato il PSG. Qualcuno mi sa dare conferme/smentite?

  10. L’ho visto il video! Ho pure commentato ma non è apparso il commento!

    Credo il blog non abbia gradito la citazione con integrato il link al video. Che appena ho ripostato levando il link me l’ha pubblicato.

  11. Credo il blog non abbia gradito la citazione con integrato il link al video. Che appena ho ripostato levando il link me l’ha pubblicato.

    Vabbé, volevo solo dire che la vita è ingiusta: io ho esultato centinaia di volte ai gol di Shevchenko, e un’accompagnatrice come quella non me l’hanno mai data… 👿

  12. Vabbé, volevo solo dire che la vita è ingiusta: io ho esultato centinaia di volte ai gol di Shevchenko, e un’accompagnatrice come quella non me l’hanno mai data… 👿

    A me basterebbe che me la desse l’accompagnatrice. 😯

  13. Vabbé, volevo solo dire che la vita è ingiusta: io ho esultato centinaia di volte ai gol di Shevchenko, e un’accompagnatrice come quella non me l’hanno mai data…

    A me basterebbe che me la desse l’accompagnatrice.

    Educazione sessuale fatta con classe… Applausi !! ahahah

  14. Berlusconi eroico (cit. Galliani)

    Incredibili le umiliazioni che deve sopportare un milanista…

  15. Ribadisco un concetto.

    Vista la storia societaria recente del Milan, inizio quasi a provare un po’ di compassione per Galliani costretto a mangiar merda e leccare il culo.

    Sia chiaro… E’ una sua scelta consapevole e legittima, ma un minimo di pena me la procura.

  16. Bello, bravo, bis.

    Manca la parte su come prendere a sprangate i tifosi contabili, stuprando le loro sorelle bone e costringendoli a guardare…

    Anglofoni, ho un dubbio stupido. Traducendo il mio curriculum in inglese, come traduco la frase: un’occasione per il cambiamento?

    è giusto scrivere: an opportunity to change? No vero?

    Scusate, è che non vorrei mandare corbellerie oltremare.. aiutatemi..

  17. Anglofoni, ho un dubbio stupido. Traducendo il mio curriculum in inglese, come traduco la frase: un’occasione per il cambiamento?

    è giusto scrivere: an opportunity to change? No vero?

    Scusate, è che non vorrei mandare corbellerie oltremare.. aiutatemi..

    Mmmh, io piuttosto direi a chance for change. Com’è la frase completa?

  18. La frase è la seconda parte del titolo della tesi:

    Decrescita e crisi – Un’occasione per il cambiamento?

  19. Grazie seghini. <3

    Pensavo fosse molto più facile tradurre il curriculum in inglese, invece non è proprio come chattare a cazzo di cane o parlare del più e del meno con erasmus brilli…

  20. Dovevamo credergli, martedì mattina. Una telefonata di un amico fidato, da molti anni a busta paga del Milan: “Sii prudente, non ti sbilanciare, so per certo che Thiago Silva non se ne va. Galliani tornerà da Parigi e dirà che il Presidente non se l’è sentita, è tutto studiato. Lo sa anche Allegri”. Ma noi, che abbiamo cominciato a fare cronaca nera a 17 anni, abbiamo battuto tutti i marciapiede del giornalismo, non ci siamo fidati fino in fondo. Era troppo incalzante l’onda della cessione, avevamo anche fonti interne a Mediaset che spifferavano come l’operazione fosse praticamente conclusa.
    Barbara è esplosa: “La cessione di Thiago Silva sarebbe un errore, 40 milioni da incassare insieme con il rischio di non entrare nemmeno in Champions l’anno prossimo”. Milan Channel ha sfruttato l’occasione: “Presidente la preghiamo, lo tenga”, anche in questo caso con un’intuizione mediatica azzeccatissima, trasgredendo lo zerbinamento di cui è sistematicamente fatto oggetto (insulto che non sfiora mai nessun altro canale tematico esistente in Italia). In ogni caso, dopo il caso-Kakà, i tifosi milanisti hanno vissuto giorni da travaso di bile: un bluff? Tutt’altro, un’operazione mediatica studiata scientemente a tavolino con un messaggio chiaro: “in questo momento di profonda crisi economica, niente follie per gli acquisti, ma il sacrificio di una rinuncia che vale la candela. Per il Milan e per voi tifosi”. Leonardo ci è cascato. E con lui molti altri. Eppure resta una grande moltitudine di tifosi a non mandare giù il bluff, nemmeno ora che Thiago è rimasto.
    Ci ha detto il capitano Massimo Ambrosini: “Il ragionamento su un’operazione come la cessione di Thiago Silva si fondava su due punti precisi, il portafoglio e l’ambizione. Finanziariamente poteva anche avere un senso, ma avrebbe svilito tecnicamente la squadra in maniera pesante, forse decisiva. Resistere alla tentazione, da qualsiasi parte la si guardi, è un segnale importante: significa che c’è ancora voglia di avere una squadra competitiva”.
    Noi non abbiamo smesso di criticare, attaccare la scelta della possibile vendita di Thiago Silva, la filosofia di una privazione illogica e non ci sentiamo di abbassare la guardia nemmeno ora. La cessione del più forte difensore del mondo nascondeva un’insopportabile insidia. Avrebbe aperto infatti le porte a qualsiasi cattivo pensiero, il peggiore dei quali prevedeva che tra 2 o 3 anni, quand’anche il ventenne sostituto del brasiliano fosse sbarcato al Milan da numero 514 al mondo in un ipotetico ranking e fosse diventato nel 2015 il n.1, sarebbe stato venduto di fronte alla consueta “irrinunciabile offerta”. E così El Shaarawy, De Sciglio, chi lo sa… Dal momento in cui Thiago Silva avesse lasciato il Milan, quel destino avrebbe potuto riguardare chiunque, in futuro. Senza contare l’effetto-domino dei testicoli che sarebbero cascati con effetto immediato a Ibra, Boateng, Cassano, lo stesso capitano Ambrosini, i tifosi. Vendere Thiago Silva, alla faccia dei tromboni che hanno continuato a menarla: “Non si può rinunciare a un’offerta così per un difensore”. Monumentale cazzata. E’ la stessa insensata logica che nei momenti di crisi porta ai tagli reiterati dei costi, senza pensare alle conseguenze. Non si può entrare in un’azienda in crisi con il macete come in una foresta pluviale, perché tagliando alla cieca tutto quello che ostacola il cammino si rischia di decapitare anche un pigmeo. L’obiettivo invece dev’essere quello di estirpare le erbacce per arrivarci, al villaggio pigmeo. Tu vendi Thiago Silva e incassi 40 milioni, ma perdi credibilità, immagine, abbonamenti, appeal, potenzialità, probabilmente altri giocatori e quindi magari comprometti persino un piazzamento in Champions – nella prossima stagione – che da sola vale una ventina di milioni per la qualificazione e altrettanti lungo il cammino tra incassi, diritti tv, premi, bonus di varia natura, sponsor stessi.
    Il presidente Silvio Berlusconi una volta, dopo la presentazione all’arena con gli elicotteri e poi il pranzo a Villa San Martino, subito dopo la partenza della squadra per Vipiteno (1986), si tolse la giacca, si rimboccò le maniche della camicia e si sedette in giardino con intorno i giornalisti (eravamo una decina, non di più: come sono cambiati i tempi…) per spiegare la filosofia del Milan, il rifiuto di quotare Fininvest in borsa, le sue idee di stadi coperti con i posti numerati, di tecnologie in campo, di progetti sportivi come Mediolanum che avrebbe sostenuto oltre al calcio anche rugby, hockey e pallavolo. Era il re assoluto della comunicazione, schietta, diretta, esaltata da una favella ricca di intuizioni e lungimiranza. Oggi è stato necessario orchestrare un teatrino che ha sfibrato i tifosi, finendo col confonderli, renderli scettici più che esaltarli per “il sacrificio di una rinuncia”.
    Ci siamo sforzati di capire in questi giorni che cosa stia passando per la testa di Berlusconi, per quanto riguarda il Milan. E’ stanco? Vuole sistemare i conti per poter passare la mano agli arabi? Tiene il club, così come forse Mondadori e Mediaset, solo per l’occupazione dei figli? Non ha più voglia, sprint, entusiasmo per dettare strategie, fissare traguardi, coltivare ambizioni? L’accerchiamento da parte di Fininvest che ripiana i debiti, i tifosi che pretendono così come i giocatori stessi, Galliani mandato allo sbaraglio come un faccendiere a trattare con piccoli personaggi operazioni di piccolo cabotaggio, lo hanno sfiancato? Abbiamo conosciuto un presidente senza giacca, seduto in un giardino con le maniche della camicia rimboccate, che raccontava. Che spiegava. Ci piacerebbe riaverlo per un’ora, per capire.

    La fonte è qui.

    Ma sai, Serafini, che forse qualcosa avevamo sospettato senza nemmeno avere amici nell’ambiente ? Eh già…

  21. La seconda parte dell’articolo di Serafini lo condivido quasi tutto. La prima no.

    Io sono convinto che Berlusconi e Galliani fossero pronti alla cessione, poi il giocatore ha messo il veto causa destinazione non gradita, e ce lo ritroveremo a Barcellona nel giro di due mesi oppure un anno.

    Poi, visto che s’è presentata l’occasione, il teatrino presidenziale è stato messo in piedi.

  22. Mah, Corrado, non penso che la destinazione non fosse gradita, visto che a Parigi hanno scritto di averlo visto.
    L’amicizia che lo lega a Leonardo mi fa pensare proprio il contrario, invece.
    Comunque non penso sia tanto lontana la verità.

  23. TIAGOPARIUPAPARI ??? 😛 SB vuole poter rivalizzare con la fortuna di Nasser Al-Khelaïfi , ovvio…

  24. Buon pomeriggio, bel post complimenti.
    io non so che tipo di tifoso sono, ma quet’ennesima pagliacciata mi sta fiaccando notevolmente la fede…che schifo ragazzi.
    Non so come riuscirò a mettermi davanti allla tv a guardare una partita del Milan sapendo tutta la merda che c’è dietro…maiali.

  25. Dunque, esiste anche il tifoso che prende atto delle situazioni e vede le cose in maniera assai semplice: cioè se il proprietario è uno spendaccione, bene, si comprano i giocatori più forti e costosi, se non lo è si organizza una struttura seria fatta di gente competente, a partire da chi amministra il denaro. Entrambe le formule non sono garanzia di vittoria, ma di certo mantengono la squadra competitiva con una certa continuità.

    Il Milan non fa nessuna delle due cose. E non lo fa non per incompetenza, ma per scelta.

    La prima formula non può attuarla perché – legittimamente – fininvest più di tanto non vuole spendere.

    La seconda perché uno staff di professionisti seri disposti ad asservirsi totalmente alle paturnie e alle opportunità politiche del proprietario e, se necessario, a mandare a puttane le proprie fatiche in un nanosecondo assecondando indegne sceneggiate come fa ogni anno Adrianone, difficilmente lo si trova.

    Io non sono né un tifoso innamorato ciecamente né un tifoso contabile (questi ultimi mi fanno sbellicare, povere bestie, per quanto sono preoccupati che il loro amato Silvietto finisca in un angolo delle strada a chiedere elemosine suonando pezzi di Apicella). Io sono soltanto un tifoso che vorrebbe che la sua squadra preferita fosse semplicemente normale. Non una compagnia teatrale dell’assurdo (con tutto il rispetto per Samuel Beckett). Ho voglia di normalità. Se non vinceremo più un cazzo per una vita, pazienza, ci sono già passato e il Milan lo adoravo comunque (forse di più)

  26. Camisa inviato messaggio su facebook…

    A proposito del video, fra qualche anno il bimbo dirà: era meglio che mi prendesse in braccio l’accompagnatrice…

  27. Domani sarò a Pistoia per il raduno in ricordo di Beppe Viola; lo volete un autografo di Nino Ricotta? Posso farmi fare una foto con lui, se vi va… 😀

  28. Vedi di non tornare senza foto!

    Basta con questi autografi, sono per fans istariche dei Take That negli anni ’90 gli autografi.
    Siamo nel 2012, fotocamera digitale, scarichi sul pc ed invii sulla rete. 😉

  29. Mi trasformo in un attimo in tifoso contabile e dico che più di Thiago Silva, ad essere cedibile dovrebbe essere Ibrahimovic: 9 mln di ingaggio e 31 anni sono esagerati.

    molto vero, e molto più facile con lui fare un “fuori uno, dentro uno” che con thiago.

    @camisa

    bel video, bella figa lei, ma credo sia tipo la madrina ucraina.resta tanta roba e concordo con anima 🙂

    @ anima

    le cifre erano 42 + bonus, non 22…a ventidue manco il ryanair x parigi prendevo!

    @ kalu

    vogliamo autografo al blog, saluto a betis e il menu!!!

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