Secondo tempo. Accade molto di più: Pirlo continua a non correre, in compenso si esibisce in un tiro di merda e in qualche passaggio calibrato in tribuna, tuttavia la squadra migliora nel gioco e nella determinazione. Dinho fa buone cose, Thiago Silva suona la carica poi fa la sua cappellata da contratto che, se non fosse che Sandrone è Sandrone, ci costerebbe il raddoppio per i clivensi. Nel frattempo la morosa si stufa di tapparsi le orecchie e corre al piano superiore a guardarsi uno degli orribili programmi televisivi che è solita seguire.
Meglio così, si perde l’ingresso di Borriello ed evito di vederla leccare lo schermo. Buon impatto, siamo in undici finalmente. Ma, nonostante i miglioramenti sul piano della manovra, non è che le occasioni giungano a raffica come dovrebbe accadere ad una squadra che deve rimontare. Clarence si vede negare il pareggio da Sorrentino, poi vedo Leo che richiama Dinho in panca per inserire Inzaghi. Penso: vaffanculo Leo, non capisci un cazzo!!! Infatti Borriello prende la traversa, interviene il solito Sandrone, il mio Capitano e la mette dentro. Pirlo decide che è ora di svegliarsi e comincia ad inventare. Attenzione, ora accade l’incredibile: Dida para una palla impossibile, una delle sue dei tempi andati, quelli in cui è stato il numero uno al mondo seppur per un periodo limitato. Nel rovesciamento di fronte Sandrone sigla il raddoppio. Chievo battuto 2 a 1, meritatamente.
Il calcio è bello, il Milan è bello, pure Dida è bello. Sandrone è un figo: la morosa scende e mi osserva preoccupata mentre bacio l’immagine di Nesta durante l’intervista quale uomo partita-Sky. Dovrò darle spiegazioni, credo.