Visto che l’autore in questione è stato tirato in ballo nientemeno che dal boss di Screwdrivers Marcovan in un suo recente post, tenuto comunque conto del fatto che questa recensione era già stata opportunamente pianificata, perché non dedicare la recensione di questa settimana a Beppe Severgnini con il suo Interismi?
Severgnini non sempre viene ben visto dai tifosi nerazzurri, i quali lo accusano di essersi fatto portatore di una filosofia all’insegna del "quanto è bello perdere"…
Quanto di vero c’è in queste accuse? Kalunaat lo scoprirà per voi…
RECENSIONE:
Nelle circa 100 pagine che costituiscono il volume, Severgnini (giornalista, scrittore ed autore televisivo, interista) parte da uno dei giorni più funesti nella storia della Beneamata, ovvero il 5 maggio 2002, data in cui (per chi ancora non lo sapesse) l’Inter perse per 4-2 l’ultima partita di campionato allo stadio Olimpico contro la Lazio, non riuscendo così non soltanto a mantenere il punto di vantaggio che aveva sulla Juventus (vittoriosa ad Udine) ma addirittura arrivando a classificarsi al terzo posto finale, alle spalle perfino della Roma; un dramma di quelli assurdi, incomprensibili, ma, forse proprio per questo (a sottolinearlo è, in fondo, l’autore stesso), tipicamente interista…
Come reagire a questa disfatta, a questa beffa dal sapore amarissimo? Che cosa rispondere ai tifosi interisti, distrutti come non mai dopo un campionato quasi sempre in vetta ed in cerca di consolazione?
Soluzioni possibili a questo continuo penare degli interisti? Beh, tanto per cominciare, riconoscere ai supporters nerazzurri delle doti (almeno secondo Severgnini) forse non così scontate, in un contesto – quello di tifare Inter – non proprio dei più agevoli: "[…] sappiamo perdere, e abbiamo il senso estetico dell’ironia. Un harakiri fatto bene, in fondo, è meglio di un harakiri fatto male. L’Inter, signori, è una forma di allenamento alla vita. È un esercizio di gestione dell’ansia, è un corso di dolcissima malinconia. È un preliminare lungo anni. […] È […] un modo di ricordare che a un bel primo tempo può seguire un brutto secondo tempo […]"; il tutto senza dimenticarsi che "[…] abbiamo […] tifosi che non ululano come coyote ubriachi alla vista di una pelle scura" e che "Il tifoso interista è […] un esteta paziente, e un uomo dai gusti particolari".
Poste così le basi, l’ottimismo si fa a questo punto inevitabile: "[…] ci sarà comunque un secondo tempo, e poi un’altra partita, e dopo l’ultima partita un nuovo campionato. Non possiamo perderli tutti. Oppure sì, se ci mettiamo d’impegno. Ma non accadrà, non siamo così prevedibili, nemmeno nel masochismo: Verrà il nostro momento, e sarà magnifico"…
Il 5 maggio, tuttavia, sembra fare quasi da pretesto per una serie di considerazioni di stampo psicologico sull’Inter, la sua storia, i suoi tifosi: "La scritta MM, […] non indica la metropolitana, come crede qualcuno. Vuol dire Masochisti Milanesi: indica le sedi ufficiose degli Inter Club. ATM sta per Avanti, Torturateci Meglio. AMSA significa Adoriamo Molto Soffrire Atleticamente"; immaginando poi gli – inevitabili – sfottò dei milanisti e degli juventini, Severgnini coglie inoltre l’occasione per dichiarare quali sono i suoi sentimenti verso il Milan ("Come potrei parlar male del Milan? […] il Milan mi è simpatico: lo trovo un interessante fenomeno naturale. È una squadra di Milano, per cominciare, ed è piena di tifosi gioviali. Vince gli scudetti senza accorgersene, ma ogni tanto gioca bene […] Se il Milan non ci fosse, bisognerebbe inventarlo") e verso la Juventus ("La Juventus […] è solida e rassicurante. […] Gli interisti sono romantici, con una punta di decadenza. Gli juventini, neoclassici. Noi siamo idealisti, loro positivisti. Gli interisti sono una nazione dolente […]; gli juventini credono nelle magnifiche sorti e progressive […]. […] La rivale è, e sarà sempre, la Juventus")…
A completare l’opera, citazioni letterarie (giocatori e dirigenti dell’Inter visti come protagonisti di varie opere), le risposte di Severgnini ai lettori sul sito "Italians" del Corriere della Sera, un’intervista impossibile al compianto Peppino Prisco (nel frattempo finito in paradiso ed ansioso per il finale del campionato 2001/2002), ed una visione epica delle tre grandi del campionato di serie A: "Se l’Inter è Ettore (bello, valoroso e masochista), e la Juve è Achille (forte, permaloso e furbetto), il Milan può essere, al massimo, Patroclo. Bravo ragazzo, ma perfino Omero dopo qualche verso l’ha mollato"…
CONCLUSIONE:
Dunque, se c’è una cosa che posso apprezzare di Severgnini è il "coraggio", mettiamola così, di aver cercato di fare qualcosa per risollevare gli animi degli interisti; il risultato non l’ho trovato esattamente dei migliori, così come non sono così certo che dichiarazioni sul Milan e la Juve all’insegna del "volemose bene" possano venire incontro ai tifosi della Beneamata…
Sul fatto che un interista riesca a fare sua in toto la mentalità di cui è pervasa questa pubblicazione nutro ben più di una perplessità; le varie parti che costituiscono Interismi partono sicuramente con le migliori intenzioni di questo mondo, ma non sempre le ho trovate molto convincenti…
Un libro a suo modo onesto…
In questo senso, sarebbe interessante ascoltare le opinioni dei tifosi interisti abituali frequentatori di Screwdrivers…
VOTO: 6