La conferenza stampa di Silvio Berlusconi il giorno del raduno è già stata sviscerata con dovizia di particolari e commenti, anche dagli interisti sempre così solerti e graziosi nel partecipare delle nostre sventure diffondendo il loro verbo, per cui avrei poco da aggiungere. Non ha detto nulla che mi abbia sorpreso, ormai è piuttosto prevedibile, ma la parte che più mi ha dato fastidio è stata la trasformazione momentanea (ma neanche troppo tale) in tribuna politica di un avvenimento che riguardava il Milan. Sarà sempre più difficile replicare a quelli che, una volta scoperto che sei milanista, ti chiedono ormai spessissimo: “Ah, sei milanista? Ma come fai a votare Berlusconi?”. Chiudo subito la parentesi extra-calcistica ma non sono appunto certo io ad aver usato Milanello come palcoscenico per perorare le cause dell’attuale Governo, indipendentemente dal fatto che io sia pro o contro di esso ovvero, cosa più probabile, me ne sbatta altamente le palle.
Lo show indigesto e autoritario (ma non autorevole) cui ha dato vita il proprietario del Milan è tra le altre cose, spero, l’ultima sberla in faccia a quelli del “comanda Galliani”. Quella conferenza stampa ha dato l’esatta dimensione del ruolo servile ed esecutorio del geometra di Monza, raramente cagato dal Grande Capo nelle due o tre volte in cui ha osato intromettersi nel monologo e mai chiamato in causa dalla platea di valenti e coraggiosi giornalisti scodinzolanti. Galliani esiste quando Berlusconi non c’è e deve farsi portavoce del datore di lavoro, altrimenti è quasi inutile e marcatamente superfluo. Quindi con stronzate del tipo “guerra interna” o “l’unica colpa di Berlusconi è quella di non cacciare Galliani” vediamo di darci un taglio. I rapporti di forza fra i due sono ben evidenti a tutti, per primi ai dipendenti dell’Ac Milan spa, solo gli ultimi irriducibili tifosi della proprietà si ostinano a ricamare leccaculeggianti sofismi per depistare dal vero bersaglio. Ricordatevi di questo quando vedete lo stesso Galliani che firmava i contratti d’acquisto di Nesta e Rui Costa, firmare ora i rinnovi di Oddo, Zambrotta, Onyewu, Gattuso&co. E lo ripeto, non è questione di spendere o no cinquanta o duecento milioni di euro l’anno, è questione di rispetto per noi tifosi; non è questione di sciorinare i successi passati e il numero di sponsor, è questione di finirla con la costante e stucchevole mistificazione della realtà; non è questione di essere noi piagnucolosi o viziati, è questione di avere la decenza di capire quando, tanto con le prese per il culo quanto con il ricattino della riconoscenza vita natural durante, si è andati decisamente troppo oltre.
Risolto definitivamente questo primo aspetto passo ad analizzare il secondo. In un post di circa un mesetto fa vi scrissi che il futuro ci avrebbe detto se la proprietà era intenzionata a ripianare di suo il deficit di questo esercizio lasciando per gli acquisti tutto ciò che si riusciva ad accattare durante questa finestra di mercato ovvero se essa aveva intenzione di usare il raccattato almeno a parziale riduzione del disavanzo. Ebbene, sembra che venga intrapresa la prima soluzione con una novità di cui però ho solo letto distrattamente e per cui non ho verificato l’attendibilità: ci saremmo fatti anticipare buona parte dei compensi che ci spettano per i diritti televisivi, in questo caso la proprietà non metterebbe una sega. Perché dico che sembra si sia intrapresa la prima strada? Raccattato qualcosa con Storari lo si è impiegato, in buona parte, per Papastathopoulos. Il greco è, tra l’altro, un discreto acquisto che approvo, considerando i limitati margini operativi cui la proprietà costringe la dirigenza. Resta il fatto, oggettivo, che i c.d. giovani del nuovo progetto più che essere utilizzati per dare un cambio ad alcuni elementi della prima squadra diventano merce da comproprietà per fare qualche plusvalenza, limando per quanto possibile il disavanzo del bilancio d’esercizio. Quindi, anche in questo caso, si guarda all’utilità momentanea più che al futuro dato che, se gli Zigoni o gli Oduamadi dovessero poi rivelarsi buoni (indipendentemente dal fatto che siano già via dal Milan dalla prossima stagione o no), verrebbero riscattati dal Genoa che ora come ora ha più possibilità economiche del Milan. Le difficoltà nel riprendere Paloschi e Astori da Parma e Cagliari testimoniano ciò che ho detto.
E sempre all’interno di questa cornice parsimoniosa vanno letti i rinnovi-spalmature. Da una parte consentono di non dover sostituire i “campioni” presenti in rosa fino al 2012 ora; dall’altra parte permettono di limare qualche milioncino dal disavanzo previsto nel bilancio 2010 o meglio, anche qui ci potremmo chiedere, lo limeranno o verranno reinvestiti? Se effettivamente abbiamo ottenuto un anticipo su quanto ci spetta per i diritti televisivi, l’ipotesi che vengano reinvestiti si farebbe più consistente anche se cozzerebbe con “arriva uno se parte un altro”; regoletta peraltro già disattesa con il greco, a meno che in ottica cessione di Gattuso si sia pensato di spostare Abate in mediana come suo sostituto, così l’ex-genoano prenderebbe il posto dello Jankulovski biondo.
Infine una nota su Allegri di cui ho risentito la conferenza stampa in versione integrale. È stato indubbiamente attento a non contraddire in maniera vistosa Berlusconi ma alcuni precisi concetti li ha espressi senza timore. Ronaldinho può giocare a sinistra. Ronaldinho può anche non giocare se non si allena perché col talento e basta nel calcio moderno non si va da nessuna parte. Ronaldinho sarà anche “il miglior giocatore di tutti i tempi” (cit. presidenziale) ma deve mettersi al servizio dei compagni e sacrificarsi. Non sono state parole al vento visto che il brasiliano sta recuperando una forma atletica, almeno accettabile, allenandosi da solo e senza palla. A proposito, ma siamo sicuri che questa rosa attuale possa sostenere un tipo di lavoro atletico così intenso e pesante come quello cui il tecnico livornese li sta sottoponendo? Senza contare i mugugni di chi, con Ancelotti e Leonardo, si era conquistata una certa libertà di non fare.
Non basta. Allegri ha anche fatto capire tra le righe che il terzo posto per il Milan sarebbe già un risultato positivo. Lo si intuisce dalla considerazione che fa di Leonardo, definito grande persona ma anche ottimo allenatore per quanto fatto la scorsa stagione. Parla anche di confermare i primi tre posti che è un modo soft per dire che la qualificazione diretta alla prossima Champions League è, in realtà, il vero obiettivo al di là delle mistificazioni regalate dal Grande Capo alla bellicosa platea di giornalisti. Quindi altro punto su cui, con diplomazia e garbo, boccia il pensiero presidenziale, critico e irriconoscente oltre ogni pudore e correttezza verso il tecnico precedente. E a proposito di Leonardo, ma non era il traditore che aveva lasciato il Milan perché aveva già un accordo per allenare il Brasile? Sembra che non sia andata così…
Infine Allegri risponde distaccato e menefreghista a chi gli fa notare le uscite tattiche di Berlusconi. Lui ascolterà tutti ma deciderà di testa sua perché lo pagano per questo e se verrà esonerato lo farà dopo aver cercato di metterci del suo nella squadra. Tradotto potrebbe voler dire che se Ronaldinho sarà in forma lo metterà a sinistra nel tridente giocando con Pato a destra (definito giocatore che può occupare tranquillamente anche la fascia d’attacco in barba a Berlusconi che lo vuole solo vicino alla porta); se Ronaldinho non sarà in forma giocherà col 4-3-1-2 stile ultimo Cagliari con Pirlo o Seedorf dietro le punte. E attenzione che in questo caso, vista l’abbondanza di centrali, non mi stupirei di vedere Thiago Silva provato in mediana, soprattutto se il greco dovesse rivelarsi un ottimo acquisto nel ruolo che gli è più congeniale e cioè il centrale difensivo; o anche, perché no, potrebbe tentare una difesa a tre, possibilità remota ma non da escludere a priori.
Chiudo con un pensiero a quei rossoneri che hanno annunciato, non solo qui, di augurarsi il Milan in Serie B e che, dunque, tiferanno contro per tutta la stagione: per me sono inconcepibili tanto quanto quelli che tifano contro la nazionale. Premesso che spesso motivano compiutamente la loro scelta e premesso che ognuno è libero di comportarsi come crede e quindi non do patenti di tifo, premesso tutto questo io sento già la stagione che sta per cominciare e non vedo l’ora di vedere all’opera il Milan di Allegri. Magari avrò poco tempo e non riuscirò a guardare tutte le partite ma, questo è certo, nel modo in cui potrò io sarò vicino al Milan e tiferò il Milan. So perfettamente che la squadra, così com’è, difficilmente potrà vincere qualcosa; so perfettamente quanto ci sta prendendo in giro la proprietà; so perfettamente che alcuni nostri giocatori meriterebbero due o tre calci nel culo; ma nonostante questo quando vedo quelle maglie, anche solo in allenamento, mi si accende qualcosa che mi impedisce nella maniera più assoluta di volere il male dei nostri colori. Io sto quindi con Amelia: scuciamo i trofei dalle maglie nerazzurre!