Nasce a Niteròi, città nella baia di Rio di Janeiro e a soli 20 km di distanza dalla ben più nota dirimpettaia, il 5 settembre 1969. E’ persona di animo carioca, anche se non nato propriamente in Rio. Nascosta da un amplomb spesso invidiabile e da un’attenzione ai modi e alle parole quasi sospetta, vi è l’indole di un uomo caldo, presuntuoso, appassionato delle cose della vita e amante del mondo.
Non vi è nell’autore un intento denigratorio, ma solo la voglia di raccontare dall’esterno il forse erroneamente inatteso mutamento di un “amico”.
La sua biografia ci racconta di lui come di un cittadino del mondo, quasi di un cosmonauta. Parla correntemente 5 lingue (portoghese, francese, inglese, italiano e spagnolo), masticando altesì un po’ di giapponese. Ha calcato i campi di ogni punto del globo terracqueo. Un talento purissimo, tutto mancino, che ha incantato le folle di Rio (Flamengo), San Paolo, Valencia, Kashima (Kashima Antlers), P.S.G. e Milan.
Di lui come calciatore si ricordano solo splendide cose. Rispetto e abnegazione per la sua professione. Gioia e passione per il gioco. Rari appannamenti e un pizzico di discontinuità. Un campione amato e ammirato, al punto da far dimenticare a tutti la gomitata rifilata a Ramos in Brasile-Usa dei mondiali americani.
L’unica lunga tappa della sua vita è stata Milano, sponda rossonera. Tredici anni di calcio respirato con i nostri colori, eccezion fatta per una nuova breve fuga brasiliana nell’anno 2001/2002. Arrivato con Capello nel 1997, ha conquistato i nostri cuori, ricoprendo ogni tipo di ruolo nella nostra compagine societaria.
Calciatore, consulente di mercato, dirigente, vice-presidente con delega a Fondazione Milan (a cui dobbiamo la fondazione e la crescita), responsabile dell’area tecnica, ambasciatore del Milan in Sudamerica. Il suo amore per il Milan, nonchè il suo accurato lavoro di cesello nelle trattative, ci hanno donato tre dei più grandi fuoriclasse che hanno vestito la maglia rossonera negli ultimi 20 anni: Kakà, Pato e Thiago Silva. Per questo non finiremo mai di dirgli grazie.
Il coronamento di questa strada è parsa essere la sua promozione (forzata e/o forzosa?) ad allenatore del Milan. Berlusconi e Galliani, dato il lungo percorso del brasiliano, hanno forse visto in lui un nuovo Capello. Un allenatore di formazione dirigenziale dal quale ripartire dopo il regno di Ancelotti.
In soldoni dell’anno di Leonardo come guida tecnica si ricordano: un inizio stentato, una risalita prepotente grazie ad un modulo spregiudicato e un crollo verticale negli ultimi 2 mesi.
In concreto, però, abbiamo la rinascita temporanea di Ronaldinho e la visione a San Siro di un nuovo folle e divertente modo di fare calcio. Sono – ahinoi! – mancati i risultati. Pur con tutte le note attenuanti del caso (gli infortuni di Pato e Nesta in particolare), i crolli nei derby, la sconfitta di Manchester e la lunga e infruttuosa rincorsa sull’Inter lasciano il segno.
Berlusconi non perdona e punzecchia pesantemente l’animo orgoglioso del brasiliano. Tredici anni di idillio spezzati per l’insanabile contrasto tra due personalità narcise e presuntuose. Leonardo non ha la forza o la pazienza di resistere, dove, invece, vi erano riusciti da ultimi Zaccheroni e Ancelotti. Per lui basta così e lo dice chiaramente in faccia a tutti. Nessun pelo sulla lingua.
Il radicale sentimento anti-berlusconiano ardente in una larghissima frangia di tifosi fa sì che gli stessi prendano le difese di Leonardo. Leonardo è colui che si è ribellato alla dittatura. Il Fini del mondo del calcio. Lascia, quindi, un Milan apparentemente allo sbaraglio e inviso ai suoi tifosi.
Nei mesi successivi studia da allenatore, convinto che ora sia quella la sua strada. Dice che mai avrebbe potuto allenare in Italia altra squadra. Aspetta la chiamata giusta.
L’incrollabile ammirazione e fede dei tifosi del Milan nel guerriero Leonardo svanisce in prossimità del Natale. Le sue dichiarazioni di coronamento di un sogno, la sua evidente voglia di rivincita verso il grande capo che lo ha appiedato e il suo desiderio espresso di aver bisogno di vedere le cose “non più con occhi rossoneri”, lo trasformano da eroe in Giuda. Una metamorfosi improvvisa, inconcepibile, che diventa una ferita lacerante nel cuore di quasi tutti i tifosi.
Qui esce la nostra e la mia colpa, l’incapacità del tifoso del Milan di accettare il “professionismo” senza l’obbligo di dover ricondurre tutto alle emozioni. La scelta di Leonardo scatena un “odio” calcistico, forse anche verso la persona stessa, abnorme.
“Leonardo uomo di me**a!” è il coro che spacca le fondamenta dello stadio la sera del derby del 2 aprile 2011, la sera in cui Leonardo ferma la sua rincorsa, in cui sbaglia nuovamente l’organizzazione tattica di un incontro. Seguono la debaclecon lo Schalke e la vittoria in Coppa Italia, ma nulla mi toglie dalla testa che quella notte qualcosa in lui si è spezzato.
La sua presunzione lo ha punito. Una fetta di città che per tredici anni lo ha adorato, all’improvviso metaforicamente lo uccide. La presunzione è vinta ora dalla paura. Leonardo fugge.
Allettato dall’offerta faraonica, sceglie la via di Parigi, riuscendo in un’impresa che sino ad oggi al solo Luciano Moggi è riuscita: farsi odiare da entrambe le tifoserie milanesi. Il Giuda traditore non potrà mettere mai più piede nella Milano calcistica, essendo stato capace di sorprendere con l’abbandono anche chi lo aveva accolto in casa nerazzurra.
Moratti oggi, come noi tifosi ieri, si sente spiazzato, poichè colpito da una volubilità d’animo tipica di chi non ha radici, di chi non ha rispetto per chi lo ha accudito e coccolato. Voleva Moratti un allenatore e, invece, si ritrova nuovamente un dirigente. Presumibilmente se lo aspettava, ma non così presto.
Leonardo scappa a Parigi, verso una nuova tappa della sua vita raminga. Ripercorrendo tutto questo, non sono più in grado di capire cosa penso di lui e della sua storia con noi.
Nella sostanza mi rimane, ormai, solo indifferenza. Questo è ciò che si prova per chi, alla fine di un lungo percorso, si è scoperto banalmente essere un falso innamorato, un uomo di tutti e una prostituta del mondo.
Adieu Leo.
31 commenti su “Leonardo Nascimento de Araùjo”
I commenti sono chiusi.
ma porca merdaccia!
leggo i commenti e il post, e già ce n’è uno nuovo..li mortacci!!
lo copio di qua allora,ora vado a mangiare poi leggo quel che mi manca:
uahahahahhaha,fantastico ghost!
queste storielle sono sempre divertenti al venerdì!
(perchè anche se di ieri,l’ho letto oggi 😀 )
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sul post precedente vero, mi sono confuso col copia-incolla, sorry 🙂
beretta resta al genoa, merkel ci va x metà (3,2/3.5 mln la metà di merkel?addiruttura?). noi prendiamo el sharaawy. non giocherà, però stavolta sono contro zio.questo si è fatto un campionato di B portando in finale playoff una squadra poco + che modesta. la finale di ritorno è stato sotituito dopo 9 minuti e i suoi compagni non han fatto un’azione pericolosa.
basta con questa idea di non bruciarli. va fatto giocare, ogni tanto.se sbaglia, un po’ di panchina (come dovrebbero fare anche “i grandi”) e poi altra fiducia. se non la raccoglie vuol dire che non ha le palle x la A e x il Milan.ma facciamolo giocare prima.
Faccio fatica a ricordare un post più obbiettivo e così perfettamente calzante su Leonardo. Grande Camisa!
Anche se ho un dubbio: si dice “Parla correntemente 6 lingue” ??
O era un mix tra fluentemente e correttamente?
Ignorantone… http://it.wiktionary.org/wiki/correntemente … 🙂
Grazie per l’apprezzamento.
adieu leonardo e chapeau camisa.
un post obbiettivo, + facile da fare ora che in questo girone di ritorno, ma che ha evidenziato bene l’animo “zingaro”(nomade eh :P) di leonardo.
ha tradito non nei fatti, ma nei modi, molti sostenitori milanisti.
[perchè come kakà, il problema non è stato IL PASSAGGIO, ma come questo è maturato, almeno x me]
ha tradito nei fatti il suo sponsor interista, stavolta il presidente, non dei semplici tifosi.
indifferenza credo sia il termine + corretto. è un professionista serio, direi non attaccato al posto dove lavora così quanto è attaccato ai soldi, italiani, giapponesi, brasiliani o arabi che siano. per lui, pecunia non olet, l’ha dimostrato e magari lo dimostrerà ancora.
nel frattempo, non mi interesserà + di lui, umanamente e calcisticamente, così come non mi interessa + del suo primo acquisto bomba che ci ha portato dal brasile, con gli occhialini e la faccia seria.
arrivederci.a mai più.
” Anche se ho un dubbio: si dice “Parla correntemente 6 lingue” ?? “
alla faccia del dottore…. 😛 :P:P:P:P
Correntemente è correttissimo.
Non è corretto il numero delle lingue in cui Leonardo si esprime in questo modo: del giapponese, per sua stessa ammissione, conosce qualcosa, qualche parola, ma il termine correntemente è esagerato.
Però sono sempre cinque le lingue: tanta roba.
Bel post, avevo intenzione di scrivere qualcosa io su Leo, ma non credo l’avrei fatto così bene.
Non credo che abbia ragione Gattuso …. ovverossia che Leo è un uomo di merda… però la persone non si finiscono mai di conoscere. E come Leo si è comportato con noi, con Moratti, ci ha fatto capire che il personaggio non è poi così perfettino come ama dare ad intendere. Perfetta la frase del post “…due personalità narcise e presuntuose.”
Due. Io pensavo, sbagliando, che il narciso fosse soltanto uno.
Io avevo preso le sue parti, ma ci tengo per l’ennesima volta a specificare che:
sono antiberlsconiano, ma non quando parlo e ragiono di calcio. Presi le parti di leo semplicemente perché lo ritenevo giusto. E lo rifarei.
Perchè quando si giustifica il testo (che non capisco come si fa?!), le foto con le didascalie si sput..nano?!?!
Che nervoso!
Il fatto delle lingue è una precisazione corretta. Dopo correggo.
Sono abbastanza d’accordo, non però sul punto che sia stato il sentimento anti-Berlusconiano a muovere la difesa pro-Leonardo, o comunque non di tutti. Più che altro era l’incazzatura generale un po per l’immobilismo negli investimenti e un po per la palese l’ingratitudine del boss verso una persona che, a fronte di ben altre promesse, si era trovato a guidare una barca malmessa e che comunque aveva guidato tutto sommato in maniera sufficiente, visti i presupposti iniziali.
E comunque mai dire mai, magari in un futuro le strade si potranno ancora incrociare, chi può dirlo?
non so Canisa… dovresti vedere il pulsante.
magari non hai cliccato nell’ultimo pulsante a destra della barra sopra la lavagna. Prova, sotto dovrebbe apparirti, fra alcuni altri, il pulsante per la giustificazione…
Post splendido!
Merci Corrado! 🙂
Prigioniero, puoi non essere d’accordo, vi possono essere state sfumature, ma questo era il pensiero dominante non più tardi di 12/13 mesi fa. Non vi è nulla di male ad affermarlo, giusto o sbagliato che fosse quello specifico atteggiamento.
bel post.
Ha ragione Marcovan , Leo non è un uomo di merda, bensi è una puttana, come tutti i giocatori brasiliani.
Non ne ricordo uno che non si sia venduto per i classici trenta denari, il passaggio del post dove si indica la mancanza di radici come causa della sua volubilità d’animo aderisce perfettamente a quello che penso di tutti i giocatori brasiliani.
dire che del leonardo giocatore si ricordano solo cose belle per me non è esatto camisa.
la cosa che più fa ricordare al mondo il leonardo giocatore è quella gomitata. per il resto buon giocatore, ma niente di che.
per il resto ottimo post, è giusto dire che da dirigente leonardo ha dimostrato di essere un grandissimo.
ovviamente bisogna precisare che il 99 % dei milanisti adorava leonardo, io facevo parte di quell’1 % 🙂
Grande Camisa, veramente Grande. Applausi.
Ricordo che quando se ne andò da noi, io stesso chiesi per primo, ai partecipanti dello Screw di splinder, di mettere l’avatar di Leo. E così fu.
Eravamo tutti con lui e contro la proprietà. L’abbiamo osannato, pur riconoscendone i limiti, perchè ritenevamo ingiusta la sostituzione.
Dopo soli pochi mesi si è accasato di là.
Lo scrissi che era un professionista e che la cosa non mi sembrava poi fuori dal mondo. Poi ha parlato del sogno ecc.
Ha bruciato in un lampo ciò che da noi aveva guadagnato. Stima, affetto, riconoscenza.
Da loro non è mai stato accettato. Siccome era una scelta diretta del Presidente, hanno dovuto digerire il rospo. E ora che se ne va è tornato ad essere il “merdina” milanista.
Di divertente in questa storia c’è solo l’annotare quanti, a denti stretti, lo osannavano credendo nella Leomuntada ed erano pronti a dimenticare il suo passato rossonero. Anzi “Leo uno di noi”. Uno di voi.
Gli stessi ai quali, oggi, consigliamo la pomata che avevamo già usato noi quando ci siamo accorti di avere avuto un corpo estraneo e indesiderato nel nostro club (quasi una metafora..).
A me resta il dubbio che:
abbia voluto andarsene lui da noi, per tentare l’avventura nell’organizzazione del Mondiale in Brasile. Ricevendo un due di picche.
abbia accettato l’Inter per dispetto a chi lo ha allontanato (??) dal Milan.
ancora una volta noi cacciaviti abbiamo preso un abbaglio e forse aveva ragione chi lo ha …. no, non voglio dirlo. Sarebbe veramente troppo.
Comunque si, indifferenza.
Caro Canisa (cit.Marcovan), ottimo post. Un solo appunto: la trasformazione da Leo a Giuda è andata pari passo a quella da vittima sacrificale del Berlusca a uomodimerda. Poteva andare ad allenare le merdacce, scusate l’Jnter, ma c’era modo e modo per andarci: il sogno, la realtà, le figuracce, l’esulterò in caso di gol (zero mi sembra), le leccate di culo al Muràt….le puttane sono più oneste intellettualmente, qui sì che si può finalmente parlare di “prostituctione intelectuale”….
http://www.youtube.com/watch?v=ErLdFd-8CTU&feature=related
Ultima nota: il Padova quest’anno era un’ottima squadra a cui a metà campionato si è infortunato il bomber Succi (superato in classifica cannonieri dopo 12 giornate dall’infortunio!!!) e in cui il gioiello del faraone El92 ha brillato fin dall’inizio. Speriamo lo abbiano preso per restare e non come pedina di scambio per Hamsik…
Ottimo post, al solito.
Mi discosto solo dal giudizio finale.
Negli ultimi 8 mesi Leonardo ha fatto più volte il contrario di quanto dichiarato appena prima: ho dunque dovuto constatare (ché mai lo avrei immaginato prima) che è un uomo che non vale le parole che dice.
Di fronte a persone del genere, il mio sentimento non è l’indifferenza, ma la profonda disistima (che poi Gattuso ha riassunto da par suo…).
Franco T.
Oooooh… ma guarda tu questi fenomeni da google… 🙂
Ho espresso un dubbio, non avevo mai sentito o letto la parola correntemente a tal proposito.. avevo sentito fluente e correttamente.. pensavo fosse un lapsus..!
Sì, mi duole ammetterlo, non lo direi in nessun’altra situazione
AVEVA RAGIONE BERLUSCA
Andava cacciato a pedate, perchè noi non siamo una squadra qualunque
NOI SIAMO IL MILAN
e per chi ci tradisce c’è solo l’inferno
Per informazioni rivolgersi al signor shevchenko e al signor i believe in money
LEOmuntatemi sta cippa di minchia ^^
non diciamo benemerite fesserie.
aveva ragione il berlusca in che senso, che avrebbe vinto lo scudetto con 6 punti di vantaggio?
aveva ragione leonardo,punto e basta.
non è che se dopo ha fatto cagate, aveva torto all’epoca.
Leonardo, personalmente è stata una delusione dal punto di vista umano. Lo credevo una persona migliore, l’ho scritto tante volte e lo ripeto ancora, l’anno scorso, come il 99% dei tifosi ero con lui, ma a gennaio dopo quelle dichiarazioni…
Poteva benissimo andare all’Inter, è un professionista, ma non rilasciare quelle dichiarazioni! Io sono convinto che se non le avesse rilasciate, al derby del 2 aprile sarebbe stato accolto da applausi dalla nostra tifoseria.
Anche rivedendo il video dell’addio di Maldini che lo schiva, si capisce che effettivamente Leonardo è quello che è, cioè un uomo di m***a…..
no no aveva ragione a volerlo cacciare, nn sulle mentate dello scudetto etc etc
Uomo di merda lo era già ora
Zio perfetto alle 21:09…
buongiorno…
Filetto al Porto oggi preferito alla čorba, alla piadina e al pesto. Costa di più ma gli € ci sono.
Non sottovaluterei il gusto dei saucijzebroodjes. Potrebbe essere una sorpresa.
In centro a Parigi prossima apertura del “Feijoada e Samba”. Cercasi personale italiano.
l’uccello è nel nido, ripeto, l’uccello è nel nido.
Passo e chiudo
ahahahaha
bel buongiorno ghost!
“leggo” spara di el sharaawy + soldi x hamsik.
vabbè che quelli, leggendo il giornale quasi tutte le mattine, smebrano tuttosport, però no è, non cominciamo!
il prossimo mercarto del milan dovrebbe essere in 4 punti:
1) riscattare astori da cellino. dopo allegri, i mancati lazzari e marchetti, mi sembra giunta l’ora di chiudere con gli isolani.cambiamo mare 😉
2) girare astori, strasser (e zigoni) al novara, piccola da serie A, ma con le palle, sfoltendo la rosa come vuole il mister.
3) vendere (purtroppo) flamini x fare cassa (e plusvalenza, altrimenti a giugno perso a 0), promuovendo calvano e fossati in prima squadra, subito.
4) comprare sta mezz’ala BOMBA, tedesca, spagnola o slovacca che sia (non che non la voglia italiana eh, però escludendo montolivo, marchisio e nocerino – voci sentite così ad minchiam)
[già che ci siamo, nel punto 2 o 3, venderei anche Oddo, che ormai è inutile.o bonni bonera se riusciamo a far cassa. dispiacerebbe x lui ma è troppo inaffidabile fisicamente…]
Povero leo, come faremo senza di te? 🙁
ma dove siete tutti oggi che piove?
Piove un paio di palle. Qui c’è un sole che spacca le pietre!
Anche qua.. se non fosse che ho un esame mercoledì sarei al mare a minchia al sole…
qui piove, ci sono temporali. Quindi ho preparato il sequel… ahah
lo mando? Lo mando.
marcovan ti ho avvisato per tempo, questa volta. Sto tranquillo….
Nuovo post (ultimo del genere, forse, anche se ho ricevuto colline di si)