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Ogni volta che Leo ripete d'ispirarsi alla Nazionale verde-oro dell' '82 non so resistere all'impulso d'afferrarmi i maroni. Non è un bel gesto lo so, ma dicono che porti bene. E poi lo faccio in maniera discreta. E poi sempre meglio dei ferri da cavallo, peperoncini e affini. E poi la pianto qui, giuro.

Quando Leo disse 'sta cosa terribile per la prima volta pensai: "Beh dài ci sta, è brasiliano, si sa che quella squadra così ricca di all-of-famers per loro è una leggenda." Io sono solito rispettare i sentimenti dei singoli individui, figuriamoci se non lo faccio per un intero popolo. Tuttavia pensai anche che con i suoi sentimenti Leo è libero di fare quel che vuole, ma col mio Milan, di conseguenza con i miei di sentimenti, è pregato vivamente di andarci con i piedi di piombo. Da allora Leo ha ripetuto il concetto varie volte, segno quindi che non solo se ne impippa di ciò che scrivo io, ma anche che l'ideuzza in testa ce l'ha veramente…

Quel Brasile era un orrore tattico, un'utopia di Telè Santana. Però era un meraviglioso orrore tattico, una meravigliosa utopia. Non mi stupisce che Leo ammiri così tanto il Cittì Brasilero scomparso tre anni or sono, il cui nome bizzarro pareva molto più adatto ad una tivù privata iberica che ad un essere umano. Telè era un uomo professionalmente coraggioso, un artista della panca, diventato celebre suo malgrado per aver iniziato un capolavoro ambizioso e per averlo visto frantumare sotto gli occhi in corso d'opera dal più spietato terminator di capolavori calcistici mai esistito, ossia il diabolico, pragmatico, vituperato a livello planetario  calcio italiano (ma vincente come pochi, in culo all'intero pianeta e specialmente a quei puzzetta-sotto-al-naso degli spagnoli). Giocava veramente da Dio quella Selecao, benchè fosse prigioniera del peccato originale che la condannò a non vincere alcunché: l'incapacità mentale di difendersi. Però chissà, se non avesse incontrato noi – peraltro imbottiti di fior di campioni per giunta in stato di grazia – magari ora staremmo qui a narrare una storia diversa.

Provo a fare il solito giochetto dei confronti fra giocatori di epoche diverse, ozioso finchè si vuole ma divertente.

Valdir Peres VS Dida.

Il Dida più recente alterna vaccate clamorose ad interventi miracolosi, il "mitico" Valdir Peres alternava vaccate clamorose a vaccate normali, nonché a lunghissimi periodi di ozio essendo il possesso palla per l'80% della gara in mano a quei fenomeni dei suoi compagni di squadra, i quali non si limitavano a dare del tu alla palla, ci facevano addirittura sesso. Insomma, mi tengo Dida ben stretto.

Leandro, Luisinho, Oscar, Junior VS Oddo, Nesta, T.Silva, Zambro.

Il quartetto difensivo carioca reggerebbe benissimo il confronto con quello milanista se appunto l'aggettivo "difensivo" fosse appropriato. Leandro e Junior erano due grandi centrocampisti messi a fare i terzini, Luisinho e Oscar erano due difensori così così ma con i piedi buoni. Difesa porosa quindi, ma un supporto di qualità per il gioco d'attacco dalle spinte laterali che risultava devastante per le difese avversarie, cosa che il Milan attuale non può fare anche se, di contro, sul piatto della bilancia può mettere una superiore solidità difensiva. Francamente non saprei quale delle due situazioni sia quella più efficace, ma non è un caso che Leo parlasse spesso di fasce l'estate scorsa.

Falcao, Cerezo VS Ambro, Pirlo.

Beh, Pirlo potrebbe competere tecnicamente, Ambro fisicamente ma il confronto è improponibile, ne usciamo con le ossa sbriciolate da qualsiasi angolazione ci sforziamo di guardare.

Socrates, Zico, Eder VS Pato, Seedorf, Dinho.

Pato meglio di Socrates, Zico meglio di Seedorf (e del 90% dei giocatori di sempre), il Dinho del Barca superiore a Eder il quale, all'epoca,  oltre alla rogna di doversi giocare un mondiale col fiato di un'intera nazione sul collo, aveva pure quella di essere considerato un  supersexy alla stregua di Cabrini. E di Miguel Bosè anche se non c'entrava niente (in tutti i sensi). Ma ho divagato come al solito. Stavo dicendo: il Dinho del Barca  superiore a Eder. Il Dinho del Barca appunto… comunque in questo reparto ci tocca chinare il capo ma facciamo bella figura pur non avendo lo stesso aiuto dalle fasce di cui godevano i talenti di Santana.

Serginho VS Borriello. Non scherziamo, il secondo non sarà un fuoriclasse, ma è un attaccante vero.