E sono diciassette anche per loro. O se proprio insistono diciamo pure diciotto, chi se ne importa? Sono un pò ridicoli quando ne sbandierano uno che sanno perfettamente essergli stato assegnato generosamente da un ex componente del proprio CDA, ma fa parte del gioco: loro dicono le loro puttanate (neppure oggi hanno resistito allo stucchevole "vittoria contro tutto e tutti"), noi ne diciamo altre e così via. Il calcio italiano si nutre da sempre di queste cose. E' il suo brutto, o il suo bello, dipende dai punti di vista.
Complimenti dunque ai cugini, da Moratti, a Mourinho ai tifosi. Che gli scudetti siano diciassette o diciotto è un dettaglio che in fondo non sposta la vera verità: stanno facendo – da parecchio tempo – qualcosa di straordinario, alla faccia delle mie (nostre) gufate. Prepariamoci alla terza gufata, sperando in una maggior efficacia. Ma insomma, l'impresa neroazzurra costruita in tutti questi anni difficilmente potremmo scalfirla, se non arrampicandoci sugli specchi. E a prescindere da ciò che accadrà a Madrid.
E complimenti pure alla Roma. Anche se un pò mi ricorda il Milan di qualche anno fa: lngua in bocca coi più forti per poi terminare la stagione sempre (o quasi) secondi e con un pugno di mosche. Ma forse loro ci sono costretti, mentre dubito fortemente che noi lo fossimo.