Segavano i rami sui quali erano seduti. E si scambiavano a gran voce le loro esperienze, di come segare più in fretta. E precipitarono con uno schianto. E quelli che dietro li videro, scossero la testa e continuarono a segare.
(Bertold Brecht)
No, il verbo “segavano” oggi non è riferito ai seghini. Oggi andiamo OT e lasciamo per qualche ora da parte la telenovela Tevez e i mugugni di Pato per parlare di qualcosa di serio e che ci riguarda davvero tutti al di là dei colori calcistici. Che ne dite?
Orbene, subito una domanda per i pochi rimasti in lettura dopo questo inquietante preambolo. Alzi la mano chi, in questi ultimi mesi, non abbia letto o ascoltato almeno una volta al giorno le parole “debito”, “crescita”, “spread”, “riforme”, “liberalizzazioni” e “crisi”. Quest’ultima in particolare poi, è la più gettonata, la ripete come un pappagallo chiunque, dal fornaio al tabaccaio, dal pensionato al celebre impiegato del catasto: “c’è crisi!”. I quotidiani ci sbattono ogni giorno in faccia questo termine mettendo però in evidenza solo uno dei tre terribili volti che questa parola racchiude, quello economico. Gli altri due volti, quello ambientale e quello sociale sono molto meno esibiti, forse perché non tirano tanto, oppure non vengono colti appieno nella loro gravità. Già, perché che questa crisi sia economica e che i redditi di quasi tutti siano peggiorati apparirebbe chiaro anche al più tardo bambino di una classe di terza elementare. Ciò che non si riesce a cogliere, se non si riordinano bene i pezzi del mosaico, è ciò che sta succedendo alla società a causa di questa crisi economica e come quest’ultima sia la conseguenza della ben più grave crisi ambientale e delle risorse naturali.
Quando leggete di questi fantastici economisti che sciorinano “ricette magiche” con le quali tornare al benessere che ci apparteneva ed evitare lo spauracchio della recessione, la cosa che vi deve spaventare di più è quando iniziano a parlare di “crescita”. Ma come direte voi…Non è positiva la crescita? Risolve i problemi la crescita! Che cazzo dici, Betis? No, vi rispondo io, la crescita non è la soluzione, è il problema, è ciò che ha generato tutta la crisi. Veniamo da anni di lavaggio del cervello, ci hanno fatto credere che questo paranoico modello di sviluppo, basato sulla crescita infinita in un mondo con risorse finite potesse andare avanti per sempre e che fosse l’unica via percorribile. Le crescite infinite però esistono solo in matematica, ed era evidente che prima o poi, tutto il sistema basato sul “produci consuma crepa”, quello del capitalismo, del più = meglio, dovesse accartocciarsi su se stesso. Pensiamoci insieme: abbiamo sempre vissuto in un sistema basato sulla produzione delle merci da scambiare con il denaro. Le fabbriche producono (producevano) ogni tipo di merce, sempre più diversificate per soddisfare ogni esigenza, dove tutti potevano acquistare in cambio di denaro quello che desideravano. E per dare lavoro si costruiva, si cementificava tutto, fottendosene di leggi, di vincoli paesaggistici e territorio, l’importante erano le grandi opere che davano lavoro alla gente. Così, nel corso degli anni ha iniziato a diffondersi quella filastrocca da molti ripetuta che recita più o meno così: più consumi più fai girare l’economia, perché ci sarà più produzione, più occupazione, più consumi, più benessere, più opportunità. Un’orgia di “più” che pare ben rassicurante e positiva. Se ci pensate bene però, questa filastrocca nasconde qualcosa di insano, vuol dire che non produciamo più per consumare, ma consumiamo per produrre. Che non è l’economia al nostro servizio, ma noi al suo. Ci hanno degradato da cittadini a “consumatori”, la televisione ci ha inebetiti attraverso la pubblicità che ci crea nuovi bisogni con i quali alimenta il sistema, spingendoci a consumare, a comprare cose di cui non abbiamo bisogno, cose superflue che in poco tempo vanno a finire nella discarica con tutti i problemi di rifiuti di cui stiamo sentendo ultimamente. E così, dovrebbe essere per l’eternità. Ci hanno persuaso ad andare oltre quello che potevamo spendere, ad andare oltre il nostro tenore di vita facendoci vedere modelli di vita dove il successo si misura in base alla quantità delle cose possedute. Conosco persone che hanno chiesto finanziarie per andare in vacanza all’estero, conosco famiglie che per prendere una nuova macchina ultimo modello si sono indebitate per anni nonostante non ne avessero bisogno. Abbiamo visto tutti persone semianalfabete che sfoggiavano un iPhone nuovo di pacca pur facendo fatica a coniugare correttamente il verbo essere. Tutti pensavamo al benessere acquisito, la gente sta bene, è felice, questo è il miglior mondo che ci potesse capitare, che culo abbiamo. Allo stesso tempo però eravamo (siamo) tutti in competizione tra di noi, il nostro vicino è un nemico, quello che cammina dall’altra parte del marciapiede è un tossico schifoso, ma guarda quanto mi sta sul cazzo quella bionda che si atteggia, lo sanno tutti che evade, per forza poi si compra il SUV e manda i figli ad equitazione. Tutti contro tutti in una guerra a chi si fida meno dell’altro.
Un altro dei simboli di questo degrado sociale, oltre alla televisione è sicuramente l’automobile. Le città ormai sono architettate e prendono forma in base a quest’ultima. Si costruiscono nuovi parcheggi e nuove rotatorie, ma il traffico resta sempre lento, nelle grandi città ci vogliono ore per arrivare al posto di lavoro, si creano ingorghi stressanti e caotici dove la gente si innervosisce e si insulta. Ma di liberarci da queste inefficienti caldaie, che sprecano il 70% dell’energia introdotta al loro interno, disperdendola in atmosfera sotto forma di calore, non ci pensiamo neanche. Figurati se vado a piedi o in bici io.. Gli autobus? Con tutti gli schifosi che ci sono? No no, io vado in automobile, sempre, io! Tutto ciò senza dimenticare i morti ed i menomati gravi dovuti a questa folle fissazione a quattro ruote. Gli incidenti stradali rappresentano la prima causa di morte per le fasce d’età comprese tra i 15 e i 35 anni. Ogni giorno in Italia si verificano in media 590 incidenti stradali, che provocano la morte di 12 persone e il ferimento di altre 842 (dati della Relazione sullo Stato Sanitario del paese 2009/2010).
Come se non bastasse continuiamo a ingozzarci di robaccia presa al discount per risparmiare, roba piena di conservanti e prodotta in fabbrica proveniente da chissà dove. I pomodori presi al supermarket sono più asciutti di un petto di pollo. Proseguiamo inoltre a comprare ed a mangiare ogni giorno carne proveniente da allevamenti industriali, di bestie che passano la loro vita a mangiare ed a prendere steroidi per ingrassare, ignari dei problemi ambientali e di salute che derivano da questa malsana dieta. Compriamo l’acqua in bottiglia che viene dalla Francia ed i francesi si comprano la nostra acqua, trasportata lungo tutto lo stivale in tir, che mandano CO2 in atmosfera, creano incidenti e non pensiamo a tutti i problemi di smaltimento di quelle stramaledette bottiglie di plastica, bruciate negli inceneritori e che diventano quelle microparticelle che causano tumori.
E’ una follia. Impossibile pensare ancora di andare avanti così, soprattutto ora che il macchinario si è inceppato, con la fine dell’era dei combustibili fossili e con le merci che rimangono negli scaffali dei negozi perché nessuno può più comprarle. Il castello di carte dell’economia fondato sulla crescita e sul debito sta crollando, non si può fare finta di niente e mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi. La mia generazione ha avuto una sfiga pazzesca, toccherà a noi vivere quello che si sta per abbattere sul mondo, mentre i giornali in Italia parlano di bunga bunga e delle miracolose ricette della crescita con la quale rilanciare l’economia. Ovviamente sempre con gli stessi metodi: grandi opere (l’inutile TAV o il ponte di Messina), più flessibilità (licenziamenti easy), più lavoro (orari massacranti che lasciano sempre meno tempo libero per le cose che ci piace fare), più tasse (pagano sempre gli stessi). Le soluzioni sono da ricercare altrove, perché – questa è la cosa positiva – esistono. Gente come Herman Daly, Jeremy Rifkin, Lester Brown (solo per citarne alcuni), non sono stopper seghini della championship inglese, sono economisti e scienziati geniali che scrivono da anni le possibili soluzioni a questo sfacelo, a questo suicidio collettivo verso il quale stiamo correndo. Di certo non usciremo mai da questa drammatica situazione continuando a delegare con la crocetta nella scheda elettorale i soliti vecchi cadaverini ignoranti, corrotti ed inadeguati che si propongono di risolvere i problemi che spesso hanno creato loro, che ancora parlano nei pollai televisivi di destra, di sinistra e di centro e si rinfacciano le magagne cercando di vincere la gara di chi è meno peggio.
Chi parla di questo viene guardato con compassione, etichettato come personaggio un po’ naiv, come qualunquista, complottista, come un rompicoglioni. Del resto tutti vogliono il cambiamento, ma non muovono un dito. Anzi, si, quello lo muovono, ma sul mouse per pubblicare sui social network i link di “informare per resistere” con l’ennesima magagna di Berlusconi, convinti che fosse lui la causa dei problemi dell’Italia ed ignorando come in realtà fosse solo la conseguenza, un cancro spaventoso di cui l’opposizione era però la naturale metastasi. Il cambiamento passa prima di tutto da se stessi. L’augurio è quello di riuscire davvero ad iniziare a cambiare la propria vita, cercando magari di trovare il lato buono di questa/e crisi, quello di riuscire finalmente a capire quali sono le cose fondamentali ed abbandonare quelle superflue.
Buon 2012 ragazzi. Ne avremo bisogno.
17 commenti su “La pacchia è finita!”
I commenti sono chiusi.
Betis perfetta analisi della situazione che questi ultimi mesi mi sta mettendo in ..crisi (psicologica).
Tutto chiaro e tutto preciso, concordo pienamente anche se la vediamo politicamente in modo diverso, io non credo troppo al “tuo” movimento e tu come hai scritto più non credi al mio.
Però abbiamo in comune il pensiero che il problema lo si può (potrebbe almeno) risolvere non delegando o mettendo la “crocetta” ma impegnarsi in prima persona, mettendoci la faccia e non solo!
Ti auguro, come a tutti del resto, un buon 2012 almeno non peggiore del 2011, io ci metterei la firma…
Grazie Zully 🙂
Purtroppo è un po’ complicato scrivere di certe tematiche, specie se non si scrive con calma.. io l’ho buttato giù ieri notte di getto.. mancano un sacco di cose di cui avrei dovuto almeno accennare!
Qua il discorso va oltre le fedi politiche e ci coinvolge tutti.. ovviamente il mondo non lo cambieremo ne io ne tu.. sarà una strada lunga e che verrà percorsa lentamente.. speriamo di iniziare il prima possibile.. !
Ad ogni modo chi non la pensa così esca dal lurkeraggio e ne discuta 😉
il discorso di betis è giusto, tuttavia noi insulsi impiegati-operai non abbiamo il benchè minimo potere di cambiare alcunchè.
abbiamo il potere di non votare,questo è vero, ma il governo monti ci insegna che per governare i voti e i non voti sono superflui.
per il resto io di ste robe non ne capisco una sega,per cui passo.
e io che pensavo dal titolo se ne fossero andate dal Milan tutte le cariatidi… 😀
Bel post, è comunque un discorso molto complesso questo.
Comunque sono d’accordo quando dici che va cambiato il modo il modo di intendere il benessere, mettendo al primo posto la qualità della vita e dell’ambiente, a scapito di dover fare almeno un passo indietro nel nostro stile di vita consumistico.
D’altronde, quando a livello mondiale stanno avanzando realtà fino a ieri considerate di secondo piano, e dovendo cercare di contribuire ad alzare il livello di vita dei paesi del terzo mondo, è inevitabile che i paesi più sviluppati rivedano qualcosa. Ma questi sono disposti a farlo?
Non credo, e comunque ci vuole tempo.
beh, quello che è il tuo augurio finale assomiglia molto a quello che ho messo io nel post di auguri.
Chiaro che si debba fare un passo indietro. Tutti quanti e senza distinzioni.
L’argomento che hai messo in tavola è interessante e andrebbe approfondito con maggiore discussione.
Parlo per me, ovviamente, ma non mi sembra questa la sede più adatta. 😉
Uno dei problemi sta nel fatto che chi ha il potere di cambiare le cose pensa piu all’uovo (dorato) oggi che alla gallina domani.
Saremo noi a dover tirare il collo alla gallina domani. Triste eutanasia.
Chissa che però, alla fine, costretti dalla recessione a uno stile di vita piu morigerato, insegneremo ai nostri figli altri valori.
Dicono che l’economia sia ciclica, e viva d’alti e bassi. Ho la netta sensazione che la mia generazione se la vedrà nera, ma la prossima, forse…
Betis, post molto bello . Apoggio in tutto il tuo magnifico “qualunquismo”.
Se vi dovessi parlare della categoria “uominiconlepezzealculochesiindebitano”, vi strappereste i capelli. Qui c’è sta cazzo di mania di indebitarsi fino al midollo solo per apparire.Incredibile.
Sulla questione macchine/mezzi. Nei grandi centri dovrebbero solo far utilizzare mezzi pubblici o al massimo taxi. E multe salatissime…
Sulla questione consumismo. Orami non ci si può far più niente, o comunque è una situazione gravissima. Le immagini che vengono mandate dai media fanno si che una persona pensi solo all’apparire (per la serie “non sono quello che sono ma sono quello che ho” o una roba del genere). Sarà durissima uscire da questa mentalità.
Sulla questione crisi, non mi esprimo. Sono una capra.
Post che condivido in pieno.
l’ho letto con molta attenzione e non trovo una virgola su cui sia in disaccordo. La storia insegna che un sacco di verità sono state accusate di qualunquismo. Siamo solo all’inizio. Se non cambiamo TUTTI mentalità, questa crisi non cesserà di certo (le inutili ed inique manovre dell’attuale governo erano in canna ai poteri forti da una vita, non si vedeva l’ora di avere un pretesto per spararle).
Ma non credo sia possibile cambiare mentalità in tempi brevi. La vedo nerissima.
Non sarà facile, ma ci sono tante idee e molte più persone di quanto si possa comunemente credere che stanno iniziando ad accorgersi che questo mondo, questo sistema non vanno più.
Il fondo lo stiamo toccando, nel 2012 inizieremo a raschiarlo… allora forse ci sarà una presa di coscienza collettiva! Anche perché o decidiamo di darci una regolata da soli, felicemente, oppure saranno gli eventi a regolarci.. e le cose indotte a forza sono sempre le più difficili da affrontare!
Un giorno queste idee le affronteremo in un altro post OT se vorrete.. magari alla prossima pallosissima pausa nazionali! 😀
cosa si intende per toccare il fondo?
magari la domanda in se è un pò tonta, ma così,per avere un’idea concreta terra-terra..
Bè, dipende da cosa intendi.. in senso economico o in senso sociale.
Nel primo per toccare il fondo si intende quello che stiamo iniziando a vivere qua e che stanno già vivendo in Grecia. Stanno chiudendo tutte le attività commerciali perché la gente non ha più soldi per comprare. A volte non riesce neanche più a comprarsi da mangiare e deve rivolgersi ai servizi sociali. Ma i servizi sociali sono dello stato che non ha più soldi perché è in default. Presto accadrà anche in Italia (o all’Irlanda o al POrtogallo) che avendo il proprio debito comprato da altre nazioni e dalle banche di altre nazioni (Francia per prima) si tireranno nell’abisso tutto l’Europa.
La disoccupazione giovanile ha livelli allarmanti in tutta Europa. Anche nella ricca Germania ed i prezzi continuano a salire.. .guarda la benzina…! Sarà che sta finendo il petrolio? lo vanno a trivellare in mezzo al pacifico adesso.. e l’ultimo grande giacimento è stato scoperto trent’anni fa! Con il petrolio ci fanno tutto.. dalla plastica ai vestiti ai medicinali ai trasporti.. e serve anche per l’agricoltura. Ovviamente il prezzo sarà destinato a salire sempre di più.
A livello sociale a forza di affamare la gente sono in aumento le tensioni sociali. Sempre più episodi di violenza, Tizio che ammazza Caio per una stronzata, quello che uccide la madre, quell’altro che ammazza la famiglia del vicino.
Sono in aumento i tumori, gli infarti, le leucemie.
Si verificano sempre più spesso fenomeni come l’alluvione di Genova dovute ai cambiamenti climatici ed all’attuale modello di sviluppo abitativo che cementifica tutto impedendo all’acqua il suo naturale deflusso.
Ci sarebbero un sacco di altre cose! In generale sono tutta una serie di cose che QUESTO MODELLO DI SVILUPPO arrivato ormai al collasso sta determinando e che noi stiamo avendo la sfiga di subire.. ci travolgerà in pieno! Le cose cominceranno a muoversi quando avremo una visione generale, quando vedremo i collegamenti tra tutto.
Per quanto riguarda la prima affermazione, credo che “affamare la gente”, per dirla terra-terra, sia solo una delle concause. Ma sicuramente ci sono altri fattori altrettanto importanti.
Per quanto riguarda la seconda, ci sarebbero una serie di considerazioni da fare. Ad esempio, in passato forse si registravano meno tumori e meno leucemie, perche semplicemente non si era in grado di riconoscerli, e li si “derubricava” ad altre malattie, scambiando i sintomi per le malattie vere e proprie.
Si, può essere..! Ma l’aumento dei tumori e delle morti è comunque incomparabile con il passato. In Italia solo nel 2008 sono stimati circa 254.000 nuove diagnosi (ovvero quasi 700 al giorno)…
In generale le principali cause di morte sono le malattie del sistema circolatorio (infarto, ictus) e i tumori (ormai da anni), responsabili sempre solo nel 2008 di ben 7 decessi su 10 (396.692 su 578.190 decessi totali).
Le cause sono sempre l’alimentazione, inquinamento atmosferico e del suolo, esposizione a campi elettromagnetici, all’amianto o a sostanze chimiche e cancerogene, tabagismo e stili di vita errati.
Se ci pensi prima queste cose non c’erano.. per questo comparare queste cifre con il passato è anacronistico!
Non sempre. Spesso sì, ma non sempre. Non trascurare la componente genetica. E te lo dico perche la sto vivendo in prima persona, in quanto soggetto a forte rischio contrazione tumore al colon per cause puramente genetiche (tra l’altro è un’area in cui la componente genetica ha la forte prevalenza per quanto riguarda la comparsa di questa malattia, a differenza dell’area polmonare in cui il tabagismo fa la parte del leone).
Inoltre, c’è da dire che è vero che molte persone (7 su 10) muoiono per tumore, ma è anche vero che buona parte di esse contrae il tumore in età avanzatissima: quella che una volta si considerava come morte naturale, ora è morte per tumore. Mia nonna stessa, anni fa, se n’è andata a 80 e passa anni per un tumore al pancreas fulminante. Però s’è fatta 80anni senza manco un raffreddore.
Credo che con certi dati e certi numeri si debba andare cauti, o per lo meno dare info in maniera quanto piu completa possibile: con le teste di minchia che ci sono in giro, certe cose non fungono che da benzina sul fuoco. E anziche rimboccarsi le maniche, si finisce con lo spaccare tutto.
Vado Ot nn ho ancora letto il post e giuro che lo farò, ma sto vednedo un intervista con KPB su MilanChannel e amo ufficialmente questo ragazzo.
Intervistatrice: possiamo parlare del passato in inghilterra.
KBP: “no”
poi si fa le telecronache ai suoi gol e dice (riferito al gol contro il barca) se questo lo fa Messi parlano fino al 2013 di messi… ahuhauha
buongiorno…
Come questo post: non per fare proselitismo ma per sensibilizzare sui problemi. Riproviamoci pure. Vedo che è stato letto da parecchi, quindi l’argomento interessa.
assolutamente d’accordo.