Ad essere obbiettivi era difficile far meglio. Mi riferisco a ieri, ma anche al mese appena trascorso e, se vogliamo estendere il discorso, all'intera stagione. Perdendo giorno dopo giorno pedine importantissime, per poi giungere a toccare il fondo dell'ultima gara con ben nove potenziali titolari fuori, anche compagini con panchine assai più qualitativamente lunghe rispetto alla nostra (tipo Roma e Inter) avrebbero pagato dazio. Quindi il black-out tutt'ora in essere, iniziato – diciamo – nella partita contro il Chievo risolta al 90° da un eurogol di Clarence (con molta bravura e altrettanto culo), è in fondo una cosa normalissima. Semmai ci sarebbe da addentrarsi in un lungo discorso riguardante lo staff medico ma, come ho già detto in passato, non voglio insultare nessuno senza averne i titoli e senza conoscere pienamente la realtà, fermo restando che quella dell'insulto sarebbe la reazione più istintiva. D'altronde anche Marcovan, nonostante le meravigliose apparenze, è un essere umano con i propri difetti.
Il bravo Camisa, qualche post fa, sosteneva che era tempo di vincere, e all'epoca aveva anche ragione. Ormai tuttavia, al di là dell'aritmetica, i giochi sono fatti, talvolta sensazioni ed esperienze già vissute dicono molte più cose rispetto ai numeri. E il nostro destino pare, secondo la mia percezione, inesorabilmente spingersi verso zeru tituli e partecipazione in Champions senza passare dalle qualificazioni (ciascuno dia via libera ai riti apotropaici che preferisce). Il tempo di vincere lascia spazio a quello della moderata soddisfazione. Molto moderata in verità, siamo pur sempre il Milan e ci siamo rotti di competere per il terzo posto, ma tant'è, la minestra è questa.
In seguito giungerà, inevitabilmente, anche il tempo delle rese dei conti. Essebì Vs Fester, Fester Vs il mondo intero, Essebì-Fester Vs Leo.
Noi, dal canto nostro, non dobbiamo essere impazienti, verrà anche il turno di cacciaviti Vs tutti quei signori sopra menzionati. Nonché di cacciaviti Vs quelli che amano leccare il fondoschiena presidenziale a prescindere da tutto, al grido di "bisogna essere riconoscenti", frase che – ed è tutto dire – m'indispettisce più degli sproloqui interisti su complotti e quant'altro.
Ancor più degli anni scorsi la situazione non è ben delineata, appena crediamo di vederci chiaro essa s'ingarbuglia come in una buffa beffa (bello buffa beffa eh?), poiché gli equilibri della società sono, che ci piaccia o no, legati alle vicende extracalcistiche (vulvo-politico-economico-giudiziarie) del nostro owner ((cazzo quanto mi piace la parola owner).
Nulla è certo. A partire dalla conferma che concerne sia l'allenatore sia addirittura la proprietà, anche se quella riguardante quest'ultima è giocoforza la conferma più probabile. Per cui aspettiamo che coloro i quali nel Milan contano veramente risolvano le loro questioni, poi anche noi, che contiamo nulla ma senza di noi pure quelli che contano conterebbero nulla (è un pò come trentrètrentini ecc ecc. lo so, ma ci si arriva), a quel punto diremo la nostra.
Quest'anno saremo molto più duri rispetto al passato, situazioni già vissute e ritornelli già uditi mille volte ci sono venuti a noia e non attaccheranno più. Occhio a come ti muovi quindi Essebì, ti teniamo d'occhio.
P.S: dubito che Essebì si sia rintanato sotto il letto tutto tremante dopo quest'ultima minaccia, ma insomma, non si dica che non c'ho provato.